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Oltre il fabbricare

L’ultimo libro di Carlo Galli fornisce a chi legge gli strumenti per capire meglio le relazioni tra tecnica e umanità

 

Tecnofobia oppure tecnolatria? E poi, ancora, tecnica altro dall’umano oppure strumento che ha tutto di umano e nulla di artificiale? Il percorso della tecnica è ambiguo e accidentato, proprio perché radicalmente umano. La critica ad essa, tanto intellettuale quanto politica, è la contestazione della sua volontà di dettare l’intera agenda dell’avvenire. Temi importanti, soprattutto oggi e non solo per chi ha a cuore sapere dove si è e dove si va. Temi che per imprenditori e manager avveduti, così come per decisori attenti, devono essere all’ordine del giorno. Si fa bene quindi a leggere “Tecnica” di Carlo Galli che cerca – riuscendoci – di rispondere ad una serie di domande cruciali. È la tecnica che comanda oggi, nell’era del tecnocapitalismo? E a chi serve? A tutti o a pochi? O siamo noi a servire lei? È una sfida al dominio umano del mondo o è una risorsa indispensabile per realizzarlo?

Galli cerca e trova le risposte (o comunque fornisce a chi legge gli strumenti per arrivare da solo alle risposte corrette) partendo da una constatazione: la tecnica non è mai stata e non è mai neutra, ma è da sempre intrecciata con la storia dell’uomo. Ambigua per definizione, la tecnica si esprime nella sua duplice natura di strumento di libertà e di dominio, nella sua capacità di sollevarci dalla fatica e dal bisogno, e nel suo produrre al tempo stesso squilibri, conflitti, rotture. Non è mai e solo un “puro fabbricare” qualcosa, ma porta in sé l’elemento della decisione e di conseguenza del potere.

Galli accompagna quindi chi legge in quattro tappe: la messa a punto del concetto, la storia della tecnica “dalla selce al silicio”, le relazioni tra tecnica e filosofia, la situazione delle nuove tecniche digitali fino all’Intelligenza Artificiale.

Lontano sia da miti salvifici sia da condanne apocalittiche (lontano cioè sia dalla tecnolatria che dalla tecnofobia) questo libro analizza il fare della tecnica come intreccio di sapere e volere, come radice di disuguaglianze e di trasformazioni, come necessità che nasconde scelte e interessi. E proprio in questo nodo tra coazione e libertà si apre uno spazio decisivo: quello dell’agire politico che deve essere capace di equilibrio e di saggezza.

Tecnica

Carlo Galli

il Mulino, 2025

L’ultimo libro di Carlo Galli fornisce a chi legge gli strumenti per capire meglio le relazioni tra tecnica e umanità

 

Tecnofobia oppure tecnolatria? E poi, ancora, tecnica altro dall’umano oppure strumento che ha tutto di umano e nulla di artificiale? Il percorso della tecnica è ambiguo e accidentato, proprio perché radicalmente umano. La critica ad essa, tanto intellettuale quanto politica, è la contestazione della sua volontà di dettare l’intera agenda dell’avvenire. Temi importanti, soprattutto oggi e non solo per chi ha a cuore sapere dove si è e dove si va. Temi che per imprenditori e manager avveduti, così come per decisori attenti, devono essere all’ordine del giorno. Si fa bene quindi a leggere “Tecnica” di Carlo Galli che cerca – riuscendoci – di rispondere ad una serie di domande cruciali. È la tecnica che comanda oggi, nell’era del tecnocapitalismo? E a chi serve? A tutti o a pochi? O siamo noi a servire lei? È una sfida al dominio umano del mondo o è una risorsa indispensabile per realizzarlo?

Galli cerca e trova le risposte (o comunque fornisce a chi legge gli strumenti per arrivare da solo alle risposte corrette) partendo da una constatazione: la tecnica non è mai stata e non è mai neutra, ma è da sempre intrecciata con la storia dell’uomo. Ambigua per definizione, la tecnica si esprime nella sua duplice natura di strumento di libertà e di dominio, nella sua capacità di sollevarci dalla fatica e dal bisogno, e nel suo produrre al tempo stesso squilibri, conflitti, rotture. Non è mai e solo un “puro fabbricare” qualcosa, ma porta in sé l’elemento della decisione e di conseguenza del potere.

Galli accompagna quindi chi legge in quattro tappe: la messa a punto del concetto, la storia della tecnica “dalla selce al silicio”, le relazioni tra tecnica e filosofia, la situazione delle nuove tecniche digitali fino all’Intelligenza Artificiale.

Lontano sia da miti salvifici sia da condanne apocalittiche (lontano cioè sia dalla tecnolatria che dalla tecnofobia) questo libro analizza il fare della tecnica come intreccio di sapere e volere, come radice di disuguaglianze e di trasformazioni, come necessità che nasconde scelte e interessi. E proprio in questo nodo tra coazione e libertà si apre uno spazio decisivo: quello dell’agire politico che deve essere capace di equilibrio e di saggezza.

Tecnica

Carlo Galli

il Mulino, 2025

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