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Arte d’impresa

L’esempio del Museo Ritter di Waldenbuch come ulteriore elemento del racconto della cultura a tutto tondo del produrre

Imprese che danno vita a luoghi di cultura intesi non solo come strumenti per il racconto della loro attività, ma anche, e in alcuni casi quasi esclusivamente, come espressione di una cultura del produrre che travalica l’oggetto proprio dell’attività aziendale ma si apre ad altro. Gli esempi sono numerosi e tutti uniti da un comune filo rosso d’ispirazione ma, contemporaneamente, ognuno distinto dalle caratteristiche proprie dell’impresa che li ha generati. Apprenderne storia, sviluppo e situazione attuale, è sempre cosa buona da fare. E lo è quindi leggere “Il Museo Ritter di Waldenbuch, Baden-Wurtemberg”, saggio di Federica Maria Chiara Santagati (Università degli Studi di Catania) da poco apparso nei Mantua Humanistic Studies.

Lo studio è una dettagliata descrizione della storia e dell’organizzazione del Museo d’Arte Ritter nato per ospitare la collezione d’arte di Marli Hoppe-Ritter comproprietaria della Ritter Sport dal 1912 industria del cioccolato.

L’intervento di Santagati descrive prima di tutto l’origine (piuttosto recente) della collezione d’arte di Marli Hoppe-Ritter e quindi i criteri con i quali è stata costruita. Successivamente l’autrice approfondisce l’organizzazione del museo (che prevede anche una serie di attività didattiche) oltre che le caratteristiche dell’edificio nel quale è ospitata la collezione. Ed è proprio nell’ambito dell’edificio che emerge, con misura, l’origine d’impresa del tutto: accanto agli spazi creati per ospitare la raccolta d’arte, infatti, è stato realizzato anche un museo d’impresa dedicato più specificatamente all’attività di Ritter Sport. Santagati passa quindi ad analizzare il meccanismo di finanziamento del museo, basato sulla Marli Hoppe-Ritter-Stiftung zur Förderung der Kunst, una fondazione collegata all’azienda ma dotata di una sua autonomia progettuale e operativa. Ogni passaggio è accompagnato da un buon apparato di immagini.

La ricerca di Federica Maria Chiara Santagati è interessante da leggere perché fornisce un ulteriore tassello della grande composizione che descrive le molteplici attività nelle quali si può esplicitare la cultura d’impresa. Ed è un testo facile da leggere perché scritto bene.

Il Museo Ritter di Waldenbuch, Baden-Wurtemberg
Federica Maria Chiara Santagati
in Mantua Humanistic Studies. Volume VI, 2019

L’esempio del Museo Ritter di Waldenbuch come ulteriore elemento del racconto della cultura a tutto tondo del produrre

Imprese che danno vita a luoghi di cultura intesi non solo come strumenti per il racconto della loro attività, ma anche, e in alcuni casi quasi esclusivamente, come espressione di una cultura del produrre che travalica l’oggetto proprio dell’attività aziendale ma si apre ad altro. Gli esempi sono numerosi e tutti uniti da un comune filo rosso d’ispirazione ma, contemporaneamente, ognuno distinto dalle caratteristiche proprie dell’impresa che li ha generati. Apprenderne storia, sviluppo e situazione attuale, è sempre cosa buona da fare. E lo è quindi leggere “Il Museo Ritter di Waldenbuch, Baden-Wurtemberg”, saggio di Federica Maria Chiara Santagati (Università degli Studi di Catania) da poco apparso nei Mantua Humanistic Studies.

Lo studio è una dettagliata descrizione della storia e dell’organizzazione del Museo d’Arte Ritter nato per ospitare la collezione d’arte di Marli Hoppe-Ritter comproprietaria della Ritter Sport dal 1912 industria del cioccolato.

L’intervento di Santagati descrive prima di tutto l’origine (piuttosto recente) della collezione d’arte di Marli Hoppe-Ritter e quindi i criteri con i quali è stata costruita. Successivamente l’autrice approfondisce l’organizzazione del museo (che prevede anche una serie di attività didattiche) oltre che le caratteristiche dell’edificio nel quale è ospitata la collezione. Ed è proprio nell’ambito dell’edificio che emerge, con misura, l’origine d’impresa del tutto: accanto agli spazi creati per ospitare la raccolta d’arte, infatti, è stato realizzato anche un museo d’impresa dedicato più specificatamente all’attività di Ritter Sport. Santagati passa quindi ad analizzare il meccanismo di finanziamento del museo, basato sulla Marli Hoppe-Ritter-Stiftung zur Förderung der Kunst, una fondazione collegata all’azienda ma dotata di una sua autonomia progettuale e operativa. Ogni passaggio è accompagnato da un buon apparato di immagini.

La ricerca di Federica Maria Chiara Santagati è interessante da leggere perché fornisce un ulteriore tassello della grande composizione che descrive le molteplici attività nelle quali si può esplicitare la cultura d’impresa. Ed è un testo facile da leggere perché scritto bene.

Il Museo Ritter di Waldenbuch, Baden-Wurtemberg
Federica Maria Chiara Santagati
in Mantua Humanistic Studies. Volume VI, 2019

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