Musei vivi d’impresa
In poche pagine lo schema interpretativo, le realizzazione e le linee guida di uno degli strumenti d’eccellenza per capire la cultura del produrre in Italia
L’impresa si può raccontare. L’assunto è ormai entrato a far parte del patrimonio culturale di una porzione importante del management e dell’imprenditoria italiane. Occorre però continuare sulla strada della scoperta e dell’approfondimento del significato del racconto d’impresa e degli strumenti diversi attraverso i quali questo si può esplicitare. Serve, quindi, capire meglio e apprendere da ciò che è già stato fatto. È il caso dei musei d’impresa: raffigurazione materiali del passato aziendale, ma anche, se ben interpretati, del significato della presenza di un fabbrica in un determinato territorio.
Per avere un quadro utile di cosa è già stato fatto, è possibile leggere “Il museo d’impresa: rassegna della letteratura” di Andrea Quintiliani.
Si tratta di una analisi chiara e puntuale dei maggiori studi pubblicati negli ultimi anni sul tema dei musei d’impresa, che ha il pregio di fissare già dalle prime righe il mutamento dei queste attività. “Il museo aziendale – scrive infatti Quintiliani -, si configura quale strumento poliedrico di marketing capace di attivare e sensibilizzare sistemi valoriali che afferiscono alla più ampia sfera della riconoscibilità e identità del brand d’impresa”. L’autore però rileva il difetto che ha accompagnato molte delle “interpretazioni” dei musei aziendali fino ad oggi: il loro uso quasi esclusivo come strumenti commerciali.
Il salto di qualità che occorre fare, secondo Quintiliani, è proprio qui: far passare i musei d’impresa da strumenti di semplice marketing a qualcosa di diverso e più complesso. “Queste strutture sono espressione dell’orientamento (sociale) dell’azienda nel soddisfare le legittime aspettative degli stakeholders (in primo luogo, i dipendenti e il territorio/comunità locale)”. Ma non solo, perché sempre secondo Quintiliani il “ museo aziendale svolge una ulteriore funzione di valorizzazione del patrimonio culturale di un territorio, in quanto testimone delle capacità, conoscenze, risorse, consuetudini e tradizioni che hanno contraddistinto un’area circoscritta del territorio (comunità locale). Ne consegue che il modello comunicativo del museo aziendale si svincola dalla logica di marketing d’impresa per assumere una valenza di ordine superiore in quanto capace di rievocare un processo di sviluppo collettivo che non riguarda unicamente l’azienda ma che abbraccia una intera collettività; da ciò, ponendosi quale soggetto culturale e strumento complementare ai musei tradizionali nella rappresentazione del progresso culturale ed economico di un territorio”.
Da qui l’analisi della situazione dei principali musei d’impresa (e attività collaterali), presenti in Italia oltre che lo schema degli obiettivi che iniziative di questo genere si possono porre nei confronti della gestione aziendale. Vengono poi fornite delle linee-guida per la creazione e la valorizzazione della cultura d’impresa attraverso i musei.
Scrive Quintiliani concludendo il suo lavoro che è tutto da leggere: “L’impresa capace di ascoltare ed interpretare il proprio territorio è quella che coniuga sapientemente gli obblighi di redditività economica con le aspettative anche immateriali del territorio di riferimento”.
Il museo d’impresa: rassegna della letteratura
Andrea Quintiliani (Università Telematica Pegaso, Napoli)
XXVII Convegno annuale di Sinergie, Heritage, management e impresa: quali sinergie? – Università degli Studi del Molise, sede di Termoli
Sinergie Journal, 2016
The company museum: review of literature
In poche pagine lo schema interpretativo, le realizzazione e le linee guida di uno degli strumenti d’eccellenza per capire la cultura del produrre in Italia
L’impresa si può raccontare. L’assunto è ormai entrato a far parte del patrimonio culturale di una porzione importante del management e dell’imprenditoria italiane. Occorre però continuare sulla strada della scoperta e dell’approfondimento del significato del racconto d’impresa e degli strumenti diversi attraverso i quali questo si può esplicitare. Serve, quindi, capire meglio e apprendere da ciò che è già stato fatto. È il caso dei musei d’impresa: raffigurazione materiali del passato aziendale, ma anche, se ben interpretati, del significato della presenza di un fabbrica in un determinato territorio.
Per avere un quadro utile di cosa è già stato fatto, è possibile leggere “Il museo d’impresa: rassegna della letteratura” di Andrea Quintiliani.
Si tratta di una analisi chiara e puntuale dei maggiori studi pubblicati negli ultimi anni sul tema dei musei d’impresa, che ha il pregio di fissare già dalle prime righe il mutamento dei queste attività. “Il museo aziendale – scrive infatti Quintiliani -, si configura quale strumento poliedrico di marketing capace di attivare e sensibilizzare sistemi valoriali che afferiscono alla più ampia sfera della riconoscibilità e identità del brand d’impresa”. L’autore però rileva il difetto che ha accompagnato molte delle “interpretazioni” dei musei aziendali fino ad oggi: il loro uso quasi esclusivo come strumenti commerciali.
Il salto di qualità che occorre fare, secondo Quintiliani, è proprio qui: far passare i musei d’impresa da strumenti di semplice marketing a qualcosa di diverso e più complesso. “Queste strutture sono espressione dell’orientamento (sociale) dell’azienda nel soddisfare le legittime aspettative degli stakeholders (in primo luogo, i dipendenti e il territorio/comunità locale)”. Ma non solo, perché sempre secondo Quintiliani il “ museo aziendale svolge una ulteriore funzione di valorizzazione del patrimonio culturale di un territorio, in quanto testimone delle capacità, conoscenze, risorse, consuetudini e tradizioni che hanno contraddistinto un’area circoscritta del territorio (comunità locale). Ne consegue che il modello comunicativo del museo aziendale si svincola dalla logica di marketing d’impresa per assumere una valenza di ordine superiore in quanto capace di rievocare un processo di sviluppo collettivo che non riguarda unicamente l’azienda ma che abbraccia una intera collettività; da ciò, ponendosi quale soggetto culturale e strumento complementare ai musei tradizionali nella rappresentazione del progresso culturale ed economico di un territorio”.
Da qui l’analisi della situazione dei principali musei d’impresa (e attività collaterali), presenti in Italia oltre che lo schema degli obiettivi che iniziative di questo genere si possono porre nei confronti della gestione aziendale. Vengono poi fornite delle linee-guida per la creazione e la valorizzazione della cultura d’impresa attraverso i musei.
Scrive Quintiliani concludendo il suo lavoro che è tutto da leggere: “L’impresa capace di ascoltare ed interpretare il proprio territorio è quella che coniuga sapientemente gli obblighi di redditività economica con le aspettative anche immateriali del territorio di riferimento”.
Il museo d’impresa: rassegna della letteratura
Andrea Quintiliani (Università Telematica Pegaso, Napoli)
XXVII Convegno annuale di Sinergie, Heritage, management e impresa: quali sinergie? – Università degli Studi del Molise, sede di Termoli
Sinergie Journal, 2016