La “lezione” giapponese
Una ricerca della Bank of Japan e del IMF scatta l’istantanea delle gestionali e politiche delle imprese del Sol Levante
Produttività come obiettivo finale. Con tutto quello che ne consegue in termini di organizzazione della produzione e di motivazione del lavoro. E’ uno dei principi di base della gestione moderna d’impresa. Cultura del produrre votato forse più a guardare all’interno della fabbrica che all’esterno. Modello che, tuttavia, deve essere anch’esso “gestito” e curato. Anche nelle economia più avanzate e dinamiche. E’ il caso di quella giapponese che recentemente si è interrogata sui motivi del suo rallentamento, comune a quello di altre economie.
Ad approfondire l’argomento ci hanno pensato Koji Nakamura (della Bank of Japan), Sohei Kaihatsu (dell’International Monetary Fund) e Tomoyuki Yagi (ancora della Bank of Japan) in uno studio pubblicato recentemente su Economic Analysis and Policy.
“Productivity improvement and economic growth: Lessons from Japan” è una ricerca che prende le mosse proprio dalla considerazione che la crescita della produttività del lavoro nei principali paesi avanzati ha avuto un rallentamento negli ultimi anni. L’attenzione de tre ricercatori si focalizza naturalmente sul contesto relativo alla recente bassa crescita della produttività del lavoro in Giappone. Vengono quindi individuati due motivi. Prima di tutto, viene spiegato, la tecnologia e le idee accumulate dalla ricerca e dallo sviluppo e le risorse gestionali come capitale e lavoro non vengono utilizzate in modo efficiente – stando all’analisi dei tre autori. In secondo luogo, queste risorse non vengono riassegnate in modo efficiente tra le imprese.
La ricetta indicata da Nakamura, Kaihatsu e Yagi prevede uno sforzo (anche politico), di redistribuzione flessibile delle risorse gestionali come capitale e lavoro. Un obiettivo che secondo i tre può essere raggiunto “modificando i processi lavorativi a livello aziendale in conformità con i cambiamenti nel contesto socioeconomico e l’avvento delle nuove tecnologie, nonché migliorando l’efficienza nei mercati del lavoro e dei capitali”. Traguardo ambizioso, quello posto dai ricercatori della Banca del Giappone e dell’Fondo Monetario Internazionale, tanto che lo stesso viene posto ad un orizzonte di medio-lungo periodo, ma traguardo che tutto sommato è comune a molte altre economie.
Lo studio di Nakamura, Kaihatsu e Yagi è un buon esempio di indagine “locale” che fornisce un’istantanea del percorso – anche culturale oltre che politico e gestionale -, che tutte le economie devono prima o poi intraprendere.
Productivity improvement and economic growth: Lessons from Japan
Koji Nakamura, Sohei Kaihatsu, Tomoyuki Yagi
Economic Analysis and Policy, 2018
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0313592618301759
Una ricerca della Bank of Japan e del IMF scatta l’istantanea delle gestionali e politiche delle imprese del Sol Levante
Produttività come obiettivo finale. Con tutto quello che ne consegue in termini di organizzazione della produzione e di motivazione del lavoro. E’ uno dei principi di base della gestione moderna d’impresa. Cultura del produrre votato forse più a guardare all’interno della fabbrica che all’esterno. Modello che, tuttavia, deve essere anch’esso “gestito” e curato. Anche nelle economia più avanzate e dinamiche. E’ il caso di quella giapponese che recentemente si è interrogata sui motivi del suo rallentamento, comune a quello di altre economie.
Ad approfondire l’argomento ci hanno pensato Koji Nakamura (della Bank of Japan), Sohei Kaihatsu (dell’International Monetary Fund) e Tomoyuki Yagi (ancora della Bank of Japan) in uno studio pubblicato recentemente su Economic Analysis and Policy.
“Productivity improvement and economic growth: Lessons from Japan” è una ricerca che prende le mosse proprio dalla considerazione che la crescita della produttività del lavoro nei principali paesi avanzati ha avuto un rallentamento negli ultimi anni. L’attenzione de tre ricercatori si focalizza naturalmente sul contesto relativo alla recente bassa crescita della produttività del lavoro in Giappone. Vengono quindi individuati due motivi. Prima di tutto, viene spiegato, la tecnologia e le idee accumulate dalla ricerca e dallo sviluppo e le risorse gestionali come capitale e lavoro non vengono utilizzate in modo efficiente – stando all’analisi dei tre autori. In secondo luogo, queste risorse non vengono riassegnate in modo efficiente tra le imprese.
La ricetta indicata da Nakamura, Kaihatsu e Yagi prevede uno sforzo (anche politico), di redistribuzione flessibile delle risorse gestionali come capitale e lavoro. Un obiettivo che secondo i tre può essere raggiunto “modificando i processi lavorativi a livello aziendale in conformità con i cambiamenti nel contesto socioeconomico e l’avvento delle nuove tecnologie, nonché migliorando l’efficienza nei mercati del lavoro e dei capitali”. Traguardo ambizioso, quello posto dai ricercatori della Banca del Giappone e dell’Fondo Monetario Internazionale, tanto che lo stesso viene posto ad un orizzonte di medio-lungo periodo, ma traguardo che tutto sommato è comune a molte altre economie.
Lo studio di Nakamura, Kaihatsu e Yagi è un buon esempio di indagine “locale” che fornisce un’istantanea del percorso – anche culturale oltre che politico e gestionale -, che tutte le economie devono prima o poi intraprendere.
Productivity improvement and economic growth: Lessons from Japan
Koji Nakamura, Sohei Kaihatsu, Tomoyuki Yagi
Economic Analysis and Policy, 2018
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0313592618301759