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Guardare al futuro in 11 modi diversi

Che fare per andare avanti? La domanda è una di quelle che aziende e imprenditori, cittadini e Istituzioni si pongono sempre più spesso. La risposta è complessa, non univoca, necessariamente composta da più parti, coinvolge aspetti tecnici ma anche cultura del fare impresa così come del vivere sociale.

Servono, quindi, strumenti per ragionare in maniera differente da prima. Come “11 idee per l’Italia” appena pubblicato da Marsilio con la prefazione di Aldo Bonomi che scrive: “Per me quello che il lettore ha in mano è, in primo luogo, un repertorio di tracce di futuro”. Anche per le imprese, così come per l’economia in senso più lato. E partendo da una constatazione: qui non si tratta di affrontare una crisi e basta, ma una cesura storica. E non occorre pensare alla crescita, ma allo sviluppo (cosa ben più complessa e affascinante).

A cimentarsi con le idee che potrebbero essere valide per un compito di questo genere, sono autori sui generis (nel senso che tutti di mestiere fanno anche altro oltre che scrivere), che avanzano 11 proposte su altrettanti temi dell’economia e della società, anche inusuali. Si tratta, per esempio, dell’idea di riciclare i capannoni e i siti industriali dismessi per eventi culturali (Mario Brunello), di applicare alle carceri la sperimentazione di nuovi modelli abitativi dando anche una formazione in più ai detenuti (Aldo Cibic), di passare dai contratti di lavoro collettivi al “contratto personale” fra imprenditore e lavoratore (Gigi Copiello e Luca Vignaga), di assumere i grandi eventi come motore di sviluppo dell’economia nazionale e locale (Roberto Daneo), di razionalizzazione l’intervento delle Amministrazioni Locali, con gli esempi di chi lo ha già fatto (Silvia Fattore), di metter mano razionalizzandolo al sistema-moda in Italia dandogli  connotati più economici ed efficienti (Maria Luisa Frisa), ugualmente di lavorare per una maggiore efficienza economica del sistema museale nazionale sfruttando meglio le sue ricadute economiche (Guido Guerzoni). Ma il libro contiene anche proposte su come “salvare” le banche italiane collegandole all’edilizia attraverso il social housing (Massimo Malvestio), su come “comunicare” meglio l’Italia abbandonando gli stereotipi e guardando di più alla produzione reale del Paese (Davide Rampello), su come riutilizzare gli sprechi alimentari dando vita ad un nuovo comparto produttivo (Andrea Segrè)e, infine, su come sia possibile tornare nel paese a fare ricerca scientifica (Ester Zito).

Ciò che ne emerge è una sintesi – il volume non arriva a 140 pagine -, succosa e stimolante, di quanto potrebbe essere intrapreso per ridare luce alle prospettive nazionali, partendo dall’economia insieme alla cultura, dall’imprenditorialità applicata in maniera magari diversa alla produzione e al territorio.

In tutto ciò, è importante un altro passaggio della prefazione di Bonomi che parla della necessità di porre attenzione alla figura degli imprenditori, alle loro crisi e alle loro domande di cambiamento per cambiare essi stessi arrivando ad essere nuovi  imprenditori  adatti “ad assumere  l’onere della transizione”.

11 idee per l’Italia

AA.VV., prefazione di Aldo Bonomi

Marsilio, giugno 2013.

Che fare per andare avanti? La domanda è una di quelle che aziende e imprenditori, cittadini e Istituzioni si pongono sempre più spesso. La risposta è complessa, non univoca, necessariamente composta da più parti, coinvolge aspetti tecnici ma anche cultura del fare impresa così come del vivere sociale.

Servono, quindi, strumenti per ragionare in maniera differente da prima. Come “11 idee per l’Italia” appena pubblicato da Marsilio con la prefazione di Aldo Bonomi che scrive: “Per me quello che il lettore ha in mano è, in primo luogo, un repertorio di tracce di futuro”. Anche per le imprese, così come per l’economia in senso più lato. E partendo da una constatazione: qui non si tratta di affrontare una crisi e basta, ma una cesura storica. E non occorre pensare alla crescita, ma allo sviluppo (cosa ben più complessa e affascinante).

A cimentarsi con le idee che potrebbero essere valide per un compito di questo genere, sono autori sui generis (nel senso che tutti di mestiere fanno anche altro oltre che scrivere), che avanzano 11 proposte su altrettanti temi dell’economia e della società, anche inusuali. Si tratta, per esempio, dell’idea di riciclare i capannoni e i siti industriali dismessi per eventi culturali (Mario Brunello), di applicare alle carceri la sperimentazione di nuovi modelli abitativi dando anche una formazione in più ai detenuti (Aldo Cibic), di passare dai contratti di lavoro collettivi al “contratto personale” fra imprenditore e lavoratore (Gigi Copiello e Luca Vignaga), di assumere i grandi eventi come motore di sviluppo dell’economia nazionale e locale (Roberto Daneo), di razionalizzazione l’intervento delle Amministrazioni Locali, con gli esempi di chi lo ha già fatto (Silvia Fattore), di metter mano razionalizzandolo al sistema-moda in Italia dandogli  connotati più economici ed efficienti (Maria Luisa Frisa), ugualmente di lavorare per una maggiore efficienza economica del sistema museale nazionale sfruttando meglio le sue ricadute economiche (Guido Guerzoni). Ma il libro contiene anche proposte su come “salvare” le banche italiane collegandole all’edilizia attraverso il social housing (Massimo Malvestio), su come “comunicare” meglio l’Italia abbandonando gli stereotipi e guardando di più alla produzione reale del Paese (Davide Rampello), su come riutilizzare gli sprechi alimentari dando vita ad un nuovo comparto produttivo (Andrea Segrè)e, infine, su come sia possibile tornare nel paese a fare ricerca scientifica (Ester Zito).

Ciò che ne emerge è una sintesi – il volume non arriva a 140 pagine -, succosa e stimolante, di quanto potrebbe essere intrapreso per ridare luce alle prospettive nazionali, partendo dall’economia insieme alla cultura, dall’imprenditorialità applicata in maniera magari diversa alla produzione e al territorio.

In tutto ciò, è importante un altro passaggio della prefazione di Bonomi che parla della necessità di porre attenzione alla figura degli imprenditori, alle loro crisi e alle loro domande di cambiamento per cambiare essi stessi arrivando ad essere nuovi  imprenditori  adatti “ad assumere  l’onere della transizione”.

11 idee per l’Italia

AA.VV., prefazione di Aldo Bonomi

Marsilio, giugno 2013.

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