L’impresa che “restituisce”
Appena pubblicato un libro che racconta con efficacia la vita di Giovanni Cottino
Restituire e fare impresa. Porre attenzione agli altri e fare profitti. Essere severi eppure generosi. Produrre ricchezza in modo non egoistico. Atteggiamenti comuni a molti più imprenditori di quanto si sia portati a pensare. Eppure atteggiamenti che – quando vengono raccontati bene e quindi fatti conoscere – insegnano, sorprendono, emozionano. E spingono magari altri a fare lo stesso. Atteggiamenti da maestri. È forse per questo che l’ultima fatica letteraria di Francesco Antonioli ha come titolo “Il maestro silenzioso. Giovanni Cottino (1927-2022): l’imprenditore che ha saputo «restituire»”. Antonioli, per anni bravo giornalista economico al Sole 24 Ore e adesso attento osservatore delle ultime evoluzioni della cronaca economica e del territorio, ha voluto raccontare la vita di un imprenditore da una parte unico e dall’altro paradigmatico di una categoria di servitori della comunità che ha avuto ed ha molti esempi.
Giovanni Cottino è stato un ingegnere divenuto filantropo che ha dimostrato che profitto e impegno sociale possono coesistere. Definito da molti come illuminato imprenditore torinese, Cottino è posto come esempio per tutti coloro che intendono coniugare trasparenza, generosità ed etica del lavoro. Esempio anche severo – lo si capisce da alcuni passaggi contenuti nelle pagine di Antonioli – Cottino creò dal nulla una delle più grandi aziende del mondo di componentistica per elettrodomestici, un gruppo divenuto leader globale nella “industria del bianco” tra gli anni Settanta e Novanta del secolo scorso nella Torino vocata all’automotive. Dopo una vita dedicata alla manifattura, Cottino ha poi orientato nipoti e pronipoti a quella che modernamente si chiama venture philantropy – e cioè appunto alla restituzione – chiedendo loro di gestire la Fondazione Giovanni e Annamaria Cottino. Obiettivo: “restituire” al territorio tutto ciò che di meglio aveva ricevuto nella sua vita.
Cottino è per questo un “maestro silenzioso”, una di quelle figure che hanno tenuto in piedi l’Italia e che ancora adesso può indicare una rotta convincente a decisori pubblici e privati per costruire il bene comune. E lo si capisce bene leggendo le belle pagine di Francesco Antonioli, pagine nelle quali al saggio si alternano le testimonianze, alla cronaca economica la storia di un’impresa.
Il maestro silenzioso. Giovanni Cottino (1927-2022): l’imprenditore che ha saputo «restituire»
Francesco Antonioli
GueriniNEXT, 2025


Appena pubblicato un libro che racconta con efficacia la vita di Giovanni Cottino
Restituire e fare impresa. Porre attenzione agli altri e fare profitti. Essere severi eppure generosi. Produrre ricchezza in modo non egoistico. Atteggiamenti comuni a molti più imprenditori di quanto si sia portati a pensare. Eppure atteggiamenti che – quando vengono raccontati bene e quindi fatti conoscere – insegnano, sorprendono, emozionano. E spingono magari altri a fare lo stesso. Atteggiamenti da maestri. È forse per questo che l’ultima fatica letteraria di Francesco Antonioli ha come titolo “Il maestro silenzioso. Giovanni Cottino (1927-2022): l’imprenditore che ha saputo «restituire»”. Antonioli, per anni bravo giornalista economico al Sole 24 Ore e adesso attento osservatore delle ultime evoluzioni della cronaca economica e del territorio, ha voluto raccontare la vita di un imprenditore da una parte unico e dall’altro paradigmatico di una categoria di servitori della comunità che ha avuto ed ha molti esempi.
Giovanni Cottino è stato un ingegnere divenuto filantropo che ha dimostrato che profitto e impegno sociale possono coesistere. Definito da molti come illuminato imprenditore torinese, Cottino è posto come esempio per tutti coloro che intendono coniugare trasparenza, generosità ed etica del lavoro. Esempio anche severo – lo si capisce da alcuni passaggi contenuti nelle pagine di Antonioli – Cottino creò dal nulla una delle più grandi aziende del mondo di componentistica per elettrodomestici, un gruppo divenuto leader globale nella “industria del bianco” tra gli anni Settanta e Novanta del secolo scorso nella Torino vocata all’automotive. Dopo una vita dedicata alla manifattura, Cottino ha poi orientato nipoti e pronipoti a quella che modernamente si chiama venture philantropy – e cioè appunto alla restituzione – chiedendo loro di gestire la Fondazione Giovanni e Annamaria Cottino. Obiettivo: “restituire” al territorio tutto ciò che di meglio aveva ricevuto nella sua vita.
Cottino è per questo un “maestro silenzioso”, una di quelle figure che hanno tenuto in piedi l’Italia e che ancora adesso può indicare una rotta convincente a decisori pubblici e privati per costruire il bene comune. E lo si capisce bene leggendo le belle pagine di Francesco Antonioli, pagine nelle quali al saggio si alternano le testimonianze, alla cronaca economica la storia di un’impresa.
Il maestro silenzioso. Giovanni Cottino (1927-2022): l’imprenditore che ha saputo «restituire»
Francesco Antonioli
GueriniNEXT, 2025