Aziende felicitanti
In un libro delineato un percorso originale che porta dall’immagine della fabbrica “triste” a quella dell’ambiente di lavoro a misura di persona
L’azienda come una galera, dove si lavora e si vive male. Può anche essere così il clima di fabbrica oppure quello d’ufficio. Posti dove si va malvolentieri, si produce poco e male, ci si sente schiavi. Condizioni che oggi possono essere più diffuse di quanto si possa credere. Anche è soprattutto nell’epoca dell’industria 4.0. Tema spinoso e complesso, quello dell’azienda-galera viene affrontato da Guido Zaccarelli nel suo “Dalla piramide al cerchio. La persona al centro dell’azienda” con un approccio soprattutto pratico e costruttivo. L’obiettivo dichiarato è quello di infondere il senso etico di una nuova cultura aziendale che ponga la “Persona” al centro dell’ecosistema organizzativo, dove possa riconoscersi per identità e senso di appartenenza.
L’immagine dalla quale si parte, tuttavia, è proprio quella della galea presa a riferimento per confrontare l’attinenza del duro lavoro svolto dagli schiavi durante la navigazione e l’attività svolta dai lavoratori alla catena di montaggio.
Per risolvere la situazione, secondo l’autore, occorre invitare il management ad adottare modelli organizzativi più aderenti ai bisogni e ai desideri delle persone, dove disciplinare le pretese rivolte all’uomo di seguire i ritmi incalzanti di produzione della catena di montaggio, imposti dall’organizzazione per ridurre i costi e competere con i mercati globali.
Cambia anche lo stesso concetto di competitività aziendale che viene vista come misura della capacità di porre le persone nelle condizioni di donare le proprie idee agli altri e di condividere la conoscenza in forma circolare. Secondo Zaccarelli la presenza di un clima organizzativo positivo motiva le persone al fare e a identificarsi nel comune agire dell’azienda creando le premesse per la creazione di luoghi di lavoro felicitanti in grado effettivamente di fare emergere la conoscenza sommersa delle persone, invisibile agli occhi, che sciolta, è in grado di generare importanti risorse finanziarie intangibili da investire nella formazione, nella ricerca e sviluppo e per accrescere il livello di competenza al proprio interno. Le persone diventeranno più sagge, felici e contente. Sapendo di essere rispettate, agiranno, proporranno, saranno volenterose.
Il libro di Zaccarelli è certamente una lettura visionaria, pone stimoli inaspettati ai quali spesso si reagisce con sorpresa al primo impatto, conduce lungo in cammino variegato e complesso, non sempre facile da comprendere immediatamente. Eppure si tratta di una lettura da fare, al fondo della quale magari non tutto sarà chiaro e accettato, ma che certamente avrà contribuito a delineare orizzonti prima sconosciuti.
Dalla piramide al cerchio. La persona al centro dell’azienda
Guido Zaccarelli
Franco Angeli, 2017


In un libro delineato un percorso originale che porta dall’immagine della fabbrica “triste” a quella dell’ambiente di lavoro a misura di persona
L’azienda come una galera, dove si lavora e si vive male. Può anche essere così il clima di fabbrica oppure quello d’ufficio. Posti dove si va malvolentieri, si produce poco e male, ci si sente schiavi. Condizioni che oggi possono essere più diffuse di quanto si possa credere. Anche è soprattutto nell’epoca dell’industria 4.0. Tema spinoso e complesso, quello dell’azienda-galera viene affrontato da Guido Zaccarelli nel suo “Dalla piramide al cerchio. La persona al centro dell’azienda” con un approccio soprattutto pratico e costruttivo. L’obiettivo dichiarato è quello di infondere il senso etico di una nuova cultura aziendale che ponga la “Persona” al centro dell’ecosistema organizzativo, dove possa riconoscersi per identità e senso di appartenenza.
L’immagine dalla quale si parte, tuttavia, è proprio quella della galea presa a riferimento per confrontare l’attinenza del duro lavoro svolto dagli schiavi durante la navigazione e l’attività svolta dai lavoratori alla catena di montaggio.
Per risolvere la situazione, secondo l’autore, occorre invitare il management ad adottare modelli organizzativi più aderenti ai bisogni e ai desideri delle persone, dove disciplinare le pretese rivolte all’uomo di seguire i ritmi incalzanti di produzione della catena di montaggio, imposti dall’organizzazione per ridurre i costi e competere con i mercati globali.
Cambia anche lo stesso concetto di competitività aziendale che viene vista come misura della capacità di porre le persone nelle condizioni di donare le proprie idee agli altri e di condividere la conoscenza in forma circolare. Secondo Zaccarelli la presenza di un clima organizzativo positivo motiva le persone al fare e a identificarsi nel comune agire dell’azienda creando le premesse per la creazione di luoghi di lavoro felicitanti in grado effettivamente di fare emergere la conoscenza sommersa delle persone, invisibile agli occhi, che sciolta, è in grado di generare importanti risorse finanziarie intangibili da investire nella formazione, nella ricerca e sviluppo e per accrescere il livello di competenza al proprio interno. Le persone diventeranno più sagge, felici e contente. Sapendo di essere rispettate, agiranno, proporranno, saranno volenterose.
Il libro di Zaccarelli è certamente una lettura visionaria, pone stimoli inaspettati ai quali spesso si reagisce con sorpresa al primo impatto, conduce lungo in cammino variegato e complesso, non sempre facile da comprendere immediatamente. Eppure si tratta di una lettura da fare, al fondo della quale magari non tutto sarà chiaro e accettato, ma che certamente avrà contribuito a delineare orizzonti prima sconosciuti.
Dalla piramide al cerchio. La persona al centro dell’azienda
Guido Zaccarelli
Franco Angeli, 2017