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Aperti al mondo dell’innovazione

L’open innovation è il modello valido per crescere, anche in versione italiana. Un libro spiega come e perchè

Aperti al mondo e alle novità per crescere meglio e in modo più solido. E’ l’indicazione che sempre di più emerge dal sistema delle imprese. Una cultura del produrre che solo in apparenza è facile da applicare, ma che in realtà rappresenta un salto di qualità importante. E ancora una volta, per capire meglio, più che la teoria occorre la pratica. Anche quella raccontata in “Open Innovation Made in Italy. Lo sviluppo dell’innovazione aperta nelle imprese italiane” libro pubblicato recentemente e curato da Giuseppe Iacobelli insieme ad una serie di altri ricercatori.

Il libro cerca di rispondere ad una domanda: le imprese italiane possono adottare il paradigma dell’innovazione aperta nelle proprie strategie di ricerca e sviluppo? Detto in altri termini, i saggi contenuti nel volume si interrogano sulle prospettive dell’adozione del paradigma d’innovazione aperta per affrontare efficacemente le strategie d’impresa e rilanciare la sfida dell’innovazione nel nostro Paese. Un traguardo che però può essere raggiunto solo dotandosi di idonei sistemi organizzativi e cognitivi, risorse economiche e figure dedicate e capaci di gestire con efficienza i nuovi processi, ma anche di un adeguato approccio dal punto di vista imprenditoriale e manageriale.

Insieme delicato, dunque, quello che porta un’impresa ad aprirsi al mondo dell’innovazione in maniera adeguata. Una cassetta degli attrezzi che il libro riempie non tanto con la teoria, ma con cinque casi aziendali reali. Passano sotto gli occhi del lettore le storie di Amadori, ZCube di Zambon, iGuzzini, JCube del Gruppo Maccaferri, F-Lab di Fluid-o-Tech. Accanto ad esse, naturalmente, anche l’approfondimento dei paradigmi di fondo che sostengono l’open innovation anche per quanto riguarda le tendenze in atto a livello internazionale nella collaborazione tra imprenditori, startup, università, ricerca, finanza, istituzioni.

Ciò che emerge, non è solo un serie di “casi studio”, ma anche la possibilità di dare vita ad un “modello italiano” di open innovation nel quale aziende consolidate e startup possono scambiarsi risorse strategiche e generare opportunità per entrambi.

Open Innovation Made in Italy. Lo sviluppo dell’innovazione aperta nelle imprese italiane

a cura di Giuseppe Iacobelli

Franco Angeli, 2018

L’open innovation è il modello valido per crescere, anche in versione italiana. Un libro spiega come e perchè

Aperti al mondo e alle novità per crescere meglio e in modo più solido. E’ l’indicazione che sempre di più emerge dal sistema delle imprese. Una cultura del produrre che solo in apparenza è facile da applicare, ma che in realtà rappresenta un salto di qualità importante. E ancora una volta, per capire meglio, più che la teoria occorre la pratica. Anche quella raccontata in “Open Innovation Made in Italy. Lo sviluppo dell’innovazione aperta nelle imprese italiane” libro pubblicato recentemente e curato da Giuseppe Iacobelli insieme ad una serie di altri ricercatori.

Il libro cerca di rispondere ad una domanda: le imprese italiane possono adottare il paradigma dell’innovazione aperta nelle proprie strategie di ricerca e sviluppo? Detto in altri termini, i saggi contenuti nel volume si interrogano sulle prospettive dell’adozione del paradigma d’innovazione aperta per affrontare efficacemente le strategie d’impresa e rilanciare la sfida dell’innovazione nel nostro Paese. Un traguardo che però può essere raggiunto solo dotandosi di idonei sistemi organizzativi e cognitivi, risorse economiche e figure dedicate e capaci di gestire con efficienza i nuovi processi, ma anche di un adeguato approccio dal punto di vista imprenditoriale e manageriale.

Insieme delicato, dunque, quello che porta un’impresa ad aprirsi al mondo dell’innovazione in maniera adeguata. Una cassetta degli attrezzi che il libro riempie non tanto con la teoria, ma con cinque casi aziendali reali. Passano sotto gli occhi del lettore le storie di Amadori, ZCube di Zambon, iGuzzini, JCube del Gruppo Maccaferri, F-Lab di Fluid-o-Tech. Accanto ad esse, naturalmente, anche l’approfondimento dei paradigmi di fondo che sostengono l’open innovation anche per quanto riguarda le tendenze in atto a livello internazionale nella collaborazione tra imprenditori, startup, università, ricerca, finanza, istituzioni.

Ciò che emerge, non è solo un serie di “casi studio”, ma anche la possibilità di dare vita ad un “modello italiano” di open innovation nel quale aziende consolidate e startup possono scambiarsi risorse strategiche e generare opportunità per entrambi.

Open Innovation Made in Italy. Lo sviluppo dell’innovazione aperta nelle imprese italiane

a cura di Giuseppe Iacobelli

Franco Angeli, 2018

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