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Il fascino dell’impresa raccontata

L’impresa che è capace di raccontarsi è più forte. Perché la capacità di coinvolgere gli altri nella propria vita, significa più energia, maggiore afflusso di informazioni, più possibilità di crescita. E’ importante però sapersi raccontare bene. E per farlo occorre avere coscienza dei meccanismi del racconto, delle tecniche del narrare e del valore delle informazioni. Servono – come sempre -, guide sicure e affidabili. Lo è “Storytelling: il potere delle storie d’impresa. Dal prodotto alla Storytelling Organization” di Lorenza Angelini componente  del Comitato Direttivo dell’Associazione Italiana di Analisi Dinamica dei Sistemi, ricercatrice del CeRCA (Centro di Ricerca sul Cambiamento e Apprendimento Organizzativo della Liuc-Università di Castellanza) che ha scritto non solo un manuale del cosiddetto storytelling , ma anche una racconto di come questa tecnica può cambiare dal di dentro l’organizzazione aziendale.

In un mondo sempre più VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity) – spiega la presentazione del volume -, si è sempre più alla ricerca di senso e significato ed ecco che lo storytelling nelle aziende assume un ruolo strategico per attrarre e farsi scegliere. In altre parole, il raccontarsi può diventare “un valido strumento per le aziende per sottolineare la propria unicità”, oltre che ridefinire la propria organizzazione e “supportare i processi di cambiamento” che devo essere messi in atto.

Ma raccontare storie non è banale e richiede una metodologia che deve essere seguita per poter emozionare e conquistare.  Definizioni (“Fare Storytelling significa coinvolgere e creare legami emotivi con il pubblico a cui queste Storie d’impresa sono indirizzate”), e metodi, quindi, sono il nucleo centrale del volume che è scritto con un linguaggio semplice e ha il pregio di essere contenuto nelle dimensioni (meno di cento pagine).

Un viaggio breve, dunque, ma intenso. Si parte quindi dalla definizione di storytelling per arrivare ad individuare i legami fra “memoria del passato” e “memoria del futuro”, e successivamente isolare quali siamo i collegamenti fra il raccontarsi e il “fare affari” per un’impresa. Il cammino, quindi, porta ad esaminare le relazioni fra cambiamento manageriale e storytelling. Fra i casi aziendali esaminati con più attenzione, quelli di Shell e Novartis.

E’ bello un passaggio che Angelini pone nelle prime pagine del libro e che dà il senso vero dell’efficacia del racconto per una imprese: “La Storia non risolve i problemi, non definisce la strategia, non risolve conflitti, non è un rimedio universale ma se c’è coerenza tra il messaggio trasmesso e quello che siete e fate ed è costruita secondo regole ben precise (…) ha un potere straordinario per coinvolgere le persone, per attivare un ascolto profondo, per creare un legame emotivo”.

Storytelling: il potere delle storie d’impresa. Dal prodotto alla Storytelling Organization 

Lorenza Angelini

Franco Angeli, 2015

L’impresa che è capace di raccontarsi è più forte. Perché la capacità di coinvolgere gli altri nella propria vita, significa più energia, maggiore afflusso di informazioni, più possibilità di crescita. E’ importante però sapersi raccontare bene. E per farlo occorre avere coscienza dei meccanismi del racconto, delle tecniche del narrare e del valore delle informazioni. Servono – come sempre -, guide sicure e affidabili. Lo è “Storytelling: il potere delle storie d’impresa. Dal prodotto alla Storytelling Organization” di Lorenza Angelini componente  del Comitato Direttivo dell’Associazione Italiana di Analisi Dinamica dei Sistemi, ricercatrice del CeRCA (Centro di Ricerca sul Cambiamento e Apprendimento Organizzativo della Liuc-Università di Castellanza) che ha scritto non solo un manuale del cosiddetto storytelling , ma anche una racconto di come questa tecnica può cambiare dal di dentro l’organizzazione aziendale.

In un mondo sempre più VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity) – spiega la presentazione del volume -, si è sempre più alla ricerca di senso e significato ed ecco che lo storytelling nelle aziende assume un ruolo strategico per attrarre e farsi scegliere. In altre parole, il raccontarsi può diventare “un valido strumento per le aziende per sottolineare la propria unicità”, oltre che ridefinire la propria organizzazione e “supportare i processi di cambiamento” che devo essere messi in atto.

Ma raccontare storie non è banale e richiede una metodologia che deve essere seguita per poter emozionare e conquistare.  Definizioni (“Fare Storytelling significa coinvolgere e creare legami emotivi con il pubblico a cui queste Storie d’impresa sono indirizzate”), e metodi, quindi, sono il nucleo centrale del volume che è scritto con un linguaggio semplice e ha il pregio di essere contenuto nelle dimensioni (meno di cento pagine).

Un viaggio breve, dunque, ma intenso. Si parte quindi dalla definizione di storytelling per arrivare ad individuare i legami fra “memoria del passato” e “memoria del futuro”, e successivamente isolare quali siamo i collegamenti fra il raccontarsi e il “fare affari” per un’impresa. Il cammino, quindi, porta ad esaminare le relazioni fra cambiamento manageriale e storytelling. Fra i casi aziendali esaminati con più attenzione, quelli di Shell e Novartis.

E’ bello un passaggio che Angelini pone nelle prime pagine del libro e che dà il senso vero dell’efficacia del racconto per una imprese: “La Storia non risolve i problemi, non definisce la strategia, non risolve conflitti, non è un rimedio universale ma se c’è coerenza tra il messaggio trasmesso e quello che siete e fate ed è costruita secondo regole ben precise (…) ha un potere straordinario per coinvolgere le persone, per attivare un ascolto profondo, per creare un legame emotivo”.

Storytelling: il potere delle storie d’impresa. Dal prodotto alla Storytelling Organization 

Lorenza Angelini

Franco Angeli, 2015

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