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Cultura dell’impresa 4.0

Una indagine di Ca’ Foscari esplora i legami fra il nuovo paradigma produttivo e la situazione del settore dell’auto

 

Nuovi strumenti di produzione e nuova cultura d’impresa. Questione di comprensione e di cambiamento. Attenzione al nuovo da parte di imprenditori e manager. Che si tramutano in organizzazioni della produzione diverse dal passato, più efficienti, certamente da osservare e sperimentare in continuazione. Accade così anche di fronte a Industria 4.0: nuovo presente e nuovo orizzonte anche per l’industria italiana. Seppure con qualche difficoltà.

Ad indagare i risvolti di Industria 4.0 applicata al comparto dell’auto è stata una ricerca di Anna Cabigiosu (del CAMI – Dipartimento di Management, Università Ca’ Foscari di Venezia). Il suo “Industria 4.0: diffusione, applicazioni  e rischi nel settore auto” è una puntuale analisi del nuovo paradigma produttivo, della situazione dell’applicazione al settore dell’auto in Italia e delle prospettive future. In particolare vengono presi in considerazione: le tecnologie e le potenzialità del paradigma 4.0, il Piano Calenda, la rilevanza e diffusione dell’innovazione 4.0 nel settore dell’auto, la tipologia delle imprese che scelgono l’innovazione 4.0 nel settore dell’auto, le aree funzionali coinvolte dall’innovazione 4.0 nel settore dell’auto, le difficoltà che vi sono.

Cabigiosu conduce così una sorta di viaggio in un settore importante e delicato per l’industria nazionale, ma anche dentro Industria 4.0. Quest’ultima vinene subito spiegata con chiarezza e lucidità, così come viene delineato il settore al quale deve applicarsi.

Al termine dell’indagine viene puntato il dito non sulle difficoltà tecniche di applicazione del nuovo metodo di produzione ma sul fatto che “in generale il mondo 4.0 sembra ancora opaco e non sufficientemente noto”. Occorrono più informazione e più comprensione per affrontare un cambio così radicale di organizzazione della produzione. Che comunque costa tempo e fatica (organizzativa e finanziaria).

Insomma, Industria 4.0 può essere (e sarà), davvero la quarta rivoluzione industriale, ma questa deve essere compresa a fondo per diventare patrimonio della cultura del produrre. A ben vedere è lo stesso percorso fatto dalle innovazioni precedenti che hanno caratterizzato le altre rivoluzioni industriali.

Lo scrivere di Anna Cabigiosu ha un gran pregio: è chiaro e lineare, conduce il lettore a capire (anche se il tema non è certo di quelli più avvincenti).

Industria 4.0: diffusione, applicazioni  e rischi nel settore auto

Anna Cabigiosu

Ricerche per l’innovazione nell’industria automotive, 2018, pagg. 251-265

Una indagine di Ca’ Foscari esplora i legami fra il nuovo paradigma produttivo e la situazione del settore dell’auto

 

Nuovi strumenti di produzione e nuova cultura d’impresa. Questione di comprensione e di cambiamento. Attenzione al nuovo da parte di imprenditori e manager. Che si tramutano in organizzazioni della produzione diverse dal passato, più efficienti, certamente da osservare e sperimentare in continuazione. Accade così anche di fronte a Industria 4.0: nuovo presente e nuovo orizzonte anche per l’industria italiana. Seppure con qualche difficoltà.

Ad indagare i risvolti di Industria 4.0 applicata al comparto dell’auto è stata una ricerca di Anna Cabigiosu (del CAMI – Dipartimento di Management, Università Ca’ Foscari di Venezia). Il suo “Industria 4.0: diffusione, applicazioni  e rischi nel settore auto” è una puntuale analisi del nuovo paradigma produttivo, della situazione dell’applicazione al settore dell’auto in Italia e delle prospettive future. In particolare vengono presi in considerazione: le tecnologie e le potenzialità del paradigma 4.0, il Piano Calenda, la rilevanza e diffusione dell’innovazione 4.0 nel settore dell’auto, la tipologia delle imprese che scelgono l’innovazione 4.0 nel settore dell’auto, le aree funzionali coinvolte dall’innovazione 4.0 nel settore dell’auto, le difficoltà che vi sono.

Cabigiosu conduce così una sorta di viaggio in un settore importante e delicato per l’industria nazionale, ma anche dentro Industria 4.0. Quest’ultima vinene subito spiegata con chiarezza e lucidità, così come viene delineato il settore al quale deve applicarsi.

Al termine dell’indagine viene puntato il dito non sulle difficoltà tecniche di applicazione del nuovo metodo di produzione ma sul fatto che “in generale il mondo 4.0 sembra ancora opaco e non sufficientemente noto”. Occorrono più informazione e più comprensione per affrontare un cambio così radicale di organizzazione della produzione. Che comunque costa tempo e fatica (organizzativa e finanziaria).

Insomma, Industria 4.0 può essere (e sarà), davvero la quarta rivoluzione industriale, ma questa deve essere compresa a fondo per diventare patrimonio della cultura del produrre. A ben vedere è lo stesso percorso fatto dalle innovazioni precedenti che hanno caratterizzato le altre rivoluzioni industriali.

Lo scrivere di Anna Cabigiosu ha un gran pregio: è chiaro e lineare, conduce il lettore a capire (anche se il tema non è certo di quelli più avvincenti).

Industria 4.0: diffusione, applicazioni  e rischi nel settore auto

Anna Cabigiosu

Ricerche per l’innovazione nell’industria automotive, 2018, pagg. 251-265

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