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Il tempo e l’impresa

Una ricerca del Politecnico di Milano ragiona sull’organizzazione del lavoro da parte degli alti livelli dell’organizzazione della produzione

Il tempo è un fattore della produzione e anche dalla sua gestione dipende la produttività aziendale e il successo dell’impresa. Questione di tecnica e di organizzazione, ma anche di cultura, l’uso del tempo di lavoro è uno di quegli aspetti cruciali della produzione. Anche  e soprattutto oggi. E anche per chi, imprenditore o manager, è posto in cima alla scala organizzativa. “Analisi della gestione del tempo dei CEO: il caso italiano” – lavoro di Angela Vitale nell’ambito della Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione del Politecnico di Milano -, è una interessante lettura per chi voglia guardare più da vicino come gli amministratori delle imprese si pongono nei confronti dell’uso del loro tempo.

Il lavoro, dopo una analisi della letterata esistente sull’uso del tempo in azienda, si inserisce nell’ambito di attività del Progetto StiMa (del Politecnico di Milano), che ha l’obiettivo di studiare l’organizzazione dei top manager delle imprese italiane, i loro diversi stili di lavoro e il peso che questi hanno sui risultati aziendali. E’ in questo contesto che a 241 manager sono stati somministrati dei questionari per capire direttamente dagli interessanti l’organizzazione del loro lavoro e, appunto, del loro tempo.

I risultati confermano l’idea di base: la gestione del tempo di un amministratore delegato è una “variabile che influenza le performance aziendali”. Ma è dal dettaglio dei numeri che emrgono le differenze fra impresa e impresa, variazioni che di fatto riflettono l’origine stessa dell’azienda e la cultura che la permea. Fra impresa familiare e impresa di capitali, le differenze nelle selezione dei manager sono già note, ma si riflettono anche in come questi ultimi usano le ore a disposizione. Nel caso di aziende non familiari, i CEO sono più inclini ad incontrare persone al di fuori dell’impresa, più attenzione è dedicata ai sindacati e agli enti governativi; al contrario, i CEO di impresa familiari  si “interfacciano maggiormente con i finanziatori e persone di altre aziende”. Differenze importanti, poi, corrono anche fra chi agisce in aziende del Nord rispetto a quelle del Mezzogiorno, fra chi è più giovane e chi, invece, ha sulle spalle diverse anni d’esperienza.

Il lavoro di Angela Vitale deve essere preso per ciò che rappresenta: una ricerca basata su un campione statisticamente definito “esiguo” di elementi indagati. Ma è comunque una lettura da fare per comprendere i tratti generali dell’uso di un fattore della produzione la cui importanza è spesso – anche culturalmente -, sottovalutata.

Analisi della gestione del tempo dei CEO: il caso italiano

Angela Vitale

Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione del Politecnico di Milano, 2015

Una ricerca del Politecnico di Milano ragiona sull’organizzazione del lavoro da parte degli alti livelli dell’organizzazione della produzione

Il tempo è un fattore della produzione e anche dalla sua gestione dipende la produttività aziendale e il successo dell’impresa. Questione di tecnica e di organizzazione, ma anche di cultura, l’uso del tempo di lavoro è uno di quegli aspetti cruciali della produzione. Anche  e soprattutto oggi. E anche per chi, imprenditore o manager, è posto in cima alla scala organizzativa. “Analisi della gestione del tempo dei CEO: il caso italiano” – lavoro di Angela Vitale nell’ambito della Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione del Politecnico di Milano -, è una interessante lettura per chi voglia guardare più da vicino come gli amministratori delle imprese si pongono nei confronti dell’uso del loro tempo.

Il lavoro, dopo una analisi della letterata esistente sull’uso del tempo in azienda, si inserisce nell’ambito di attività del Progetto StiMa (del Politecnico di Milano), che ha l’obiettivo di studiare l’organizzazione dei top manager delle imprese italiane, i loro diversi stili di lavoro e il peso che questi hanno sui risultati aziendali. E’ in questo contesto che a 241 manager sono stati somministrati dei questionari per capire direttamente dagli interessanti l’organizzazione del loro lavoro e, appunto, del loro tempo.

I risultati confermano l’idea di base: la gestione del tempo di un amministratore delegato è una “variabile che influenza le performance aziendali”. Ma è dal dettaglio dei numeri che emrgono le differenze fra impresa e impresa, variazioni che di fatto riflettono l’origine stessa dell’azienda e la cultura che la permea. Fra impresa familiare e impresa di capitali, le differenze nelle selezione dei manager sono già note, ma si riflettono anche in come questi ultimi usano le ore a disposizione. Nel caso di aziende non familiari, i CEO sono più inclini ad incontrare persone al di fuori dell’impresa, più attenzione è dedicata ai sindacati e agli enti governativi; al contrario, i CEO di impresa familiari  si “interfacciano maggiormente con i finanziatori e persone di altre aziende”. Differenze importanti, poi, corrono anche fra chi agisce in aziende del Nord rispetto a quelle del Mezzogiorno, fra chi è più giovane e chi, invece, ha sulle spalle diverse anni d’esperienza.

Il lavoro di Angela Vitale deve essere preso per ciò che rappresenta: una ricerca basata su un campione statisticamente definito “esiguo” di elementi indagati. Ma è comunque una lettura da fare per comprendere i tratti generali dell’uso di un fattore della produzione la cui importanza è spesso – anche culturalmente -, sottovalutata.

Analisi della gestione del tempo dei CEO: il caso italiano

Angela Vitale

Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione del Politecnico di Milano, 2015

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