Quale tecnica e per quale compito?
Pubblicato un abbecedario che raccoglie 19 vocaboli per conoscere e ragionare meglio sull’evoluzione dell’economia e della società
Tecnica e quindi progresso, produzione, crescita, sviluppo ma anche sfruttamento, alienazione, controllo e molto altro ancora. Tra i vocaboli oggi di gran moda, certamente c’è anche “tecnica” che nella gran parte dei casi evoca scenari dell’agire e del pensare umano che paiono oggi trasparenti e inconfutabili; scenari in cui l’uomo come soggetto cosciente è attore rispetto sia alla storia sia alla natura. E d’altra parte, indubbiamente mai come oggi la terra è avvolta in una rete di attività tecniche, al punto che non vi è più luogo che non porti il segno della trasformazione umana. Eppure mai come oggi l’umanità nel suo complesso appare incapace di dirigere verso una meta accettabile e condivisibile la propria azione: il disastro ambientale, il diffondersi delle guerre, le ingiustizie economiche si impongono a livello planetario. Una condizione che ha del paradossale e del drammatico tenendo anche conto che qualsiasi soluzione da parte dell’uomo – proprio nella sua dimensione di progettazione tecnica – pare in grado solo di accelerare l’apocalisse incombente. Ma la tecnica dovrebbe essere “utile” e non “nociva”, dovrebbe essere “amica” e non “nemica”.
È da questa serie di complesse considerazioni che Maurizio Guerri (docente di estetica all’Accademia di Brera), ha tratto spunto per comporre, coinvolgendo più firme, “Le parole della tecnica. Concetti, ideologie, prospettive”, una sorta di abbecedario che raccoglie 19 parole che con la tecnica hanno a che fare. Un’impresa che si fonda – scrive il curatore – sulla possibilità di “praticare una conoscenza che sia in grado di imporsi come forma di resistenza, di redenzione o almeno di diserzione” rispetto al pensare comune. Tornare, in altri termini, alla conoscenza del significato delle parole e quindi al loro reale contenuto, per capire meglio dove si è e soprattutto dove si può andare.
Rigorosamente in ordine alfabetico, i vocaboli che vengono affrontati sono alienazione, artefatto, automazione, biopolitica, capitalismo, controllo, corpo, design, dispositivo, gamificazione, globalizzazione, guerra, immagine, intelligenza artificiale, lavoro, metropoli, progresso, spazio, tempo. Per ognuno di essi viene tentata una analisi ma soprattutto ne viene data una illustrazione per condurre chi legge oltre al significato comune.
Il libro curato da Maurizio Guerri non è certamente qualcosa da leggere distrattamente, e non è nemmeno di facilissima lettura, ma è certamente uno strumento per comprendere, come si diceva prima, il contenuto reale di concetti troppo spesso abusati e stravolti.
Le parole della tecnica. Concetti, ideologie, prospettive
Maurizio Guerri (a cura di)
Einaudi, 2025


Pubblicato un abbecedario che raccoglie 19 vocaboli per conoscere e ragionare meglio sull’evoluzione dell’economia e della società
Tecnica e quindi progresso, produzione, crescita, sviluppo ma anche sfruttamento, alienazione, controllo e molto altro ancora. Tra i vocaboli oggi di gran moda, certamente c’è anche “tecnica” che nella gran parte dei casi evoca scenari dell’agire e del pensare umano che paiono oggi trasparenti e inconfutabili; scenari in cui l’uomo come soggetto cosciente è attore rispetto sia alla storia sia alla natura. E d’altra parte, indubbiamente mai come oggi la terra è avvolta in una rete di attività tecniche, al punto che non vi è più luogo che non porti il segno della trasformazione umana. Eppure mai come oggi l’umanità nel suo complesso appare incapace di dirigere verso una meta accettabile e condivisibile la propria azione: il disastro ambientale, il diffondersi delle guerre, le ingiustizie economiche si impongono a livello planetario. Una condizione che ha del paradossale e del drammatico tenendo anche conto che qualsiasi soluzione da parte dell’uomo – proprio nella sua dimensione di progettazione tecnica – pare in grado solo di accelerare l’apocalisse incombente. Ma la tecnica dovrebbe essere “utile” e non “nociva”, dovrebbe essere “amica” e non “nemica”.
È da questa serie di complesse considerazioni che Maurizio Guerri (docente di estetica all’Accademia di Brera), ha tratto spunto per comporre, coinvolgendo più firme, “Le parole della tecnica. Concetti, ideologie, prospettive”, una sorta di abbecedario che raccoglie 19 parole che con la tecnica hanno a che fare. Un’impresa che si fonda – scrive il curatore – sulla possibilità di “praticare una conoscenza che sia in grado di imporsi come forma di resistenza, di redenzione o almeno di diserzione” rispetto al pensare comune. Tornare, in altri termini, alla conoscenza del significato delle parole e quindi al loro reale contenuto, per capire meglio dove si è e soprattutto dove si può andare.
Rigorosamente in ordine alfabetico, i vocaboli che vengono affrontati sono alienazione, artefatto, automazione, biopolitica, capitalismo, controllo, corpo, design, dispositivo, gamificazione, globalizzazione, guerra, immagine, intelligenza artificiale, lavoro, metropoli, progresso, spazio, tempo. Per ognuno di essi viene tentata una analisi ma soprattutto ne viene data una illustrazione per condurre chi legge oltre al significato comune.
Il libro curato da Maurizio Guerri non è certamente qualcosa da leggere distrattamente, e non è nemmeno di facilissima lettura, ma è certamente uno strumento per comprendere, come si diceva prima, il contenuto reale di concetti troppo spesso abusati e stravolti.
Le parole della tecnica. Concetti, ideologie, prospettive
Maurizio Guerri (a cura di)
Einaudi, 2025