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Inganni generazionali

Un libro affronta il denso problema dei rapporti fra giovani e anziani nel mercato del lavoro e nelle imprese, delineando prospettive diverse dal consueto

Una buona società si preoccupa del futuro dei giovani e della sicurezza degli anziani. Soprattutto in tempi complessi. Dovere sociale ma anche economico. Partita in cui devono giocare anche le imprese, cioè quei luoghi dove non solo si produce ma si dovrebbe entrare all’età giusta, crescere professionalmente arrivando in condizioni dignitose e giuste a quell’età che si definisce “della pensione”. Accade così che le responsabilità della struttura sociale, delle regole date e della loro applicazione investa tutti i protagonisti: gli individui, le istituzioni, le imprese, il mercato.
Tema difficile quello dei rapporti fra generazioni. Che bene viene affrontato da “L’inganno generazionale. Il falso mito del conflitto per il lavoro” scritto da Alessandra Del Boca (ordinario di Politica economica all’Università di Brescia) e Antonietta Mundo (attuario con una vasta esperienza all’Ente Nazionale Prevenzione Infortuni e all’Inps).
Il libro, scritto in un linguaggio sciolto e comprensibile, prende appunto le mosse dalla considerazione che preoccuparsi del futuro dei giovani e della sicurezza degli anziani è normale in tempi di crisi e doveroso per una società che tiene alla giustizia distributiva e alla solidarietà verso i più deboli. Al tema tuttavia si sovrappone un dibattito spesso carico di polemiche e vuoto di analisi, più politico nel brutto senso del termine che tecnico e utile.
L’obiettivo del libro è quello di smontare i luoghi comuni che imperversano e dimostrare come i dati rivelino invece realtà più sfumate, inattese, talora rassicuranti. Le due autrici cercano di rispondere a domande importanti come quale sia il vero livello della disoccupazione giovanile e se sia vero che la possibilità reale che i giovani hanno di trovare lavoro scatti solo quando i più anziani liberano posti andando in pensione.
Oltre alle risposte, Del Boca e Mundo cercano di indicare una strada diversa da quelle fino ad oggi percorse. La via di un welfare che svolga la sua doppia funzione: riparare ex post, rispondendo ai bisogni di ciascuno, e preparare ex ante, formando capacità che accrescano le opportunità e il benessere di tutti. “Ai giovani, che dovranno sostenere tanti pensionati longevi – si trova scritto nel testo -, servono creazione di capitale umano, risorse per formare le nuove professionalità e politiche serie per creare lavoro, non allarmi disperati su numeri ingannevoli e insensati”.
Il volume si dipana quindi dalla analisi della situazione e delle nuove competenze che si delineano, per passare poi a ragionare sui nuovi lavori (digitale, web), ma anche sul rinnovamento di quelli “vecchi”, per giungere al dettaglio delle regole del mercato del lavoro, delle sue riforme successive e dei rapporti fra chi deve iniziare a lavorare e chi dovrebbe aver finito di farlo.
Importante è uno dei passaggi introduttivi all’analisi più dettagliata: “Molti fronti di instabilità si aprono, ora che un modello nuovo si sta imponendo su quello che ha dominato fino agli ultimi due decenni. Da un’economia in crescita, sostenuta da nuclei familiari numerosi e da una demografia stabile, e da welfare pubblici basati sul «posto fisso» è in atto la transizione verso un’economia a crescita lenta. Oggi ci avviamo verso un futuro di carriere discontinue, dove a valere sono il capitale umano e la sua realizzazione e non più il posto di lavoro dipendente”.

L’inganno generazionale
Alessandra Del Boca , Antonietta Mundo
Egea, 2017

Un libro affronta il denso problema dei rapporti fra giovani e anziani nel mercato del lavoro e nelle imprese, delineando prospettive diverse dal consueto

Una buona società si preoccupa del futuro dei giovani e della sicurezza degli anziani. Soprattutto in tempi complessi. Dovere sociale ma anche economico. Partita in cui devono giocare anche le imprese, cioè quei luoghi dove non solo si produce ma si dovrebbe entrare all’età giusta, crescere professionalmente arrivando in condizioni dignitose e giuste a quell’età che si definisce “della pensione”. Accade così che le responsabilità della struttura sociale, delle regole date e della loro applicazione investa tutti i protagonisti: gli individui, le istituzioni, le imprese, il mercato.
Tema difficile quello dei rapporti fra generazioni. Che bene viene affrontato da “L’inganno generazionale. Il falso mito del conflitto per il lavoro” scritto da Alessandra Del Boca (ordinario di Politica economica all’Università di Brescia) e Antonietta Mundo (attuario con una vasta esperienza all’Ente Nazionale Prevenzione Infortuni e all’Inps).
Il libro, scritto in un linguaggio sciolto e comprensibile, prende appunto le mosse dalla considerazione che preoccuparsi del futuro dei giovani e della sicurezza degli anziani è normale in tempi di crisi e doveroso per una società che tiene alla giustizia distributiva e alla solidarietà verso i più deboli. Al tema tuttavia si sovrappone un dibattito spesso carico di polemiche e vuoto di analisi, più politico nel brutto senso del termine che tecnico e utile.
L’obiettivo del libro è quello di smontare i luoghi comuni che imperversano e dimostrare come i dati rivelino invece realtà più sfumate, inattese, talora rassicuranti. Le due autrici cercano di rispondere a domande importanti come quale sia il vero livello della disoccupazione giovanile e se sia vero che la possibilità reale che i giovani hanno di trovare lavoro scatti solo quando i più anziani liberano posti andando in pensione.
Oltre alle risposte, Del Boca e Mundo cercano di indicare una strada diversa da quelle fino ad oggi percorse. La via di un welfare che svolga la sua doppia funzione: riparare ex post, rispondendo ai bisogni di ciascuno, e preparare ex ante, formando capacità che accrescano le opportunità e il benessere di tutti. “Ai giovani, che dovranno sostenere tanti pensionati longevi – si trova scritto nel testo -, servono creazione di capitale umano, risorse per formare le nuove professionalità e politiche serie per creare lavoro, non allarmi disperati su numeri ingannevoli e insensati”.
Il volume si dipana quindi dalla analisi della situazione e delle nuove competenze che si delineano, per passare poi a ragionare sui nuovi lavori (digitale, web), ma anche sul rinnovamento di quelli “vecchi”, per giungere al dettaglio delle regole del mercato del lavoro, delle sue riforme successive e dei rapporti fra chi deve iniziare a lavorare e chi dovrebbe aver finito di farlo.
Importante è uno dei passaggi introduttivi all’analisi più dettagliata: “Molti fronti di instabilità si aprono, ora che un modello nuovo si sta imponendo su quello che ha dominato fino agli ultimi due decenni. Da un’economia in crescita, sostenuta da nuclei familiari numerosi e da una demografia stabile, e da welfare pubblici basati sul «posto fisso» è in atto la transizione verso un’economia a crescita lenta. Oggi ci avviamo verso un futuro di carriere discontinue, dove a valere sono il capitale umano e la sua realizzazione e non più il posto di lavoro dipendente”.

L’inganno generazionale
Alessandra Del Boca , Antonietta Mundo
Egea, 2017

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