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La cultura dell’impresa cooperativa

Anche le cooperative sono imprese, seppur particolari. Organizzazione, gestione, gerarchie, pulsioni e tensioni creative sono, di fatto, le stesse. Certo cambia il fine ultimo – il profitto imprenditoriale -, ma anche una cooperativa vive animata da una propria cultura che guida e spinge in avanti l’intero meccanismo della produzione. Capire come, quindi, è importante. Anche tenendo conto di quanta parte detiene la cooperazione nell’economia nazionale.

È interessante, quindi, leggere “L’identikit della cooperazione italiana nel XXI secolo” tesi scritta da Eleonora Mancini per il Corso di Politica economica e Gestione delle risorse umane dell’Università di Roma Tre.

L’obiettivo del lavoro è quello di mettere a fuoco l’evoluzione delle imprese cooperative italiane e scattare una istantanea dello stato della cooperazione oggi. Eleonora Mancini parte da una considerazione di base: le cooperative hanno profondi significati sociali e umani. Ma anche un ben radicato substrato sociale che dà forma alla loro cultura d’impresa.

Il lavoro, quindi, è un esame accurato della cooperazione in Italia che parte dai “caratteri” dell’uomo cooperativo per arrivare alle tipologie delle imprese cooperative, ai loro cicli di vita e alla descrizione del loro comportamento nei momenti di crisi. Poi, il lavoro continua esaminando i punti di forza e di debolezza della cooperazione, le sue necessità e il rapporto con il mercato del lavoro italiano. Tutto si conclude con l’indicazione del possibile ruolo della cooperazione per superare l’attuale fase di crisi.

Il lavoro prodotto da Eleonora Mancini può così essere un buon vademecum per capire meglio la cultura e la situazione dell’impresa cooperativa, un testo che si caratterizza per  brevità di lettura e chiarezza d’esposizione. È interessante, fra gli altri, questo passaggio: “La cooperazione è un fenomeno a elevato grado di cambiamento. È certamente una potenzialità, ma le sue possibilità molteplici sono indeterminabili a causa dell’intrico delle variabili in gioco, delle circostanze ambientali e storiche e dei condizionamenti che la “formazione sociale” capitalistica esercita su di essa. Ci sono coloro che considerano la cooperativa come una forma di impresa ormai superata, un bel ricordo del passato, un modo di fare economia che esalta la solidarietà, ma che ormai è divenuto inopportuno. Chi pensa questo sbaglia. Il valore della cooperazione è tutto nel presente, nella persistenza delle sue potenzialità sia come “sistema di imprese”, sia come “movimento sociale”.

Le pagine della Mancini, nella loro sintesi, servono proprio per capire di più tutto questo.

L’indentikit della cooperazione italiana nel XXI secolo

Eleonora Mancini

Facoltà di Scienze della formazione Laurea triennale in Formazione e Risorse Umane Corso di Politica economica e Gestione delle risorse umane, 2014-2015

Anche le cooperative sono imprese, seppur particolari. Organizzazione, gestione, gerarchie, pulsioni e tensioni creative sono, di fatto, le stesse. Certo cambia il fine ultimo – il profitto imprenditoriale -, ma anche una cooperativa vive animata da una propria cultura che guida e spinge in avanti l’intero meccanismo della produzione. Capire come, quindi, è importante. Anche tenendo conto di quanta parte detiene la cooperazione nell’economia nazionale.

È interessante, quindi, leggere “L’identikit della cooperazione italiana nel XXI secolo” tesi scritta da Eleonora Mancini per il Corso di Politica economica e Gestione delle risorse umane dell’Università di Roma Tre.

L’obiettivo del lavoro è quello di mettere a fuoco l’evoluzione delle imprese cooperative italiane e scattare una istantanea dello stato della cooperazione oggi. Eleonora Mancini parte da una considerazione di base: le cooperative hanno profondi significati sociali e umani. Ma anche un ben radicato substrato sociale che dà forma alla loro cultura d’impresa.

Il lavoro, quindi, è un esame accurato della cooperazione in Italia che parte dai “caratteri” dell’uomo cooperativo per arrivare alle tipologie delle imprese cooperative, ai loro cicli di vita e alla descrizione del loro comportamento nei momenti di crisi. Poi, il lavoro continua esaminando i punti di forza e di debolezza della cooperazione, le sue necessità e il rapporto con il mercato del lavoro italiano. Tutto si conclude con l’indicazione del possibile ruolo della cooperazione per superare l’attuale fase di crisi.

Il lavoro prodotto da Eleonora Mancini può così essere un buon vademecum per capire meglio la cultura e la situazione dell’impresa cooperativa, un testo che si caratterizza per  brevità di lettura e chiarezza d’esposizione. È interessante, fra gli altri, questo passaggio: “La cooperazione è un fenomeno a elevato grado di cambiamento. È certamente una potenzialità, ma le sue possibilità molteplici sono indeterminabili a causa dell’intrico delle variabili in gioco, delle circostanze ambientali e storiche e dei condizionamenti che la “formazione sociale” capitalistica esercita su di essa. Ci sono coloro che considerano la cooperativa come una forma di impresa ormai superata, un bel ricordo del passato, un modo di fare economia che esalta la solidarietà, ma che ormai è divenuto inopportuno. Chi pensa questo sbaglia. Il valore della cooperazione è tutto nel presente, nella persistenza delle sue potenzialità sia come “sistema di imprese”, sia come “movimento sociale”.

Le pagine della Mancini, nella loro sintesi, servono proprio per capire di più tutto questo.

L’indentikit della cooperazione italiana nel XXI secolo

Eleonora Mancini

Facoltà di Scienze della formazione Laurea triennale in Formazione e Risorse Umane Corso di Politica economica e Gestione delle risorse umane, 2014-2015

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