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Reti di persone e quindi d’imprese

L’impresa da sola fa poco, l’impresa in rete fa molto. Se questo assunto pare ormai entrato a far parte dell’universo dei concetti che industria e sistema produttivo hanno ormai digerito, altra cosa è mettere in pratica le modalità necessarie per dare vita per davvero ad una rete d’imprese. Perché – anche se pochi forse lo ammettono – imprenditori e imprese serbano una dose di riservatezza e gelosia del proprio essere tali, spesso, da ostacolare percorsi di questo genere. Ma nelle reti, soprattutto, contano le persone. Che devono lavorare insieme, unire le forze, comunicare in modo diverso da prima. Deve cambiare, cioè, la cultura dell’impresa e della gestione del personale.

“La gestione delle risorse umane nelle reti di impresa” – scritto da Fulvio D’Alvia e Anna Vaiasicca per l’Osservatorio Isfol -, è un’utile lettura per capire meglio cosa deve mutare nelle imprese di fronte alla necessità di creare una rete che funzioni per davvero.

La ricerca prende quindi in considerazione il cambiamento delle modalità di gestione delle risorse umane “in rete”. Niente di teorico, occorre dirlo subito. D’Alvia, infatti, è dal  2010 è Direttore di RetImpresa, l’Agenzia di Confindustria che promuove l’aggregazione delle imprese, mentre Vaiasicca è psicologa del lavoro e delle organizzazioni e lavora presso il Dipartimento Sistemi formativi dell’Isfol. L’approccio è quindi quello dell’analisi pratica e del confronto fra le varie tipologie di aggregazione d’impresa, viste sotto il profilo del personale. “L’aggregazione in rete – viene spiegato  –,  ha aperto una nuova stagione per le imprese perché consente di ampliare l’offerta dei prodotti, di collaborare per investire in innovazione tecnologica e nella creazione di nuovi prodotti, di realizzare progetti congiunti di sviluppo delle risorse umane”. Il nocciolo del successo, tuttavia, sta proprio nella “formazione delle risorse umane” e il segreto consiste nel fatto che “know-how strategico posseduto dalle singole imprese potrebbe costituire al contempo un’occasione di apprendimento e di ingegnerizzazione della produzione della rete”. È attorno alle tecniche per “mettere in comune” le conoscenze dei singoli, quindi, che si svolge lo studio di D’Alvia e Vaiasicca che arrivano anche a delineare le modalità operative e contrattuali per una buona gestione del personale in rete. Un meccanismo in cui, dicono ancora gli autori, un ruolo determinante viene giocato dagli stessi imprenditori “e dalle nuove funzioni che essi dovranno svolgere”.

È significativo un passaggio: “L’assunzione di commesse e la loro gestione all’interno della rete incrementa l’azione del management al di là del sistema organizzativo della singola impresa. I compiti svolti fuori dal perimetro organizzativo dell’impresa sono quindi altro rispetto al ruolo di amministratore normalmente inteso e sono finalizzati a dare struttura al funzionamento complessivo della rete in funzione degli impegni presi con la committenza e tra gli attori della stessa rete. Ciò apre un ambito di osservazione del tutto nuovo sulle competenze necessarie a svolgere il ruolo dell’imprenditore in rete”.

Insomma, le reti aziendali sono sostanzialmente l’espressione della nascita di una nuova cultura d’impresa. Probabilmente ancora in buona parte da esplorare.

 
 

La gestione delle risorse umane nelle reti di impresa

Fulvio D’Alvia e Anna Vaiasicca

Osservatorio Isfol, IV (2014), n. 1-2, pp. 191-204

Download pdf

L’impresa da sola fa poco, l’impresa in rete fa molto. Se questo assunto pare ormai entrato a far parte dell’universo dei concetti che industria e sistema produttivo hanno ormai digerito, altra cosa è mettere in pratica le modalità necessarie per dare vita per davvero ad una rete d’imprese. Perché – anche se pochi forse lo ammettono – imprenditori e imprese serbano una dose di riservatezza e gelosia del proprio essere tali, spesso, da ostacolare percorsi di questo genere. Ma nelle reti, soprattutto, contano le persone. Che devono lavorare insieme, unire le forze, comunicare in modo diverso da prima. Deve cambiare, cioè, la cultura dell’impresa e della gestione del personale.

“La gestione delle risorse umane nelle reti di impresa” – scritto da Fulvio D’Alvia e Anna Vaiasicca per l’Osservatorio Isfol -, è un’utile lettura per capire meglio cosa deve mutare nelle imprese di fronte alla necessità di creare una rete che funzioni per davvero.

La ricerca prende quindi in considerazione il cambiamento delle modalità di gestione delle risorse umane “in rete”. Niente di teorico, occorre dirlo subito. D’Alvia, infatti, è dal  2010 è Direttore di RetImpresa, l’Agenzia di Confindustria che promuove l’aggregazione delle imprese, mentre Vaiasicca è psicologa del lavoro e delle organizzazioni e lavora presso il Dipartimento Sistemi formativi dell’Isfol. L’approccio è quindi quello dell’analisi pratica e del confronto fra le varie tipologie di aggregazione d’impresa, viste sotto il profilo del personale. “L’aggregazione in rete – viene spiegato  –,  ha aperto una nuova stagione per le imprese perché consente di ampliare l’offerta dei prodotti, di collaborare per investire in innovazione tecnologica e nella creazione di nuovi prodotti, di realizzare progetti congiunti di sviluppo delle risorse umane”. Il nocciolo del successo, tuttavia, sta proprio nella “formazione delle risorse umane” e il segreto consiste nel fatto che “know-how strategico posseduto dalle singole imprese potrebbe costituire al contempo un’occasione di apprendimento e di ingegnerizzazione della produzione della rete”. È attorno alle tecniche per “mettere in comune” le conoscenze dei singoli, quindi, che si svolge lo studio di D’Alvia e Vaiasicca che arrivano anche a delineare le modalità operative e contrattuali per una buona gestione del personale in rete. Un meccanismo in cui, dicono ancora gli autori, un ruolo determinante viene giocato dagli stessi imprenditori “e dalle nuove funzioni che essi dovranno svolgere”.

È significativo un passaggio: “L’assunzione di commesse e la loro gestione all’interno della rete incrementa l’azione del management al di là del sistema organizzativo della singola impresa. I compiti svolti fuori dal perimetro organizzativo dell’impresa sono quindi altro rispetto al ruolo di amministratore normalmente inteso e sono finalizzati a dare struttura al funzionamento complessivo della rete in funzione degli impegni presi con la committenza e tra gli attori della stessa rete. Ciò apre un ambito di osservazione del tutto nuovo sulle competenze necessarie a svolgere il ruolo dell’imprenditore in rete”.

Insomma, le reti aziendali sono sostanzialmente l’espressione della nascita di una nuova cultura d’impresa. Probabilmente ancora in buona parte da esplorare.

 
 

La gestione delle risorse umane nelle reti di impresa

Fulvio D’Alvia e Anna Vaiasicca

Osservatorio Isfol, IV (2014), n. 1-2, pp. 191-204

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