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Una nuova leadership per nuovi scenari

Un libro appena pubblicato racconta come essere “capi” al tempo della complessità

Essere capaci di convincere e gestire con efficacia per il bene dell’impresa e delle persone che vi lavorano. Obiettivo di tutti i manager (o quasi). E, a ben vedere, obiettivo di chiunque sia alle prese con la “gestione” di un’organizzazione e, quindi, anche del sistema sociale oppure di uno stato. Eppure spesso, è facile trovare politici incapaci di fornire risposte convincenti alle sfide economiche e sociali che interessano la popolazione; così come manager egocentrici e narcisisti più interessati a raggiungere i propri obiettivi che alla crescita di un’organizzazione.

Leggere “Essere leader in un mondo complesso” scritto da Alessandro Cravera e appena pubblicato, aiuta a comprendere le difficoltà dell’essere “capo” e, soprattutto, gli strumenti con i quali dovrebbe essere più agevole essere un “buon capo” di un’organizzazione (qualsiasi essa sia).

Cravera cerca di rispondere a due ordini di interrogativi. È un mondo “difficile” a metterci i bastoni tra le ruote? Oppure sono le nostre idee a non essere adeguate a uno scenario in (più che) rapido cambiamento? Detto in altri termini, è ciò che sta attorno al “capo” che crea difficoltà, oppure è il “capo” ad essere il problema?

Il libro è un percorso – in poco meno di 200 pagine – che aiuta a capire le difficoltà della leadership e, poi, il percorso più corretto per superarle. Una strada le cui tappe si comprendono fin dalle prime pagine in cui si parla della necessità di porre la condivisione al posto della protezione, di sperimentazione e di errori al posto della pianificazione e della programmazione.

La narrazione inizia quindi con un approfondimento di cosa sia davvero “essere capi” per passare poi alle origini dell’idea di leadership e quindi al “terreno su cui costruire una nuova leadership”. Un terreno nel quale si trovano alcuni punti fissi che indicano le attrezzature adatte da usare e, soprattutto, l’indicazione  che “non c’è leadership senza saggezza” cioè soprattutto senza una cultura dell’attenzione e dell’ascolto che è tutt’uno con quella della buona impresa e della buona condotta della società.

Essere leader in un mondo complesso

Alessandro Cravera

Egea, 2024

Un libro appena pubblicato racconta come essere “capi” al tempo della complessità

Essere capaci di convincere e gestire con efficacia per il bene dell’impresa e delle persone che vi lavorano. Obiettivo di tutti i manager (o quasi). E, a ben vedere, obiettivo di chiunque sia alle prese con la “gestione” di un’organizzazione e, quindi, anche del sistema sociale oppure di uno stato. Eppure spesso, è facile trovare politici incapaci di fornire risposte convincenti alle sfide economiche e sociali che interessano la popolazione; così come manager egocentrici e narcisisti più interessati a raggiungere i propri obiettivi che alla crescita di un’organizzazione.

Leggere “Essere leader in un mondo complesso” scritto da Alessandro Cravera e appena pubblicato, aiuta a comprendere le difficoltà dell’essere “capo” e, soprattutto, gli strumenti con i quali dovrebbe essere più agevole essere un “buon capo” di un’organizzazione (qualsiasi essa sia).

Cravera cerca di rispondere a due ordini di interrogativi. È un mondo “difficile” a metterci i bastoni tra le ruote? Oppure sono le nostre idee a non essere adeguate a uno scenario in (più che) rapido cambiamento? Detto in altri termini, è ciò che sta attorno al “capo” che crea difficoltà, oppure è il “capo” ad essere il problema?

Il libro è un percorso – in poco meno di 200 pagine – che aiuta a capire le difficoltà della leadership e, poi, il percorso più corretto per superarle. Una strada le cui tappe si comprendono fin dalle prime pagine in cui si parla della necessità di porre la condivisione al posto della protezione, di sperimentazione e di errori al posto della pianificazione e della programmazione.

La narrazione inizia quindi con un approfondimento di cosa sia davvero “essere capi” per passare poi alle origini dell’idea di leadership e quindi al “terreno su cui costruire una nuova leadership”. Un terreno nel quale si trovano alcuni punti fissi che indicano le attrezzature adatte da usare e, soprattutto, l’indicazione  che “non c’è leadership senza saggezza” cioè soprattutto senza una cultura dell’attenzione e dell’ascolto che è tutt’uno con quella della buona impresa e della buona condotta della società.

Essere leader in un mondo complesso

Alessandro Cravera

Egea, 2024

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