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1913-2013, i cent’anni del poeta Vittorio Sereni

Si celebra quest’anno il centenario della nascita di Vittorio Sereni (1913-1983) famoso scrittore e poeta italiano che collaborò per Pirelli dal 1952 al 1970. La sua parentesi pirelliana si apre nel 1952 quando viene assunto presso l’Ufficio Stampa del Servizio Propaganda Pirelli – ufficio che guiderà a partire dal 1955 – e inizia a scrivere per la Rivista Pirelli.

Il suo primo articolo si intitola “Case Lombarde” ed è un suggestivo ricordo della campagna lombarda in trasformazione. Nel 1957 Arrigo Castellani gli affida il compito di “guidare il settore ideativo e di assicurare la qualità artistica e letteraria di tutto il lavoro della Direzione Propaganda”.

Dal 1958 lascia l’incarico ma rimane in Pirelli come consulente con il compito di collaborare “con la Direzione Propaganda in campo artistico con particolare riguardo alla rubrica “terza pagina, turismo, arte e costume e problemi del giorno della Rivista Pirelli”. Nello stesso anno scrive “I creatori condizionati” un articolo a difesa della creatività del grafico messa a dura prova dalle nuove regole pubblicitarie che limitano estro e individualità artistica e “Una P lunga Cinquant’anni”, breve storia sulla nascita del famoso logo Pirelli.

Dal 1963 inizia la sua collaborazione come giornalista e si intensifica la produzione di articoli e racconti pubblicati sulla rivista fino al 1970, tra cui  “La cattura”, racconto del 1963 dove ricorda l’esperienza della guerra, triste capitolo della storia italiana. Nel 1964 inizia l’appuntamento mensile con la rubrica letteraria Vittorio Sereni/Nei Libri e Fuori, percorsi di lettura tematici che partono dalle recensioni di libri. Nel 1964 scrive “Ritorno dalla notte”, “Due autoritratti”, “In quale secolo, “L’oro e la cenere” e continua nel 1965 con  “L’onore della cronaca”, “Un caso e un libro”, “Che cosa premiano i premi.

Ne “Il fantasma nerazzurro”, comparso sulla rivista nel 1964, si racconta di Pepìn Meazza e delle sue magie, e poi di Sarti, e di Suarez e di casti striscioni che recitavano “sia la sorte azzurra o nera/viva l’Inter viva Herrera”. In “Prove per un ritratto” (1968) Sereni delinea un originale ritratto del grafico e designer Giovanni Pintori  e le sue parole sono accompagnate dagli scatti di Ugo Mulas.

Il suo ultimo articolo “Due voci veneziane” appare sul numero 5 del 1970. Dopo la morte di Arrigo Castellani nel 1969 e la chiusura della rivista nel 1972 si conclude anche la lunga e proficua collaborazione di Vittorio Sereni con Pirelli.

Si celebra quest’anno il centenario della nascita di Vittorio Sereni (1913-1983) famoso scrittore e poeta italiano che collaborò per Pirelli dal 1952 al 1970. La sua parentesi pirelliana si apre nel 1952 quando viene assunto presso l’Ufficio Stampa del Servizio Propaganda Pirelli – ufficio che guiderà a partire dal 1955 – e inizia a scrivere per la Rivista Pirelli.

Il suo primo articolo si intitola “Case Lombarde” ed è un suggestivo ricordo della campagna lombarda in trasformazione. Nel 1957 Arrigo Castellani gli affida il compito di “guidare il settore ideativo e di assicurare la qualità artistica e letteraria di tutto il lavoro della Direzione Propaganda”.

Dal 1958 lascia l’incarico ma rimane in Pirelli come consulente con il compito di collaborare “con la Direzione Propaganda in campo artistico con particolare riguardo alla rubrica “terza pagina, turismo, arte e costume e problemi del giorno della Rivista Pirelli”. Nello stesso anno scrive “I creatori condizionati” un articolo a difesa della creatività del grafico messa a dura prova dalle nuove regole pubblicitarie che limitano estro e individualità artistica e “Una P lunga Cinquant’anni”, breve storia sulla nascita del famoso logo Pirelli.

Dal 1963 inizia la sua collaborazione come giornalista e si intensifica la produzione di articoli e racconti pubblicati sulla rivista fino al 1970, tra cui  “La cattura”, racconto del 1963 dove ricorda l’esperienza della guerra, triste capitolo della storia italiana. Nel 1964 inizia l’appuntamento mensile con la rubrica letteraria Vittorio Sereni/Nei Libri e Fuori, percorsi di lettura tematici che partono dalle recensioni di libri. Nel 1964 scrive “Ritorno dalla notte”, “Due autoritratti”, “In quale secolo, “L’oro e la cenere” e continua nel 1965 con  “L’onore della cronaca”, “Un caso e un libro”, “Che cosa premiano i premi.

Ne “Il fantasma nerazzurro”, comparso sulla rivista nel 1964, si racconta di Pepìn Meazza e delle sue magie, e poi di Sarti, e di Suarez e di casti striscioni che recitavano “sia la sorte azzurra o nera/viva l’Inter viva Herrera”. In “Prove per un ritratto” (1968) Sereni delinea un originale ritratto del grafico e designer Giovanni Pintori  e le sue parole sono accompagnate dagli scatti di Ugo Mulas.

Il suo ultimo articolo “Due voci veneziane” appare sul numero 5 del 1970. Dopo la morte di Arrigo Castellani nel 1969 e la chiusura della rivista nel 1972 si conclude anche la lunga e proficua collaborazione di Vittorio Sereni con Pirelli.

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