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La cultura dell’inizio

Un articolo apparso su Quaderni di sociologia descrive e analizza compiutamente il fenomeno delle startup

La giovane impresa ha una particolare sua visione del mondo e dell’organizzazione della produzione. Altro dall’azienda già “vissuta”, ciò che oggi va sotto il nome di startup ha una sua cultura, un suo modo d’essere, un approccio particolare che la distingue dal resto del sistema della produzione di un territorio. E’ il futuro – se sarà in grado di esserlo -, ma anche espressione di un’eredità produttiva che si trasforma. E che riesce a creare qualcosa di nuovo. Che merita di essere letto con attenzione.

E’ ciò che ha fatto Alfredo Ferrara, del Dipartimento di Scienze Politiche – Università degli Studi di Bari “A. Moro”, con il suo articolo “L’ideologia startup tra rigenerazione capitalistica e processi di rimozione” apparso da poche settimane sui Quaderni di sociologia.

Lo studio fornisce una fotografia aggiornata ed esaustiva del concetto di impresa startup tracciandone i confini e le applicazioni. Dopo una presentazione degli obiettivi e del metodo utilizzato per delineare l’argomento. Ferrara procede con chiarezza verso l’elencazione e l’esame di quelli che definisce i “punti tematici” che caratterizzano le linee della cultura d’impresa delle startup. Si tratta di quadri di una storia comune a molte imprese e che, a ben vedere, delinea la stessa figura ideale dell’imprenditore e del suo approccio alla vita oltre che al lavoro. I “punti tematici” individuati da Ferrara sono quindi: Indipendenza, rischio e ambizione; “Zero ego”; Passione e pieno coinvolgimento; Restare persone e raccontare la propria esperienza; Cosmopolitismo; Fare la storia con l’innovazione: ritmo e rapidità di esecuzione; Priorità alle idee; Tecnologie informatiche; Cooperazione tra cofondatori; Competizione; Un capitale che crede nei sogni. Ad ognuno di essi viene dedicato un approfondimento per poi arrivare a delineare la figura complessiva degli imprenditori startupper e delle loro creature. “Gli startupper – scrive quindi Ferrara , non sono freddi calcolatori che governano i processi produttivi a distanza ma imprenditori di prima generazione che impongono la propria personalità a un’impresa che fondano e non ereditano, governano secondo il proprio stile e assumendosi personalmente i rischi connessi senza affidarsi ai professionisti del management e alla routine dei quadri intermedi; in essa gli startupper declinano la propria visione e le proprie competenze, non confinando i processi di innovazione nei reparti di ricerca e sviluppo”. E’ cioè una figura a tutto tondo di imprenditore, quella delineata da Ferrara, che riesce a coniugare vecchio e nuovo, tradizione e innovazione  dando vita a qualcosa di diverso eppure di profondamente radicato nella migliore storia d’impresa possibile. Scrive ancora Ferrara: “L’ideologia startup celebra quindi una duplice imprenditoria dell’inizio: in senso diacronico, dell’inizio della storia del capitalismo, non ancora gravata cioè dai processi di spersonalizzazione e automatizzazione; in senso sincronico, cioè della fase fondativa di un’impresa, ancora a riparo dalla routine aziendale, dalla necessità di conservare porzioni di mercato ecc.”.

L’articolo di Alfredo Ferrara è certamente una buona guida per iniziare ad organizzare e sistemare le informazioni che ruotano vorticosamente attorno alla cultura delle startup.

L’ideologia startup tra rigenerazione capitalistica e processi di rimozione

Alfredo Ferrara

Quaderni di sociologia, 73 | 2017, 49-66.

http://qds.revues.org/1658

Un articolo apparso su Quaderni di sociologia descrive e analizza compiutamente il fenomeno delle startup

La giovane impresa ha una particolare sua visione del mondo e dell’organizzazione della produzione. Altro dall’azienda già “vissuta”, ciò che oggi va sotto il nome di startup ha una sua cultura, un suo modo d’essere, un approccio particolare che la distingue dal resto del sistema della produzione di un territorio. E’ il futuro – se sarà in grado di esserlo -, ma anche espressione di un’eredità produttiva che si trasforma. E che riesce a creare qualcosa di nuovo. Che merita di essere letto con attenzione.

E’ ciò che ha fatto Alfredo Ferrara, del Dipartimento di Scienze Politiche – Università degli Studi di Bari “A. Moro”, con il suo articolo “L’ideologia startup tra rigenerazione capitalistica e processi di rimozione” apparso da poche settimane sui Quaderni di sociologia.

Lo studio fornisce una fotografia aggiornata ed esaustiva del concetto di impresa startup tracciandone i confini e le applicazioni. Dopo una presentazione degli obiettivi e del metodo utilizzato per delineare l’argomento. Ferrara procede con chiarezza verso l’elencazione e l’esame di quelli che definisce i “punti tematici” che caratterizzano le linee della cultura d’impresa delle startup. Si tratta di quadri di una storia comune a molte imprese e che, a ben vedere, delinea la stessa figura ideale dell’imprenditore e del suo approccio alla vita oltre che al lavoro. I “punti tematici” individuati da Ferrara sono quindi: Indipendenza, rischio e ambizione; “Zero ego”; Passione e pieno coinvolgimento; Restare persone e raccontare la propria esperienza; Cosmopolitismo; Fare la storia con l’innovazione: ritmo e rapidità di esecuzione; Priorità alle idee; Tecnologie informatiche; Cooperazione tra cofondatori; Competizione; Un capitale che crede nei sogni. Ad ognuno di essi viene dedicato un approfondimento per poi arrivare a delineare la figura complessiva degli imprenditori startupper e delle loro creature. “Gli startupper – scrive quindi Ferrara , non sono freddi calcolatori che governano i processi produttivi a distanza ma imprenditori di prima generazione che impongono la propria personalità a un’impresa che fondano e non ereditano, governano secondo il proprio stile e assumendosi personalmente i rischi connessi senza affidarsi ai professionisti del management e alla routine dei quadri intermedi; in essa gli startupper declinano la propria visione e le proprie competenze, non confinando i processi di innovazione nei reparti di ricerca e sviluppo”. E’ cioè una figura a tutto tondo di imprenditore, quella delineata da Ferrara, che riesce a coniugare vecchio e nuovo, tradizione e innovazione  dando vita a qualcosa di diverso eppure di profondamente radicato nella migliore storia d’impresa possibile. Scrive ancora Ferrara: “L’ideologia startup celebra quindi una duplice imprenditoria dell’inizio: in senso diacronico, dell’inizio della storia del capitalismo, non ancora gravata cioè dai processi di spersonalizzazione e automatizzazione; in senso sincronico, cioè della fase fondativa di un’impresa, ancora a riparo dalla routine aziendale, dalla necessità di conservare porzioni di mercato ecc.”.

L’articolo di Alfredo Ferrara è certamente una buona guida per iniziare ad organizzare e sistemare le informazioni che ruotano vorticosamente attorno alla cultura delle startup.

L’ideologia startup tra rigenerazione capitalistica e processi di rimozione

Alfredo Ferrara

Quaderni di sociologia, 73 | 2017, 49-66.

http://qds.revues.org/1658

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