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Geniale cultura creativa

Un libro racconta con vivacità i luoghi e le modalità che favoriscono la nascita dei geni 

La buona impresa nasce spesso dall’intuizione, ma continua a vivere sostenuta dalla capacità dell’imprenditore di avere e mantenere una mente aperta alle sollecitazioni, agli spunti creativi, alle novità, al diverso che improvvisamente appare all’orizzonte del proprio ufficio (e quasi sempre fuori di questo). Mantenersi mentalmente attivi e vivaci. E poi forse non guardare solo “ai conti”, ma anche a qualcosa d’altro. In tutto questo aiuta apprendere da esperienze altrui; della nascita di avventure diverse dalla propria.

E’ quanto accade leggendo “Geografia del genio. Alla ricerca dei luoghi più creativi del mondo. Dall’antica Atene alla Silicon Valley” di Eric Weiner. L’autore si definisce “ viaggiatore filosofico”, più concretamente è un giornalista, corrispondente estero della National Public Radio oltre che collaboratore di alcuni dei più importanti giornali al mondo (dal New York Times al Washigton Post). Viaggiatore e osservatore, dunque, Weiner racconta dei meccanismi e delle condizioni che danno vita ai geni. Apparentemente leggero, il libro è in realtà un buon esercizio mentale per esplorare aspetti inconsueti di una cultura creativa tutto sommato vicina alla cultura d’impresa.

Il volume prende le mosse da una serie di domande. Che cos’è il genio? Come nasce? Perché certi luoghi, in certi momenti, hanno prodotto una grande quantità di menti brillanti e di buone idee, mentre altri no? Oggi sappiamo – viene spiegato all’inizio del volume -, che le persone geniali non nascono singolarmente, a caso, bensì a gruppi. Il genio tende a fare massa, e la genetica c’entra pochissimo: le epoche d’oro vanno e vengono molto più rapidamente di quanto cambi il patrimonio genetico. Quali sono le cause, quindi? Il clima? La ricchezza?

Weiner esamina le connessioni, anche le più inaspettate, tra l’ingegno e l’ambiente in cui si sviluppa, e lo fa viaggiando in sette luoghi esemplari: alcuni sono enormi metropoli, come la Vienna del 1900, altri sono piccoli centri, come la Firenze del Cinquecento. Certi, come l’antica Atene, sono ben noti; altri, come la Calcutta del XIX secolo, lo sono meno. Ciascuno di questi posti, tuttavia, ha rappresentato un momento culminante nella storia dell’umanità. Ed ha dei tratti comuni. Come quello di essere città, cioè comunità di persone. Scambio, confronto, ancora sollecitazioni e incoraggiamenti, sembrano essere questi alcuni degli elementi essenziali per la nascita di persone geniali. Il genio, è uno dei messaggi di Weiner, non nasce come un atto individuale ma da una responsabilità collettiva.

Il libro di Weiner è da leggere con attenzione anche se è scritto in maniera leggera. Scrive l’autore quasi alla fine del suo libro: “Noi rendiamo la creatività ancora più dolorosa restando attaccati ai miti che non ci aiutano. In particolare, il mito del genio solitario consuma le nostre energie. Le grandi aziende spendono enormi somme di denaro in laboratori per aiutare i dipendenti a ‘pensare in modo creativo’, una nobile ambizione, ma destinata a rivelarsi vana se l’ambiente in cui lavorano non è aperto alle nuove idee”. E poco dopo: “La creatività è un rapporto che si svolge all’incrocio fra persona e luogo”.

Geografia del genio. Alla ricerca dei luoghi più creativi del mondo. Dall’antica Atene alla Silicon Valley

di Eric Weiner

Bompiani, 2016

Un libro racconta con vivacità i luoghi e le modalità che favoriscono la nascita dei geni 

La buona impresa nasce spesso dall’intuizione, ma continua a vivere sostenuta dalla capacità dell’imprenditore di avere e mantenere una mente aperta alle sollecitazioni, agli spunti creativi, alle novità, al diverso che improvvisamente appare all’orizzonte del proprio ufficio (e quasi sempre fuori di questo). Mantenersi mentalmente attivi e vivaci. E poi forse non guardare solo “ai conti”, ma anche a qualcosa d’altro. In tutto questo aiuta apprendere da esperienze altrui; della nascita di avventure diverse dalla propria.

E’ quanto accade leggendo “Geografia del genio. Alla ricerca dei luoghi più creativi del mondo. Dall’antica Atene alla Silicon Valley” di Eric Weiner. L’autore si definisce “ viaggiatore filosofico”, più concretamente è un giornalista, corrispondente estero della National Public Radio oltre che collaboratore di alcuni dei più importanti giornali al mondo (dal New York Times al Washigton Post). Viaggiatore e osservatore, dunque, Weiner racconta dei meccanismi e delle condizioni che danno vita ai geni. Apparentemente leggero, il libro è in realtà un buon esercizio mentale per esplorare aspetti inconsueti di una cultura creativa tutto sommato vicina alla cultura d’impresa.

Il volume prende le mosse da una serie di domande. Che cos’è il genio? Come nasce? Perché certi luoghi, in certi momenti, hanno prodotto una grande quantità di menti brillanti e di buone idee, mentre altri no? Oggi sappiamo – viene spiegato all’inizio del volume -, che le persone geniali non nascono singolarmente, a caso, bensì a gruppi. Il genio tende a fare massa, e la genetica c’entra pochissimo: le epoche d’oro vanno e vengono molto più rapidamente di quanto cambi il patrimonio genetico. Quali sono le cause, quindi? Il clima? La ricchezza?

Weiner esamina le connessioni, anche le più inaspettate, tra l’ingegno e l’ambiente in cui si sviluppa, e lo fa viaggiando in sette luoghi esemplari: alcuni sono enormi metropoli, come la Vienna del 1900, altri sono piccoli centri, come la Firenze del Cinquecento. Certi, come l’antica Atene, sono ben noti; altri, come la Calcutta del XIX secolo, lo sono meno. Ciascuno di questi posti, tuttavia, ha rappresentato un momento culminante nella storia dell’umanità. Ed ha dei tratti comuni. Come quello di essere città, cioè comunità di persone. Scambio, confronto, ancora sollecitazioni e incoraggiamenti, sembrano essere questi alcuni degli elementi essenziali per la nascita di persone geniali. Il genio, è uno dei messaggi di Weiner, non nasce come un atto individuale ma da una responsabilità collettiva.

Il libro di Weiner è da leggere con attenzione anche se è scritto in maniera leggera. Scrive l’autore quasi alla fine del suo libro: “Noi rendiamo la creatività ancora più dolorosa restando attaccati ai miti che non ci aiutano. In particolare, il mito del genio solitario consuma le nostre energie. Le grandi aziende spendono enormi somme di denaro in laboratori per aiutare i dipendenti a ‘pensare in modo creativo’, una nobile ambizione, ma destinata a rivelarsi vana se l’ambiente in cui lavorano non è aperto alle nuove idee”. E poco dopo: “La creatività è un rapporto che si svolge all’incrocio fra persona e luogo”.

Geografia del genio. Alla ricerca dei luoghi più creativi del mondo. Dall’antica Atene alla Silicon Valley

di Eric Weiner

Bompiani, 2016

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