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Cultura per lo sviluppo, cosa ci deve essere?

Non tutte le imprese sono orientate allo sviluppo. Ugualmente, non tutte le culture d’impresa sono dotate di un bagaglio tale da poter guidare imprenditore, manager e dipendenti verso la crescita. Si tratta di un dato di fatto che può essere compreso meglio guardandolo al contrario, e cioè cercando nelle imprese quali siano gli elementi che, se presenti, possono far scattare la molla verso la crescita.

E’ quanto hanno fatto Bruce Dwyer (esperto di management, Australia), e Bernice Kotey (UNE Business School, University of New England, Australia), in un articolo apparso a dicembre sul Journal of Management & Organization di  Cambridge University Press.

“Identifying high growth firms: Where are we?” esamina attraverso la letteratura sull’argomento quali debbano essere le condizioni nell’ambito della cultura d’impresa perché questa possa costituire per davvero il motore con il quale l’azienda riesca ad avviarsi verso la crescita. Dwyer e Kotey, quindi, vanno in cerca degli indicatori chiave che devono essere individuati nell’ambito di ogni organizzazione produttiva.

Il modello che ne deriva è quello di un’impresa con una cultura della produzione che privilegia la formazione e l’esperienza in materia di imprenditorialità e di gestione, ma anche le strategie che enfatizzano l’innovazione, il marketing e il dipendente oltre che l’apprendimento organizzativo.

E non basta, perché i due autori – unendo insieme esperienza sul campo e analisi accademica -, individuano nelle aziende che riescono ad adottare “misure per accedere a forti competenze di gestione” e le completano con un “l’impiego di un team di gestione” importante, quelle più favorite per la crescita. Ma devono anche essere presenti “buone strutture di remunerazione” che possono arrivare anche a rendere partecipi i dipendenti alla proprietà.

Dwyer e Kotey non trascurano nemmeno le risorse finanziarie oltre che quelle in “capitale umano” ma sottolineano che “abbondanti risorse potrebbero compromettere l’efficienza”.

Certo, tutto del testo dell’articolo deve poi essere calato nella realtà di ogni analisi sul campo della produzione, ma il lavoro pubblicato da Cambridge University Press  ha il merito di costituire un buon vademecum alla cultura dell’impresa orientata allo sviluppo. Da leggere e da confrontare con quanto accade per davvero.

Identifying high growth firms: Where are we?

Bruce Dwyer, Bernice Kotey

Journal of Management & Organization, Cambridge University Press and Australian and New Zealand Academy of Management, 9 dicembre 2015

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Non tutte le imprese sono orientate allo sviluppo. Ugualmente, non tutte le culture d’impresa sono dotate di un bagaglio tale da poter guidare imprenditore, manager e dipendenti verso la crescita. Si tratta di un dato di fatto che può essere compreso meglio guardandolo al contrario, e cioè cercando nelle imprese quali siano gli elementi che, se presenti, possono far scattare la molla verso la crescita.

E’ quanto hanno fatto Bruce Dwyer (esperto di management, Australia), e Bernice Kotey (UNE Business School, University of New England, Australia), in un articolo apparso a dicembre sul Journal of Management & Organization di  Cambridge University Press.

“Identifying high growth firms: Where are we?” esamina attraverso la letteratura sull’argomento quali debbano essere le condizioni nell’ambito della cultura d’impresa perché questa possa costituire per davvero il motore con il quale l’azienda riesca ad avviarsi verso la crescita. Dwyer e Kotey, quindi, vanno in cerca degli indicatori chiave che devono essere individuati nell’ambito di ogni organizzazione produttiva.

Il modello che ne deriva è quello di un’impresa con una cultura della produzione che privilegia la formazione e l’esperienza in materia di imprenditorialità e di gestione, ma anche le strategie che enfatizzano l’innovazione, il marketing e il dipendente oltre che l’apprendimento organizzativo.

E non basta, perché i due autori – unendo insieme esperienza sul campo e analisi accademica -, individuano nelle aziende che riescono ad adottare “misure per accedere a forti competenze di gestione” e le completano con un “l’impiego di un team di gestione” importante, quelle più favorite per la crescita. Ma devono anche essere presenti “buone strutture di remunerazione” che possono arrivare anche a rendere partecipi i dipendenti alla proprietà.

Dwyer e Kotey non trascurano nemmeno le risorse finanziarie oltre che quelle in “capitale umano” ma sottolineano che “abbondanti risorse potrebbero compromettere l’efficienza”.

Certo, tutto del testo dell’articolo deve poi essere calato nella realtà di ogni analisi sul campo della produzione, ma il lavoro pubblicato da Cambridge University Press  ha il merito di costituire un buon vademecum alla cultura dell’impresa orientata allo sviluppo. Da leggere e da confrontare con quanto accade per davvero.

Identifying high growth firms: Where are we?

Bruce Dwyer, Bernice Kotey

Journal of Management & Organization, Cambridge University Press and Australian and New Zealand Academy of Management, 9 dicembre 2015

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