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Biblioteca Pirelli, una festa di compleanno tra conversazioni sui libri e buona cucina

Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”. Le parole di Marguerite Yourcenar, dalle pagine di “Memorie di Adriano”, stanno sul frontone della grande parete d’ingresso della Biblioteca Pirelli, nel palazzo che ospita l’Headquarters del Gruppo, in Bicocca. E danno il senso di un’iniziativa, la Biblioteca aziendale appunto, che lega impresa e cultura, conoscenze e competenze, piacere del testo e qualità del lavoro in quella comunità speciale che è un’impresa, una grande impresa. Viviamo tempi di crisi (nella duplice accezione dei rischi ma anche delle opportunità dei cambiamenti) e di metamorfosi (ne abbiamo parlato più volte, in questi blog sulla cultura d’impresa). I buoni libri aiutano a capire e a muoversi meglio.

L’immagine dell’“inverno dello spirito” che inquietava l’imperatore Adriano in tempi di bilancio esistenziale ed intellettuale, al tramonto cioè della sua esperienza di vita, può forse sembrare troppo pessimista. Di certo, anche i nostri sono tempi controversi, carichi d’inquietudini. Ed è in ogni caso efficace e opportuna l’idea di accostare i libri ai granai.

La cultura come il pane”, era il titolo d’un articolo che, su “Pirelli – Rivista d’informazione e tecnica”, nel 1951, faceva un bilancio delle attività del Centro Culturale Pirelli, luogo di incontri e dibattiti su letteratura, teatro, cinema, scienza. Un tema popolare. “Pane e alfabeto”, stava scritto, ai primi del Novecento, sulla facciata del “Forno del pane” voluto a Bologna dal sindaco Francesco Zanardi per fornire alimenti a buon mercato e iniziative culturali: lì, adesso, c’è la sede del MAMbo, il Museo d’Arte Moderna, frequentatissimo.

Con uno spazio dei libri aperto ogni giorno per chi lavora in Pirelli, in Bicocca, l’impresa riconferma il suo rapporto con la cultura. Anzi, meglio, ribadisce d’essere cultura. Non una congiunzione. Ma una sintesi. Libri in Biblioteca come stimolo alla cultura diffusa. Biblioteca come elemento d’un complesso sistema di welfare aziendale. Ma anche come cardine d’una maggiore qualità dell’ambiente di lavoro, che incide positivamente sul senso d’appartenenza, sull’orgoglio dell’identità. Biblioteca come luogo di valore. E di valori.

Compie proprio adesso un anno, la Biblioteca aziendale in Bicocca. E’ stata aperta nell’ottobre del 2016, insieme a quella dello stabilimento di Bollate e al potenziamento di quella del Polo Industriale di Settimo Torinese. Anzi, per essere esatti, la Biblioteca è stata “riaperta”. La storia, infatti, racconta che la prima biblioteca Pirelli è del 1928, scelta d’avanguardia in Italia: coniugare lettura e lavoro, pagine e produttività. Nel 1957, giusto sessant’anni fa, un rilancio, in uno spazio moderno e accogliente nel grande stabilimento di viale Sarca (c’erano circa 11mila volumi; e nel 1961, secondo un’inchiesta del periodico aziendale “Fatti e Notizie”, i dipendenti nell’87% dei casi prediligevano i libri di narrativa: Moravia, Pasolini, Papini, Bertolucci, Alvaro… ma alcuni prendevano in prestito anche i grandi “classici”, da Virgilio ad Ariosto e qualcun altro prende dagli scaffali anche Proust). Il criterio di fondo, in quegli anni Cinquanta di straordinarie intraprendenza e operosità, nella Milano dinamica di fabbriche, uffici, grattacieli e metropolitane, è raccontato su “Fatti e Notizie”: “La biblioteca dovrebbe proprio essere la casa dell’uomo e non soltanto del libro… I lettori dovrebbero dare – e lo possono – un apporto diretto, basato sulle personali esperienze e costituito da consigli, suggerimenti, segnalazioni sulla vita della biblioteca… La biblioteca, questa nostra casa già sociale nello scopo e cordiale nello spirito, sarà sempre maggiormente funzionale: una cosa viva, dinamica…”.

