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Conoscere per crescere

La crescita dell’impresa passa anche per una buona politica industriale. Principio apparentemente banale, questo in realtà è uno dei nodi da sciogliere in Italia e non solo.  Perché l’azienda che diventa impresa può aver il migliore imprenditore sul mercato, dotarsi dei più efficaci manager, effettuare la migliore organizzazione della produzione ma ritrovarsi stretta nei lacci di una politica irrazionale, opposta a quanto serve, dedita all’autopromozione piuttosto che alla valorizzazione delle potenzialità produttive alle quali viene applicata.

Che fare dunque? Una serie di importanti risposte – che arricchiscono anche la cultura d’impresa non solo degli imprenditori ma anche dei decisori politici e istituzionali -, arriva da Franco Mosconi (professore di Economia industriale all’Università di Parma ma soprattutto fine conoscitore dei meccanismi di crescita e di declino dell’industria manifatturiera e dei loro legami con quelli delle politiche nazionali ed europee).  Mosconi ha appena dato alle stampe “The New European Industrial Policy: Global Competitiveness and the Manufactoring Renaissance”: una sorta di condensato di buone politiche industriali per rilanciare la punta di diamante del sistema produttivo di un Paese: la manifattura.

La proposta contenuta nel libro si basa su una politica industriale che sia almeno europea e non solo nazionale e che punti tutto su una serie di azioni che – efficacemente -, Mosconi  riassume nell’immagine di un triangolo. Un lato della figura è costituito dalla politica della concorrenza, un altro da quella commerciale (e quindi tutto ciò che tocca gli scambi, i dazi e le dogane), il terzo lato, infine, è formato dalla politica degli investimenti in conoscenza vista come la vera chiave per far riagguantare alla manifattura la strada della crescita. Tutto, guidato da una governance comune che riesca davvero ad essere tale.

Per dimostrare tutto questo, Mosconi adotta un percorso in cinque tappe (capitoli), che passano dall’analisi dell’attuale politica industriale europea al ruolo delle grandi imprese (ma anche delle medie e delle piccole), dall’approfondimento dei termini del dibattito sui modelli di capitalismo possibile all’esame dei diversi progetti comunitari per finire all’analisi del rapporto fra Stato e mercato.

La fatica letteraria di Mosconi è densa, necessita di attenzione per essere letta con efficacia , richiama una notevole mole di ricerche e di approfondimenti sul campo. Ma è certamente una buona lettura per chi voglia non solo gestire un’impresa ma anche collocare la sua attività in un contesto di conoscenze che rispecchia una realtà complessa e in movimento.

The New European Industrial Policy: Global Competitiveness and the Manufactoring Renaissance

Franco Mosconi

Routledge, 2015

La crescita dell’impresa passa anche per una buona politica industriale. Principio apparentemente banale, questo in realtà è uno dei nodi da sciogliere in Italia e non solo.  Perché l’azienda che diventa impresa può aver il migliore imprenditore sul mercato, dotarsi dei più efficaci manager, effettuare la migliore organizzazione della produzione ma ritrovarsi stretta nei lacci di una politica irrazionale, opposta a quanto serve, dedita all’autopromozione piuttosto che alla valorizzazione delle potenzialità produttive alle quali viene applicata.

Che fare dunque? Una serie di importanti risposte – che arricchiscono anche la cultura d’impresa non solo degli imprenditori ma anche dei decisori politici e istituzionali -, arriva da Franco Mosconi (professore di Economia industriale all’Università di Parma ma soprattutto fine conoscitore dei meccanismi di crescita e di declino dell’industria manifatturiera e dei loro legami con quelli delle politiche nazionali ed europee).  Mosconi ha appena dato alle stampe “The New European Industrial Policy: Global Competitiveness and the Manufactoring Renaissance”: una sorta di condensato di buone politiche industriali per rilanciare la punta di diamante del sistema produttivo di un Paese: la manifattura.

La proposta contenuta nel libro si basa su una politica industriale che sia almeno europea e non solo nazionale e che punti tutto su una serie di azioni che – efficacemente -, Mosconi  riassume nell’immagine di un triangolo. Un lato della figura è costituito dalla politica della concorrenza, un altro da quella commerciale (e quindi tutto ciò che tocca gli scambi, i dazi e le dogane), il terzo lato, infine, è formato dalla politica degli investimenti in conoscenza vista come la vera chiave per far riagguantare alla manifattura la strada della crescita. Tutto, guidato da una governance comune che riesca davvero ad essere tale.

Per dimostrare tutto questo, Mosconi adotta un percorso in cinque tappe (capitoli), che passano dall’analisi dell’attuale politica industriale europea al ruolo delle grandi imprese (ma anche delle medie e delle piccole), dall’approfondimento dei termini del dibattito sui modelli di capitalismo possibile all’esame dei diversi progetti comunitari per finire all’analisi del rapporto fra Stato e mercato.

La fatica letteraria di Mosconi è densa, necessita di attenzione per essere letta con efficacia , richiama una notevole mole di ricerche e di approfondimenti sul campo. Ma è certamente una buona lettura per chi voglia non solo gestire un’impresa ma anche collocare la sua attività in un contesto di conoscenze che rispecchia una realtà complessa e in movimento.

The New European Industrial Policy: Global Competitiveness and the Manufactoring Renaissance

Franco Mosconi

Routledge, 2015

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