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Vita d’imprenditore

Dalle motivazioni per le quali viene dedicato i Premio Roma 2018, una bella lezione di cultura d’impresa

Ogni tanto occorre immergersi nella cultura d’impresa vissuta. Non quella descritta nei manuali, ma quella reale – vissuta, appunto -, da singole persone (imprenditori, manager anche semplici operai), che con le loro azioni hanno impersonificato più di altri l’essenza di ciò che poi i libri sintetizzano in cultura del produrre. Dell’intraprendere, anzi. I modi sono due: ascoltare dalla viva voce dei protagonisti l’avventura imprenditoriale che hanno vissuto, oppure apprenderne le gesta attraverso rare buone letture. E’ il caso della “Laudatio a Vito Pertosa” che il Direttore generale di Banca d’Italia, Salvatore Rossi, ha dedicato appunto a Pertosa in occasione del conferimento a questo del Premio Roma.

Quella di Pertosa è la classica avventura imprenditoriale di un uomo del sud che nel sud (a Monopoli), continua a vivere e lavorare, anche se i suoi prodotti e lui stesso, come spiega Rossi, girano ormai il mondo. Passato dalla produzione di  treni per il controllo e la misurazione di binari e linee elettriche aeree, Pertosa adesso si è dedicato a quella di piccoli satelliti e aerei superleggeri; senza aver trascurato di ricomprarsi la sua prima azienda .

Tutto nato dall’attività di Vito e del padre: la fabbricazione di carretti agricoli. Vita d’impresa che sa di avventura, appunto. Che nata e sviluppatasi nel Mezzogiorno, ha ancora di più il sapore di qualcosa di quasi unico. Anche se non è così. Spiega infatti Rossi: “Si argomenta spesso che l’economia meridionale sarebbe prigioniera della sua società e delle sue istituzioni, inadatte a favorire lo sviluppo. Capitale sociale scadente, amministrazione pubblica più inefficiente a parità di risorse, burocrazia più soffocante a parità di norme rallentano o impediscono la marcia delle imprese, ne soffocano lo slancio. Tutto questo è vero in molti casi, ma vi sono anche felici eccezioni. Vi sono imprenditori e imprese che sfidano la gravità”. Pertosa è uno di questi e Salvatore Rossi lo racconto con un tono leggero ma ugualmente attento e profondo. Lo racconta da amico ma da severo economista qual è. Per questo Rossi spiega come per far fare il salto di qualità alle imprese, occorra un favorevole connubio fra doti personali dell’imprenditore e territorio: una sorta di alchimia che abbisogna comunque di più componenti, ma nella quale l’imprenditore è fondamentale.

La Laudatio  in occasione del Premio Roma, oltre che essere racconto di un uomo si trasforma così in una piccola lezione di buona gestione imprenditoriale. Che fa bene a tutti.

Laudatio a Vito Pertosa

Salvatore Rossi,

Banca d’Italia, 6 dicembre 2018

Dalle motivazioni per le quali viene dedicato i Premio Roma 2018, una bella lezione di cultura d’impresa

Ogni tanto occorre immergersi nella cultura d’impresa vissuta. Non quella descritta nei manuali, ma quella reale – vissuta, appunto -, da singole persone (imprenditori, manager anche semplici operai), che con le loro azioni hanno impersonificato più di altri l’essenza di ciò che poi i libri sintetizzano in cultura del produrre. Dell’intraprendere, anzi. I modi sono due: ascoltare dalla viva voce dei protagonisti l’avventura imprenditoriale che hanno vissuto, oppure apprenderne le gesta attraverso rare buone letture. E’ il caso della “Laudatio a Vito Pertosa” che il Direttore generale di Banca d’Italia, Salvatore Rossi, ha dedicato appunto a Pertosa in occasione del conferimento a questo del Premio Roma.

Quella di Pertosa è la classica avventura imprenditoriale di un uomo del sud che nel sud (a Monopoli), continua a vivere e lavorare, anche se i suoi prodotti e lui stesso, come spiega Rossi, girano ormai il mondo. Passato dalla produzione di  treni per il controllo e la misurazione di binari e linee elettriche aeree, Pertosa adesso si è dedicato a quella di piccoli satelliti e aerei superleggeri; senza aver trascurato di ricomprarsi la sua prima azienda .

Tutto nato dall’attività di Vito e del padre: la fabbricazione di carretti agricoli. Vita d’impresa che sa di avventura, appunto. Che nata e sviluppatasi nel Mezzogiorno, ha ancora di più il sapore di qualcosa di quasi unico. Anche se non è così. Spiega infatti Rossi: “Si argomenta spesso che l’economia meridionale sarebbe prigioniera della sua società e delle sue istituzioni, inadatte a favorire lo sviluppo. Capitale sociale scadente, amministrazione pubblica più inefficiente a parità di risorse, burocrazia più soffocante a parità di norme rallentano o impediscono la marcia delle imprese, ne soffocano lo slancio. Tutto questo è vero in molti casi, ma vi sono anche felici eccezioni. Vi sono imprenditori e imprese che sfidano la gravità”. Pertosa è uno di questi e Salvatore Rossi lo racconto con un tono leggero ma ugualmente attento e profondo. Lo racconta da amico ma da severo economista qual è. Per questo Rossi spiega come per far fare il salto di qualità alle imprese, occorra un favorevole connubio fra doti personali dell’imprenditore e territorio: una sorta di alchimia che abbisogna comunque di più componenti, ma nella quale l’imprenditore è fondamentale.

La Laudatio  in occasione del Premio Roma, oltre che essere racconto di un uomo si trasforma così in una piccola lezione di buona gestione imprenditoriale. Che fa bene a tutti.

Laudatio a Vito Pertosa

Salvatore Rossi,

Banca d’Italia, 6 dicembre 2018

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