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Giovane manifattura artigiana

La manifattura ha un futuro. Anche quella artigiana, soprattutto se a pensarci sono i giovani. Che, poi, apprezzano anche l’essere imprenditori e quello spirito che anima ogni impresa che dir si voglia.  Indicazioni importanti – e soprattutto confortanti -, che emergono da una ricerca di Censis-Confartigianto sull’atteggiamento dei giovani nei confronti della manifattura artigiana. “Giovani, artigianato, scuola” – presentata recentemente a Roma -, è un’indagine importante per capire di più della possibile evoluzione di un settore fondamentale per tutto il sistema economico italiano e nel quale proprio l’essere imprenditore può trovare nuove espressioni di vita.

Ciò che più conta qui – forse – è però l’atteggiamento dei giovani nei confronti dell’imprenditore che emerge come una figura positiva oltre che essere, innanzitutto, una persona capace (lo definisce così il 53% degli intervistati), e che sa rischiare (per più del 45%). Per il 38% degli intervistati, inoltre, l’imprenditore  è uno che ha forti disponibilità economiche. E merito, capacità e spirito di iniziativa prevalgono sugli aspetti casuali o negativi, che pure vengono chiamati in causa: la fortuna (15%), la mancanza di scrupoli (7%), lo sfruttamento del lavoro altrui (6%). L’11% ha una visione molto positiva, considerando l’imprenditore una figura che crea ricchezza per l’intera collettività.

E se l’essenza della manifattura sta anche nell’immaginario e nella fantasia del creare. Sempre questa ricerca porta altre indicazioni importanti. Da un lato, l’80% dei giovani coltiva passioni che sono fortemente legate al mondo artigiano; ma solo meno del 18% dimostra di essere interessato ad avviare un’attività in proprio e il 28% ritiene il lavoro autonomo troppo rischioso. Per molti, poi, il futuro è altro e altrove dall’artigianato.

Un dito d’accusa viene anche puntato sulla scuola. Chiamati a valutare l’utilità del proprio percorso di studi per l’inserimento nel mercato del lavoro, solo il 44% degli studenti esprime un giudizio positivo. La maggioranza è critica soprattutto sulla mancanza di specializzazione della formazione ricevuta e sulla inadeguatezza rispetto alle attuali esigenze del mercato del lavoro.

Ma rimane il dato di fondo: l’attenzione alla manifattura – anche se particolare come  quella artigiana -, al sua farsi, allo spirito imprenditoriale che l’anima e che continua a farla vivere anche in tempi difficili e digitali come questi. Quella del Censis è una lettura da compiere con attenzione, per tutti.

Giovani, artigianato, scuola

CENSIS

Maggio, 2014

La manifattura ha un futuro. Anche quella artigiana, soprattutto se a pensarci sono i giovani. Che, poi, apprezzano anche l’essere imprenditori e quello spirito che anima ogni impresa che dir si voglia.  Indicazioni importanti – e soprattutto confortanti -, che emergono da una ricerca di Censis-Confartigianto sull’atteggiamento dei giovani nei confronti della manifattura artigiana. “Giovani, artigianato, scuola” – presentata recentemente a Roma -, è un’indagine importante per capire di più della possibile evoluzione di un settore fondamentale per tutto il sistema economico italiano e nel quale proprio l’essere imprenditore può trovare nuove espressioni di vita.

Ciò che più conta qui – forse – è però l’atteggiamento dei giovani nei confronti dell’imprenditore che emerge come una figura positiva oltre che essere, innanzitutto, una persona capace (lo definisce così il 53% degli intervistati), e che sa rischiare (per più del 45%). Per il 38% degli intervistati, inoltre, l’imprenditore  è uno che ha forti disponibilità economiche. E merito, capacità e spirito di iniziativa prevalgono sugli aspetti casuali o negativi, che pure vengono chiamati in causa: la fortuna (15%), la mancanza di scrupoli (7%), lo sfruttamento del lavoro altrui (6%). L’11% ha una visione molto positiva, considerando l’imprenditore una figura che crea ricchezza per l’intera collettività.

E se l’essenza della manifattura sta anche nell’immaginario e nella fantasia del creare. Sempre questa ricerca porta altre indicazioni importanti. Da un lato, l’80% dei giovani coltiva passioni che sono fortemente legate al mondo artigiano; ma solo meno del 18% dimostra di essere interessato ad avviare un’attività in proprio e il 28% ritiene il lavoro autonomo troppo rischioso. Per molti, poi, il futuro è altro e altrove dall’artigianato.

Un dito d’accusa viene anche puntato sulla scuola. Chiamati a valutare l’utilità del proprio percorso di studi per l’inserimento nel mercato del lavoro, solo il 44% degli studenti esprime un giudizio positivo. La maggioranza è critica soprattutto sulla mancanza di specializzazione della formazione ricevuta e sulla inadeguatezza rispetto alle attuali esigenze del mercato del lavoro.

Ma rimane il dato di fondo: l’attenzione alla manifattura – anche se particolare come  quella artigiana -, al sua farsi, allo spirito imprenditoriale che l’anima e che continua a farla vivere anche in tempi difficili e digitali come questi. Quella del Censis è una lettura da compiere con attenzione, per tutti.

Giovani, artigianato, scuola

CENSIS

Maggio, 2014

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