Gender gap e buona cultura d’impresa
Una ricerca diventata tesi di laurea mette a fuoco la situazione delle disparità di genere nelle imprese
La buona cultura d’impresa passa anche per la cancellazione del gender gap. Assunto importante per tutti e, in apparenza, condiviso da tutti nell’ambito delle organizzazioni della produzione e così come dei sistemi sociali. Dalla teoria alla pratica, tuttavia, può esserci molta distanza. Anche oggi. Ancora una volta, la risoluzione dei problemi dell’impresa passa però dalla comprensione del tema da affrontare e quindi dalla individuazione degli strumenti adatti per affrontarlo.
A questo serve leggere “Gender gap: uno studio delle percezioni dei lavoratori e delle lavoratrici: età, genere e provenienza”, ricerca di Sara Ferrario diventata tesi discussa presso l’Università degli studi di Padova nell’ambito del Corso di laurea in Management dei Servizi educativi e Formazione continua.
Ferrario sottolinea come negli anni siano state codificate e attuate delle strategie e soluzioni per la riduzione del gender gap (come ad esempio politiche aziendali, leadership più inclusive, norme e nuovi obiettivi per riuscire a superare quei possibili ostacoli presenti sul cammino dell’occupazione femminile). La esatta messa a fuoco della percezione del problema rimane, tuttavia, fondamentale.
La ricerca si è quindi dedicata sui diversi aspetti del gender gap per comprenderne le cause più profonde, l’evoluzione, le contromisure prese dalle istituzioni per limitarne l’impatto sulla vita sociale e lavorativa. La misura della percezione nelle aziende del problema è stata quindi resa possibile dalla somministrazione di un questionario ad un campione rappresentativo di lavoratrici e lavoratori.
Scrive Sara Ferrario nelle conclusioni: “Il gender gap (…) non è un fenomeno plastico ma in divenire. Esso cambia nel tempo a seconda del periodo storico, dei movimenti attivisti e delle politiche adottate. Tuttavia (…) questo fenomeno è strettamente collegato alla visione familiare e quindi ad una educazione che deve essere predisposta ai cambiamenti e che si deve adattare ad un’evoluzione culturale”. E poi ancora come “l’uguaglianza di genere deve essere una realtà vissuta in cui vediamo il riflesso di un’idea che diventa desiderio di realtà da sperimentare. Perché serve poco immaginare, sperare e sostenere ciò che sarebbe giusto fare se le cose non diventano reali e tangibili”.
Sara Ferrario
Università degli studi di Padova, Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata Corso di laurea in Management dei Servizi educativi e Formazione continua, Anno accademico 2024-2025
Una ricerca diventata tesi di laurea mette a fuoco la situazione delle disparità di genere nelle imprese
La buona cultura d’impresa passa anche per la cancellazione del gender gap. Assunto importante per tutti e, in apparenza, condiviso da tutti nell’ambito delle organizzazioni della produzione e così come dei sistemi sociali. Dalla teoria alla pratica, tuttavia, può esserci molta distanza. Anche oggi. Ancora una volta, la risoluzione dei problemi dell’impresa passa però dalla comprensione del tema da affrontare e quindi dalla individuazione degli strumenti adatti per affrontarlo.
A questo serve leggere “Gender gap: uno studio delle percezioni dei lavoratori e delle lavoratrici: età, genere e provenienza”, ricerca di Sara Ferrario diventata tesi discussa presso l’Università degli studi di Padova nell’ambito del Corso di laurea in Management dei Servizi educativi e Formazione continua.
Ferrario sottolinea come negli anni siano state codificate e attuate delle strategie e soluzioni per la riduzione del gender gap (come ad esempio politiche aziendali, leadership più inclusive, norme e nuovi obiettivi per riuscire a superare quei possibili ostacoli presenti sul cammino dell’occupazione femminile). La esatta messa a fuoco della percezione del problema rimane, tuttavia, fondamentale.
La ricerca si è quindi dedicata sui diversi aspetti del gender gap per comprenderne le cause più profonde, l’evoluzione, le contromisure prese dalle istituzioni per limitarne l’impatto sulla vita sociale e lavorativa. La misura della percezione nelle aziende del problema è stata quindi resa possibile dalla somministrazione di un questionario ad un campione rappresentativo di lavoratrici e lavoratori.
Scrive Sara Ferrario nelle conclusioni: “Il gender gap (…) non è un fenomeno plastico ma in divenire. Esso cambia nel tempo a seconda del periodo storico, dei movimenti attivisti e delle politiche adottate. Tuttavia (…) questo fenomeno è strettamente collegato alla visione familiare e quindi ad una educazione che deve essere predisposta ai cambiamenti e che si deve adattare ad un’evoluzione culturale”. E poi ancora come “l’uguaglianza di genere deve essere una realtà vissuta in cui vediamo il riflesso di un’idea che diventa desiderio di realtà da sperimentare. Perché serve poco immaginare, sperare e sostenere ciò che sarebbe giusto fare se le cose non diventano reali e tangibili”.
Sara Ferrario
Università degli studi di Padova, Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata Corso di laurea in Management dei Servizi educativi e Formazione continua, Anno accademico 2024-2025