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Il futuro presente

Un libro pubblicato da poco ripercorre la storia e ne spiega i limiti oltre che i poteri

Intelligenza Artificiale e molto altro ancora. Anche nel passato. La comprensione di quanto sta accadendo oggi deve passare – obbligatoriamente – per quella di ciò che è avvenuto prima. Perché i visionari di oggi assomigliano moltissimo a quelli di un tempo. Essere consapevoli di quanto è già accaduto, in altri termini, serve per capire meglio e per davvero ciò che avviene adesso. Barbara Gallavotti ha scritto un libro – “Il futuro è già qui” – che serve molto per percorrere queste strade.

Il libro prende le mosse da una constatazione: non passa giorno senza che stampa o televisione parlino dei più recenti e strepitosi progressi dovuti all’Intelligenza Artificiale. La IA appare essere il nostro furto (nostro come cittadini e imprese). La rivoluzione industriale determinata dalla IA porta ad avere, per esempio, macchine che eseguono in pochi secondi calcoli assai complessi, oppure beneficiare di processi decisionali rapidi anche per problemi complessi. La domanda da porre è però: cosa accade quando questa tecnologia sembra diventare troppo pervasiva e pare appropriarsi di capacità che abbiamo sempre pensato fossero esclusivamente “nostre”?

Per capire sul serio cosa sta accadendo, Gallavotti ripercorre la storia dei visionari che nei secoli hanno sognato di creare macchine intelligenti quanto esseri umani e messo le basi della IA di oggi. Ma soprattutto mette in luce le profonde differenze fra il modo di funzionare del nostro cervello e quello degli strumenti che abbiamo inventato. Il punto cruciale pare essere proprio questo: solo cogliendo queste diversità è possibile spiegare perché l’Intelligenza Artificiale ci supera tanto agevolmente in certi compiti mentre altri sembrano destinati a restare fuori dalla sua portata ancora a lungo, se non per sempre. Da qui una considerazione che Gallavotti spiega chiaramente: la scelta sul ruolo da destinare alla nuova tecnologia nelle nostre vite appartiene a noi, come singoli e come collettività. Non il contrario. Solo in questo modo, l’IA potrebbe preludere ad una nuova era, quella dell’Intelligenza Naturale: l’era nella quale più che mai sapremo trarre vantaggio da ciò che abbiamo inventato.

Il libro di Barbara Gallavotti non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo ad affrontare il tema del progresso e dell’IA in particolare, ma è da leggere e rileggere.

Il futuro è già qui

Barbara Gallavotti

Mondadori, 2024

Un libro pubblicato da poco ripercorre la storia e ne spiega i limiti oltre che i poteri

Intelligenza Artificiale e molto altro ancora. Anche nel passato. La comprensione di quanto sta accadendo oggi deve passare – obbligatoriamente – per quella di ciò che è avvenuto prima. Perché i visionari di oggi assomigliano moltissimo a quelli di un tempo. Essere consapevoli di quanto è già accaduto, in altri termini, serve per capire meglio e per davvero ciò che avviene adesso. Barbara Gallavotti ha scritto un libro – “Il futuro è già qui” – che serve molto per percorrere queste strade.

Il libro prende le mosse da una constatazione: non passa giorno senza che stampa o televisione parlino dei più recenti e strepitosi progressi dovuti all’Intelligenza Artificiale. La IA appare essere il nostro furto (nostro come cittadini e imprese). La rivoluzione industriale determinata dalla IA porta ad avere, per esempio, macchine che eseguono in pochi secondi calcoli assai complessi, oppure beneficiare di processi decisionali rapidi anche per problemi complessi. La domanda da porre è però: cosa accade quando questa tecnologia sembra diventare troppo pervasiva e pare appropriarsi di capacità che abbiamo sempre pensato fossero esclusivamente “nostre”?

Per capire sul serio cosa sta accadendo, Gallavotti ripercorre la storia dei visionari che nei secoli hanno sognato di creare macchine intelligenti quanto esseri umani e messo le basi della IA di oggi. Ma soprattutto mette in luce le profonde differenze fra il modo di funzionare del nostro cervello e quello degli strumenti che abbiamo inventato. Il punto cruciale pare essere proprio questo: solo cogliendo queste diversità è possibile spiegare perché l’Intelligenza Artificiale ci supera tanto agevolmente in certi compiti mentre altri sembrano destinati a restare fuori dalla sua portata ancora a lungo, se non per sempre. Da qui una considerazione che Gallavotti spiega chiaramente: la scelta sul ruolo da destinare alla nuova tecnologia nelle nostre vite appartiene a noi, come singoli e come collettività. Non il contrario. Solo in questo modo, l’IA potrebbe preludere ad una nuova era, quella dell’Intelligenza Naturale: l’era nella quale più che mai sapremo trarre vantaggio da ciò che abbiamo inventato.

Il libro di Barbara Gallavotti non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo ad affrontare il tema del progresso e dell’IA in particolare, ma è da leggere e rileggere.

Il futuro è già qui

Barbara Gallavotti

Mondadori, 2024

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