La casa del mago
«Lo sai com’è fatto».
Con questo mantra, la madre di Emanuele Trevi si riferisce al marito. Celebre e riservato psicoanalista junghiano per professione, è un genitore distratto, distante e riservato. Alla sua morte lascia in eredità un appartamento, che è poi lo studio in cui accoglieva e medicava i pazienti. Nessuno però sembra volerlo acquistare. Forse perché è ancora abitato da Psiche? Forse per i fantasmi delle vite risolte sul lettino? Emanuele decide di convertirla in casa propria. Inizia così un viaggio tra gli oggetti, i ricordi e le passioni di Mario Trevi che si intrecciano con buffi aneddoti e accadimenti che coinvolgono il nuovo inquilino dello studio.
Dedicato a Mario Trevi, padre dell’autore e psicanalista junghiano, La casa del mago è un memoir ironico e commovente incentrato sul rapporto post mortem tra padre e figlio che prende le mosse dal desiderio di Emanuele di sentire più vicina la figura genitoriale scomparsa e, al contempo, forse, di renderla più reale, afferrando qualcosa di più dell’uomo che è stato. Per farlo parte dai ricordi, dai luoghi e dagli oggetti che ne hanno conservato le tracce e che fungono non solo da madeleine, ma anche da veri e propri varchi psichici attraverso i quali cercare delle risposte. Il primo, e più “ingombrante”, è sicuramente la casa-studio in cui il padre accoglieva i pazienti. Campeggia al centro della narrazione, assumendo contemporaneamente la valenza di luogo reale e di spazio simbolico, in cui in cui l’Emanuele-personaggio e l’Emanuele-figlio si incontrano e si intrecciano. La casa, infatti, nelle teorie junghiane altro non è che la rappresentazione della coscienza. È sì, il luogo in cui è conservata la memoria di Mario Trevi “uomo”, non padre, ma è anche il luogo in cui Emanuele imparerà che per rimettere insieme i pezzi e dare un ordine alle cose non serve cercare indizi e risolvere enigmi, ma più semplicemente accettare il mistero di cui il mondo, e la vita, sono fatti.
La casa del mago
Di Emanuele Trevi
Ponte alle Grazie, 2023