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Eccezionale ordinaria impresa

In un libro 24 storie d’aziende e di imprenditori che riescono a conciliare buoni bilanci e buona cultura del produrre

Le impese sono fatte per davvero di donne e uomini coraggiosi. Gente che si impegna, un po’ visionaria, non folle ma determinata. E’ poi da queste condizioni umane che nasce e cresce la cultura d’impresa che nel tempo rende unica ogni realtà produttiva che si rispetti. E, come spesso accade, è proprio dal racconto delle esperienze già fatte che si impara di più, oltre a conoscere meglio e a fondo i motivi del successo (e talvolta dell’insuccesso) di quanto è accaduto.

È per questo che è utile e importante leggere “Storie di ordinaria economia” di Massimo Folador pubblicato qualche settimana fa.

Il libro raccoglie le testimonianze di 24 imprese e dei protagonisti che le animano.  Storie, racconti di uomini e donne – appunto –, prima che di organizzazioni della produzione. Storie dalle quali emerge innanzitutto una predisposizione a guidare l’azienda gradualmente, a tratti quasi rallentando; essere imprenditori e manager quasi avendo una vista lunga del buon padre di famiglia e soprattutto in controtendenza rispetto ai ritmi pressanti del cambiamento. Camminare invece di correre. E anche con questo, non perdere nessun appuntamento importante, arrivare puntuali ad ogni impegno aziendale.

Il libro di Folador in circa 150 pagine fa quindi emergere le vicende di aziende che hanno deciso di mettere a bilancio il benessere del loro capitale umano e la loro capacità di agire socialmente sul territorio in cui operano. E non si tratta solo di realtà piccole, sparse magari in territori sconosciuti, ai margini dell’economia. Nel gran gruppo di aziende che Folador porta alla ribalta c’è di tutto.  Pagina dopo pagina si incontrano le storie di Add Value, AIDDA, Arimondo, Assimoco, Banca Etica, Basf, Call&Call, Cemon, CivitasViate, Cooperativa sociale Ai Rucc, Eurospin, GOEL, Gruppo Teddy, Gulliver, Loccioni, Manital, Nau, Ospedale di Locarno, Pedrollo,Phonetica, Sacchi, Yamamay. Cui si aggiungono le realtà culturali e sportive dell’Orchestra Sinfonica Rossini e l’esperienza del Rugby Parabiago. Organizzazioni efficienti della produzione – ci mancherebbe altro -, ma gestite con un passo diverso e in comparti diversissimi che vanno dalla distribuzione alla chimica, passando per l’arte e la cultura, per la finanza e la logistica oppure la sanità.

Scrive l’autore ad un certo punto del libro cercando di sintetizzare il senso di ciò che vi è raccontato: “Come per i contadini che ogni giorno sperimentano ciò che serve fare perché il raccolto sia abbondante, predisponendo il terreno per quelli successivi, così anche nel mondo dell’impresa oggi è divenuto importante «scrutare il terreno» dentro cui «seminiamo» le nostre azioni”. Bella l’introduzione di Marco Girardo che, descrivendo le condizioni in cui le imprese oggi devono operare, dice della presenza di “un tiro alla fune tra la fuga in avanti del mercato e la ricerca della qualità che richiederebbe invece tempi più lunghi e un’attenzione diversa”.

“Storie di ordinaria economia” racconta proprio come si può vincere al quotidiano tiro alla fune delle imprese.

Storie di ordinaria economia

Massimo Folador

Guerini Next, 2017

In un libro 24 storie d’aziende e di imprenditori che riescono a conciliare buoni bilanci e buona cultura del produrre

Le impese sono fatte per davvero di donne e uomini coraggiosi. Gente che si impegna, un po’ visionaria, non folle ma determinata. E’ poi da queste condizioni umane che nasce e cresce la cultura d’impresa che nel tempo rende unica ogni realtà produttiva che si rispetti. E, come spesso accade, è proprio dal racconto delle esperienze già fatte che si impara di più, oltre a conoscere meglio e a fondo i motivi del successo (e talvolta dell’insuccesso) di quanto è accaduto.

È per questo che è utile e importante leggere “Storie di ordinaria economia” di Massimo Folador pubblicato qualche settimana fa.

Il libro raccoglie le testimonianze di 24 imprese e dei protagonisti che le animano.  Storie, racconti di uomini e donne – appunto –, prima che di organizzazioni della produzione. Storie dalle quali emerge innanzitutto una predisposizione a guidare l’azienda gradualmente, a tratti quasi rallentando; essere imprenditori e manager quasi avendo una vista lunga del buon padre di famiglia e soprattutto in controtendenza rispetto ai ritmi pressanti del cambiamento. Camminare invece di correre. E anche con questo, non perdere nessun appuntamento importante, arrivare puntuali ad ogni impegno aziendale.

Il libro di Folador in circa 150 pagine fa quindi emergere le vicende di aziende che hanno deciso di mettere a bilancio il benessere del loro capitale umano e la loro capacità di agire socialmente sul territorio in cui operano. E non si tratta solo di realtà piccole, sparse magari in territori sconosciuti, ai margini dell’economia. Nel gran gruppo di aziende che Folador porta alla ribalta c’è di tutto.  Pagina dopo pagina si incontrano le storie di Add Value, AIDDA, Arimondo, Assimoco, Banca Etica, Basf, Call&Call, Cemon, CivitasViate, Cooperativa sociale Ai Rucc, Eurospin, GOEL, Gruppo Teddy, Gulliver, Loccioni, Manital, Nau, Ospedale di Locarno, Pedrollo,Phonetica, Sacchi, Yamamay. Cui si aggiungono le realtà culturali e sportive dell’Orchestra Sinfonica Rossini e l’esperienza del Rugby Parabiago. Organizzazioni efficienti della produzione – ci mancherebbe altro -, ma gestite con un passo diverso e in comparti diversissimi che vanno dalla distribuzione alla chimica, passando per l’arte e la cultura, per la finanza e la logistica oppure la sanità.

Scrive l’autore ad un certo punto del libro cercando di sintetizzare il senso di ciò che vi è raccontato: “Come per i contadini che ogni giorno sperimentano ciò che serve fare perché il raccolto sia abbondante, predisponendo il terreno per quelli successivi, così anche nel mondo dell’impresa oggi è divenuto importante «scrutare il terreno» dentro cui «seminiamo» le nostre azioni”. Bella l’introduzione di Marco Girardo che, descrivendo le condizioni in cui le imprese oggi devono operare, dice della presenza di “un tiro alla fune tra la fuga in avanti del mercato e la ricerca della qualità che richiederebbe invece tempi più lunghi e un’attenzione diversa”.

“Storie di ordinaria economia” racconta proprio come si può vincere al quotidiano tiro alla fune delle imprese.

Storie di ordinaria economia

Massimo Folador

Guerini Next, 2017

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