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Il museo come moderno strumento di conoscenza

Dall’esperienza di un archeologo e di un’esperta di management un libro che ragiona sulla cultura e sulle sue espressioni

Anticaglie da museo. Se questo era il modello, o, meglio, l’immagine che dei musei e dei loro contenuti si aveva fino a qualche tempo fa, oggi – per fortuna – questa stessa immagine è notevolmente cambiata. Merito di un’evoluzione culturale che, rivalutando la conoscenza del passato come strumento per vivere meglio il presente e pensare al futuro con avvedutezza, ha inciso anche sui musei (e gli archivi) per farne veicolo di conoscenza a disposizione di tutti. È attorno a questi temi che ragionano Christian Greco e Paola Dubini (lui egittologo e direttore del Museo Egizio di Torino, lei professoressa di management alla Bocconi di Milano), in un sapido libro di poco meno 150 pagine che si leggono come un viaggio nella moderna (e affascinante) museologia moderna.

L’assunto dal quale partono i due autori è solo in apparenza scontato. Oggi gestire un museo non significa più soltanto valorizzare una collezione di oggetti, ma far leva sul patrimonio culturale per veicolare messaggi che oltrepassano le sale espositive. Detto in altri termini, il museo è diventato un luogo di ricerca e un ponte tra passato e futuro. Lo sanno ormai bene molte istituzioni culturali e anche numerose imprese che proprio attorno ai musei (ed ai loro archivi) hanno costruito operazioni davvero culturali e non solo di comunicazione.  A partire dall’idea di museo come archetipo metodologico, il dialogo tra Greco e Dubini arriva al senso politico di fare cultura come via per valorizzare il territorio, generare occasioni di incontro tra culture diverse, promuovere collaborazioni tra pubblico e privato, sfruttare il potere dell’arte per attivare nuove forme di diplomazia, sollecitare il confronto tra ambiti disciplinari diversi per far crescere e attrarre talenti.

Questi concetti vengono sviluppati e approfonditi beneficiando dell’esperienza di un illuminato direttore di museo e di una attenta esperta di gestione di numerose istituzioni culturali. Il risultato è il delinearsi di uno strumento vivo al servizio di tutti, uno strumento che deve essere sostenuto e curato, valorizzato e difeso. Qualcosa – il museo – che può avere declinazioni diverse ma che conserva la sua sostanza ogni volta, quella di qualcosa di privilegiato per capire meglio il percorso di vita e di lavoro delle persone e delle organizzazioni che di volta in volta queste persone realizzano. Tutto da leggere “La cultura è di tutti”.

La cultura è di tutti

Christian Greco, Paola Dubini

Egea, 2024

Dall’esperienza di un archeologo e di un’esperta di management un libro che ragiona sulla cultura e sulle sue espressioni

Anticaglie da museo. Se questo era il modello, o, meglio, l’immagine che dei musei e dei loro contenuti si aveva fino a qualche tempo fa, oggi – per fortuna – questa stessa immagine è notevolmente cambiata. Merito di un’evoluzione culturale che, rivalutando la conoscenza del passato come strumento per vivere meglio il presente e pensare al futuro con avvedutezza, ha inciso anche sui musei (e gli archivi) per farne veicolo di conoscenza a disposizione di tutti. È attorno a questi temi che ragionano Christian Greco e Paola Dubini (lui egittologo e direttore del Museo Egizio di Torino, lei professoressa di management alla Bocconi di Milano), in un sapido libro di poco meno 150 pagine che si leggono come un viaggio nella moderna (e affascinante) museologia moderna.

L’assunto dal quale partono i due autori è solo in apparenza scontato. Oggi gestire un museo non significa più soltanto valorizzare una collezione di oggetti, ma far leva sul patrimonio culturale per veicolare messaggi che oltrepassano le sale espositive. Detto in altri termini, il museo è diventato un luogo di ricerca e un ponte tra passato e futuro. Lo sanno ormai bene molte istituzioni culturali e anche numerose imprese che proprio attorno ai musei (ed ai loro archivi) hanno costruito operazioni davvero culturali e non solo di comunicazione.  A partire dall’idea di museo come archetipo metodologico, il dialogo tra Greco e Dubini arriva al senso politico di fare cultura come via per valorizzare il territorio, generare occasioni di incontro tra culture diverse, promuovere collaborazioni tra pubblico e privato, sfruttare il potere dell’arte per attivare nuove forme di diplomazia, sollecitare il confronto tra ambiti disciplinari diversi per far crescere e attrarre talenti.

Questi concetti vengono sviluppati e approfonditi beneficiando dell’esperienza di un illuminato direttore di museo e di una attenta esperta di gestione di numerose istituzioni culturali. Il risultato è il delinearsi di uno strumento vivo al servizio di tutti, uno strumento che deve essere sostenuto e curato, valorizzato e difeso. Qualcosa – il museo – che può avere declinazioni diverse ma che conserva la sua sostanza ogni volta, quella di qualcosa di privilegiato per capire meglio il percorso di vita e di lavoro delle persone e delle organizzazioni che di volta in volta queste persone realizzano. Tutto da leggere “La cultura è di tutti”.

La cultura è di tutti

Christian Greco, Paola Dubini

Egea, 2024

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