In stretta relazione con la Biblioteca, in quella stagione, si muoveva anche il Centro Culturale Pirelli: incontri, letture, dibattiti, con la partecipazione di Cesare Pavese, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Carlo Bo, Giorgio Bassani e gli allora giovani talenti Umberto Eco, Italo Calvino, Dino Buzzati, Gillo Dorfles, ma anche uomini di teatro e cinema, come Luchino Visconti e Giorgio Strehler e musicisti, da John Cage a Karheinz Stockhausen. Molti di loro erano “firme” della Rivista Pirelli. Le immagini dell’epoca testimoniano gran folla di pubblico attento.

L’anno scorso, ecco le iniziative per la nuova biblioteca. Un ambiente confortevole, che invita alla lettura e alla discussione sui libri. Più di 4mila volumi (un numero che cresce di mese in mese, con donazioni e con acquisti, sempre più spesso suggeriti dai dipendenti: negli scaffali c’è posto per 10mila libri). E una frequentazione che s’infittisce: gli utenti registrati in biblioteca sono 300, su 1600 dipendenti che lavorano in Bicocca; in un anno, mediamente, ognuno di loro ha preso in prestito 6 libri. Quasi 70 gli utenti registrati a Bollate, su 300 dipendenti; 3 libri in media, per ognuno di loro.

Cosa si chiede in prestito, da leggere? Novità editoriali, nel 18% dei casi. Saggistica, nel 7,5%. Fumetti, nel 5,5%. E libri per bambini, nel 22%. La narrativa copre il resto del 47,5%. Parecchi, i classici. Un dato da sottolineare: la richiesta di libri per bambini è quella con uno degli incrementi maggiori. Genitori che abituano i figli ad avere confidenza sempre maggiore con la parola scritta e ben illustrata. Un piccolo segno, importante, di civiltà.

Di libri, d’altronde, sono intessute storia e attualità della Pirelli. Tra i più recenti, spesso curati dalla Fondazione Pirelli, i “Racconti di lavoro” con foto storiche e contemporanee e scritti, tra gli altri, di Erri De Luca e Jean-Paul Fitoussi (edito da Mondadori), “Cent’anni per lo sport” (sempre Mondadori), i due volumi sulla comunicazione editi da Corraini (“Una musa tra le ruote” e “La Pubblicità con la P maiuscola”), “Pirelli – Innovazione e passione” di Carlo Bellavite Pellegrini, pubblicato da Il Mulino e, per il mercato internazionale, da Third Millennium Publishing.  E, ancora, i libri sul Calendario Pirelli, editi nel tempo da Rizzoli, Mondadori e Taschen. D’altronde, proprio da uno dei principali libri della letteratura europea, “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, è ispirato proprio l’ultimo Calendario Pirelli presentato con grande successo la scorsa settimana a New York: immagini di Tim Walker, tutto un gioco tra fantasia e sogno, un rimando costante tra progetto e attualità. Anche i più recenti Bilanci Pirelli sono stati pensati con un rimando ai libri: ospitano scritti di Hans Magnus Enzensberger, Guillermo Martinez, William Least Heater-Moon, Javier Cercas, Hanif Khureishi, Javier Marìas. Impresa, cultura, libri, insomma. Non è detto che avesse proprio ragione Mallarmé nel sostenere che “il mondo è fatto per finire in un libro”. Ma certo i libri sono strumento indispensabile per raccontare bene il mondo e le sue ipotesi di cambiamento.

Si festeggia, adesso, l’anniversario della Biblioteca in Bicocca. Con una conversazione su Milano, i libri, il cibo (la letteratura è ricca di racconti sul piacere della cucina e dello stare bene insieme a tavola): sul palcoscenico della grande sala della Torre di raffreddamento, il 20 pomeriggio, alle 18,30, c’è in programma una conversazione tra Alessandro Robecchi, brillante autore di noir ambientati a Milano (l’ultimo è “Torto marcio”, pubblicato in gennaio da Sellerio: una nuova avventura per Carlo Monterossi, autore d’una popolarissima trasmissione trash in Tv, amante di Bob Dylan, maldestro detective per caso) e Filippo La Mantia, “oste e cuoco” come da autodefinizione, uno dei protagonisti della migliore cultura del cibo a Milano.

Pane e cultura”, dunque, per tornare alla brillante sintesi del Centro Culturale Pirelli di cui dicevamo all’inizio. I libri, in Biblioteca, sono una buona opportunità per stare bene insieme.

Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”. Le parole di Marguerite Yourcenar, dalle pagine di “Memorie di Adriano”, stanno sul frontone della grande parete d’ingresso della Biblioteca Pirelli, nel palazzo che ospita l’Headquarters del Gruppo, in Bicocca. E danno il senso di un’iniziativa, la Biblioteca aziendale appunto, che lega impresa e cultura, conoscenze e competenze, piacere del testo e qualità del lavoro in quella comunità speciale che è un’impresa, una grande impresa. Viviamo tempi di crisi (nella duplice accezione dei rischi ma anche delle opportunità dei cambiamenti) e di metamorfosi (ne abbiamo parlato più volte, in questi blog sulla cultura d’impresa). I buoni libri aiutano a capire e a muoversi meglio.

L’immagine dell’“inverno dello spirito” che inquietava l’imperatore Adriano in tempi di bilancio esistenziale ed intellettuale, al tramonto cioè della sua esperienza di vita, può forse sembrare troppo pessimista. Di certo, anche i nostri sono tempi controversi, carichi d’inquietudini. Ed è in ogni caso efficace e opportuna l’idea di accostare i libri ai granai.

La cultura come il pane”, era il titolo d’un articolo che, su “Pirelli – Rivista d’informazione e tecnica”, nel 1951, faceva un bilancio delle attività del Centro Culturale Pirelli, luogo di incontri e dibattiti su letteratura, teatro, cinema, scienza. Un tema popolare. “Pane e alfabeto”, stava scritto, ai primi del Novecento, sulla facciata del “Forno del pane” voluto a Bologna dal sindaco Francesco Zanardi per fornire alimenti a buon mercato e iniziative culturali: lì, adesso, c’è la sede del MAMbo, il Museo d’Arte Moderna, frequentatissimo.

Con uno spazio dei libri aperto ogni giorno per chi lavora in Pirelli, in Bicocca, l’impresa riconferma il suo rapporto con la cultura. Anzi, meglio, ribadisce d’essere cultura. Non una congiunzione. Ma una sintesi. Libri in Biblioteca come stimolo alla cultura diffusa. Biblioteca come elemento d’un complesso sistema di welfare aziendale. Ma anche come cardine d’una maggiore qualità dell’ambiente di lavoro, che incide positivamente sul senso d’appartenenza, sull’orgoglio dell’identità. Biblioteca come luogo di valore. E di valori.

Compie proprio adesso un anno, la Biblioteca aziendale in Bicocca. E’ stata aperta nell’ottobre del 2016, insieme a quella dello stabilimento di Bollate e al potenziamento di quella del Polo Industriale di Settimo Torinese. Anzi, per essere esatti, la Biblioteca è stata “riaperta”. La storia, infatti, racconta che la prima biblioteca Pirelli è del 1928, scelta d’avanguardia in Italia: coniugare lettura e lavoro, pagine e produttività. Nel 1957, giusto sessant’anni fa, un rilancio, in uno spazio moderno e accogliente nel grande stabilimento di viale Sarca (c’erano circa 11mila volumi; e nel 1961, secondo un’inchiesta del periodico aziendale “Fatti e Notizie”, i dipendenti nell’87% dei casi prediligevano i libri di narrativa: Moravia, Pasolini, Papini, Bertolucci, Alvaro… ma alcuni prendevano in prestito anche i grandi “classici”, da Virgilio ad Ariosto e qualcun altro prende dagli scaffali anche Proust). Il criterio di fondo, in quegli anni Cinquanta di straordinarie intraprendenza e operosità, nella Milano dinamica di fabbriche, uffici, grattacieli e metropolitane, è raccontato su “Fatti e Notizie”: “La biblioteca dovrebbe proprio essere la casa dell’uomo e non soltanto del libro… I lettori dovrebbero dare – e lo possono – un apporto diretto, basato sulle personali esperienze e costituito da consigli, suggerimenti, segnalazioni sulla vita della biblioteca… La biblioteca, questa nostra casa già sociale nello scopo e cordiale nello spirito, sarà sempre maggiormente funzionale: una cosa viva, dinamica…”.

