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L’agire sostenibile. Anche per le imprese

Una serie di ricerche d’accademia contribuiscono alla consapevolezza dell’ambiente in cui agisce la produzione

Rendersi conto dell’ambiente in cui si agisce, coglierne gli aspetti cruciali, possibilmente lavorare per migliorarlo. Anche tutto questo fa parte del pedigree del vero imprenditore e del manager  attento. Non è solo questione di cultura generale, ma anche di cultura d’impresa completa , a tutto tondo, che sa cogliere quanto di immateriali esiste nella produzione. Leggere “Dialoghi sulla sostenibilità. Roma 2016”, la raccolta di saggi derivanti da quattro convegni progettati dagli Atenei del Lazio, coordinati dal CRUL (Comitato Regionale di Coordinamento delle Università del Lazio), in occasione del Giubileo Straordinario 2015-2016, è un eccellente strada da percorrere lungo questa direzione.

Gli  autori – un folto gruppo di docenti e ricercatori delle Università di Roma -, partono dalla definizione accademica di sostenibilità che, tuttavia, è sovrapponibile a quella che ogni impresa potrebbe darsi. Si legge nell’introduzione alla serie di ricerche che il termine “sostenibilità” può essere letto attraverso i suoi sinonimi, emergono quindi  “da un lato, i concetti di ‘accettabile’ e ‘sopportabile’, dall’altro, di ‘durevole’ e ‘fattibile’, che proiettano l’attenzione sull’effetto delle azioni compiute, ma lasciano in ombra la componente dell’impegno soggettivo. Per tale ragione i termini ‘sostenibile’ e ‘sostenibilità’ si devono integrare con i termini ‘responsabile’e ‘responsabilità’”.

E’ possibile pensare che l’idea di responsabilità accademica sia simile o pressoché uguale a quella di responsabilità d’impresa nel momento in cui l’agire di entrambe queste organizzazioni tocca l’ambiente che le circonda. E ancora di più quando ricerca e produzione lavorano insieme per raggiungere risultati comuni. Ed è su questa base che si sviluppano le numerose ricerche raccolte poi in un solo volume.

I “Dialoghi” così  rappresentano studi, tratteggiano visioni, suscitano domande sul futuro della nostra società e del nostro ambiente.  In fila l’uno dietro l’altro argomenti come lo sviluppo sostenibile visto in termini globali e poi calato sul territorio, nelle città, nelle nuove tecnologie, nella formazione, ma anche i legami fra scienze e benessere visti dal punto di vista dell’economia, dell’alimentazione, della medicina, dell’invecchiamento; poi ancora i temi dello sport e del capitale umano, della cultura e dell’informazione, degli investimenti e delle loro tipologie  “sostenibili”, della governance necessaria per il tutto.

“Dialoghi sulla sostenibilità. Roma 2016” arriva ad essere un contributo di ricerca unico seppur fatto da numerosi contributi. Un buon vademecum per capire il contesto e il senso da dare ad una cultura d’impresa avveduta.

Dialoghi sulla sostenibilità. Roma 2016
Dialogues about sustainability. Rome 2016

AA.VV.

Roma TrE-Press, 2016

Una serie di ricerche d’accademia contribuiscono alla consapevolezza dell’ambiente in cui agisce la produzione

Rendersi conto dell’ambiente in cui si agisce, coglierne gli aspetti cruciali, possibilmente lavorare per migliorarlo. Anche tutto questo fa parte del pedigree del vero imprenditore e del manager  attento. Non è solo questione di cultura generale, ma anche di cultura d’impresa completa , a tutto tondo, che sa cogliere quanto di immateriali esiste nella produzione. Leggere “Dialoghi sulla sostenibilità. Roma 2016”, la raccolta di saggi derivanti da quattro convegni progettati dagli Atenei del Lazio, coordinati dal CRUL (Comitato Regionale di Coordinamento delle Università del Lazio), in occasione del Giubileo Straordinario 2015-2016, è un eccellente strada da percorrere lungo questa direzione.

Gli  autori – un folto gruppo di docenti e ricercatori delle Università di Roma -, partono dalla definizione accademica di sostenibilità che, tuttavia, è sovrapponibile a quella che ogni impresa potrebbe darsi. Si legge nell’introduzione alla serie di ricerche che il termine “sostenibilità” può essere letto attraverso i suoi sinonimi, emergono quindi  “da un lato, i concetti di ‘accettabile’ e ‘sopportabile’, dall’altro, di ‘durevole’ e ‘fattibile’, che proiettano l’attenzione sull’effetto delle azioni compiute, ma lasciano in ombra la componente dell’impegno soggettivo. Per tale ragione i termini ‘sostenibile’ e ‘sostenibilità’ si devono integrare con i termini ‘responsabile’e ‘responsabilità’”.

E’ possibile pensare che l’idea di responsabilità accademica sia simile o pressoché uguale a quella di responsabilità d’impresa nel momento in cui l’agire di entrambe queste organizzazioni tocca l’ambiente che le circonda. E ancora di più quando ricerca e produzione lavorano insieme per raggiungere risultati comuni. Ed è su questa base che si sviluppano le numerose ricerche raccolte poi in un solo volume.

I “Dialoghi” così  rappresentano studi, tratteggiano visioni, suscitano domande sul futuro della nostra società e del nostro ambiente.  In fila l’uno dietro l’altro argomenti come lo sviluppo sostenibile visto in termini globali e poi calato sul territorio, nelle città, nelle nuove tecnologie, nella formazione, ma anche i legami fra scienze e benessere visti dal punto di vista dell’economia, dell’alimentazione, della medicina, dell’invecchiamento; poi ancora i temi dello sport e del capitale umano, della cultura e dell’informazione, degli investimenti e delle loro tipologie  “sostenibili”, della governance necessaria per il tutto.

“Dialoghi sulla sostenibilità. Roma 2016” arriva ad essere un contributo di ricerca unico seppur fatto da numerosi contributi. Un buon vademecum per capire il contesto e il senso da dare ad una cultura d’impresa avveduta.

Dialoghi sulla sostenibilità. Roma 2016
Dialogues about sustainability. Rome 2016

AA.VV.

Roma TrE-Press, 2016

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