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Collaborare per crescere

La sintesi dei risultati del progetto #WELCO sulle pratiche di welfare collaborativo apre nuovi scenari anche per la cultura d’impresa

L’impresa cresce meglio in un territorio che condivide principi sociali comuni. E’ la coesione di un sistema fatto di imprenditoria, lavoro, socialità ad essere spesso la formula vincente per riagguantare crescita e sviluppo. Occorrono però esempi da seguire, storie da cui trarre ispirazione. “Il Welfare collaborativo. Ricerche e pratiche di aiuto condiviso” curato da Sergio Pasquinelli per l’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS), è un buon esempio di lettura da fare per capire meglio i legami fra territorio e welfare.

La ricerca parte dal progetto #WELCO sulle pratiche di welfare collaborativo in Lombardia. Si tratta di un insieme di esperienze che implicano interazione, scambio, sostegno reciproco tra individui e organizzazioni. La logica sottesa all’indagine è quella della connessione, dell’inclusione e della prevenzione delle fragilità sociali. Un ambito nel quale anche le imprese possono fare la loro parte.

Il progetto è stato promosso da IRS – in collaborazione con ARS, Associazione per la Ricerca Sociale – e realizzato in con soggetti del terzo settore, con le parti sociali lombarde e il Comune di Milano. Gli ambiti di attività presi in considerazione sono: la famiglia, la mobilità, le piattaforme digitali, gli hub territoriali. Di ogni ambito vengono raccontati la storia, l’evoluzione, le prospettive di attività.

Le conclusioni dell’indagine individuano prima di tutto cinque parole chiave: fiducia, prossimità, appartenenza, affinità e leadership. Parole che, a ben vedere, possono essere ritrovate anche in ogni buona cultura d’impresa. Su ognuna di esse il curatore si “esercita” in un’analisi puntuale dei legami con la realtà. E’ così, per esempio, individuato il concetto di “fiducia conveniente”, cioè compatibile con i reali mezzi del territorio e dei soggetti coinvolti. Si passa poi al confronto fra welfare  collaborativo e sharing economy ragionando quindi sui pro e contro e sulle confusioni che uno sguardo superficiale può ingenerare. E, proprio il welfare collaborativo  viene quindi ben rappresentato attraverso una grafico che mette insieme le condizioni del territorio e delle persone con gli interessi delle stesse.

Il lavoro curato da Pasquinelli non è sempre di facilissima lettura, ma è uno strumento utile  per arrivare ad approfondire di più aspetti nuovi del territorio – sospesi fra economia e socialità -, nei quali imprese e lavoratori possono giocare una partita nuova e avvincente.

Il Welfare collaborativo. Ricerche e pratiche di aiuto condiviso

a cura di Sergio Pasquinelli

Istituto per la Ricerca Sociale, 2017

La sintesi dei risultati del progetto #WELCO sulle pratiche di welfare collaborativo apre nuovi scenari anche per la cultura d’impresa

L’impresa cresce meglio in un territorio che condivide principi sociali comuni. E’ la coesione di un sistema fatto di imprenditoria, lavoro, socialità ad essere spesso la formula vincente per riagguantare crescita e sviluppo. Occorrono però esempi da seguire, storie da cui trarre ispirazione. “Il Welfare collaborativo. Ricerche e pratiche di aiuto condiviso” curato da Sergio Pasquinelli per l’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS), è un buon esempio di lettura da fare per capire meglio i legami fra territorio e welfare.

La ricerca parte dal progetto #WELCO sulle pratiche di welfare collaborativo in Lombardia. Si tratta di un insieme di esperienze che implicano interazione, scambio, sostegno reciproco tra individui e organizzazioni. La logica sottesa all’indagine è quella della connessione, dell’inclusione e della prevenzione delle fragilità sociali. Un ambito nel quale anche le imprese possono fare la loro parte.

Il progetto è stato promosso da IRS – in collaborazione con ARS, Associazione per la Ricerca Sociale – e realizzato in con soggetti del terzo settore, con le parti sociali lombarde e il Comune di Milano. Gli ambiti di attività presi in considerazione sono: la famiglia, la mobilità, le piattaforme digitali, gli hub territoriali. Di ogni ambito vengono raccontati la storia, l’evoluzione, le prospettive di attività.

Le conclusioni dell’indagine individuano prima di tutto cinque parole chiave: fiducia, prossimità, appartenenza, affinità e leadership. Parole che, a ben vedere, possono essere ritrovate anche in ogni buona cultura d’impresa. Su ognuna di esse il curatore si “esercita” in un’analisi puntuale dei legami con la realtà. E’ così, per esempio, individuato il concetto di “fiducia conveniente”, cioè compatibile con i reali mezzi del territorio e dei soggetti coinvolti. Si passa poi al confronto fra welfare  collaborativo e sharing economy ragionando quindi sui pro e contro e sulle confusioni che uno sguardo superficiale può ingenerare. E, proprio il welfare collaborativo  viene quindi ben rappresentato attraverso una grafico che mette insieme le condizioni del territorio e delle persone con gli interessi delle stesse.

Il lavoro curato da Pasquinelli non è sempre di facilissima lettura, ma è uno strumento utile  per arrivare ad approfondire di più aspetti nuovi del territorio – sospesi fra economia e socialità -, nei quali imprese e lavoratori possono giocare una partita nuova e avvincente.

Il Welfare collaborativo. Ricerche e pratiche di aiuto condiviso

a cura di Sergio Pasquinelli

Istituto per la Ricerca Sociale, 2017

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