In stretta relazione con la Biblioteca, in quella stagione, si muoveva anche il Centro Culturale Pirelli: incontri, letture, dibattiti, con la partecipazione di Cesare Pavese, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Carlo Bo, Giorgio Bassani e gli allora giovani talenti Umberto Eco, Italo Calvino, Dino Buzzati, Gillo Dorfles, ma anche uomini di teatro e cinema, come Luchino Visconti e Giorgio Strehler e musicisti, da John Cage a Karheinz Stockhausen. Molti di loro erano “firme” della Rivista Pirelli. Le immagini dell’epoca testimoniano gran folla di pubblico attento.

L’anno scorso, ecco le iniziative per la nuova biblioteca. Un ambiente confortevole, che invita alla lettura e alla discussione sui libri. Più di 4mila volumi (un numero che cresce di mese in mese, con donazioni e con acquisti, sempre più spesso suggeriti dai dipendenti: negli scaffali c’è posto per 10mila libri). E una frequentazione che s’infittisce: gli utenti registrati in biblioteca sono 300, su 1600 dipendenti che lavorano in Bicocca; in un anno, mediamente, ognuno di loro ha preso in prestito 6 libri. Quasi 70 gli utenti registrati a Bollate, su 300 dipendenti; 3 libri in media, per ognuno di loro.

Cosa si chiede in prestito, da leggere? Novità editoriali, nel 18% dei casi. Saggistica, nel 7,5%. Fumetti, nel 5,5%. E libri per bambini, nel 22%. La narrativa copre il resto del 47,5%. Parecchi, i classici. Un dato da sottolineare: la richiesta di libri per bambini è quella con uno degli incrementi maggiori. Genitori che abituano i figli ad avere confidenza sempre maggiore con la parola scritta e ben illustrata. Un piccolo segno, importante, di civiltà.

Di libri, d’altronde, sono intessute storia e attualità della Pirelli. Tra i più recenti, spesso curati dalla Fondazione Pirelli, i “Racconti di lavoro” con foto storiche e contemporanee e scritti, tra gli altri, di Erri De Luca e Jean-Paul Fitoussi (edito da Mondadori), “Cent’anni per lo sport” (sempre Mondadori), i due volumi sulla comunicazione editi da Corraini (“Una musa tra le ruote” e “La Pubblicità con la P maiuscola”), “Pirelli – Innovazione e passione” di Carlo Bellavite Pellegrini, pubblicato da Il Mulino e, per il mercato internazionale, da Third Millennium Publishing.  E, ancora, i libri sul Calendario Pirelli, editi nel tempo da Rizzoli, Mondadori e Taschen. D’altronde, proprio da uno dei principali libri della letteratura europea, “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, è ispirato proprio l’ultimo Calendario Pirelli presentato con grande successo la scorsa settimana a New York: immagini di Tim Walker, tutto un gioco tra fantasia e sogno, un rimando costante tra progetto e attualità. Anche i più recenti Bilanci Pirelli sono stati pensati con un rimando ai libri: ospitano scritti di Hans Magnus Enzensberger, Guillermo Martinez, William Least Heater-Moon, Javier Cercas, Hanif Khureishi, Javier Marìas. Impresa, cultura, libri, insomma. Non è detto che avesse proprio ragione Mallarmé nel sostenere che “il mondo è fatto per finire in un libro”. Ma certo i libri sono strumento indispensabile per raccontare bene il mondo e le sue ipotesi di cambiamento.

Si festeggia, adesso, l’anniversario della Biblioteca in Bicocca. Con una conversazione su Milano, i libri, il cibo (la letteratura è ricca di racconti sul piacere della cucina e dello stare bene insieme a tavola): sul palcoscenico della grande sala della Torre di raffreddamento, il 20 pomeriggio, alle 18,30, c’è in programma una conversazione tra Alessandro Robecchi, brillante autore di noir ambientati a Milano (l’ultimo è “Torto marcio”, pubblicato in gennaio da Sellerio: una nuova avventura per Carlo Monterossi, autore d’una popolarissima trasmissione trash in Tv, amante di Bob Dylan, maldestro detective per caso) e Filippo La Mantia, “oste e cuoco” come da autodefinizione, uno dei protagonisti della migliore cultura del cibo a Milano.

Pane e cultura”, dunque, per tornare alla brillante sintesi del Centro Culturale Pirelli di cui dicevamo all’inizio. I libri, in Biblioteca, sono una buona opportunità per stare bene insieme.

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