

La favola di Mamma Pipistrello
A quale famiglia appartengono i pipistrelli? A quella dei topi, con cui condividono le orecchie grandi? A quella degli uccelli, perché volano? O a quella degli uomini, che allattano i loro piccoli, proprio come i pipistrelli? La favola africana di Mamma Pipistrello che un giorno decide di andare a far visita a qualcuno dei suoi parenti ma non viene riconosciuta da nessuno di loro, mette in scena con un linguaggio semplice e diretto la mancata esperienza dell’inclusione.
Poiché i topi non volano, gli uccelli non hanno denti e gli uomini non escono di notte a cacciare, Mamma Pipistrello viene respinta da tutti gli animali “parenti” cui si presenta, che incapaci di guardare oltre lo stereotipo, vedono di lei solo le differenze e per queste la rifiutano.
Ma come tutte le favole, la storia di Mamma Pipistrello, liberamente tratta dal racconto di Babakar Mbaye Ndaak, autore e cantore senegalese, ci consegna una morale: Mamma Pipistrello torna a casa delusa e arrabbiata, decidendo insieme ai suoi piccoli che d’ora in poi vivranno a modo loro, appesi a un albero a testa in giù. È la vittoria dell’unicità sullo stereotipo, oltre che una suggestiva affabulazione sulle origini di un animale davvero speciale.
Le illustrazioni di Marta Solazzo, colorate e giocose, avvicinano la narrazione ai piccoli lettori, conferendole leggerezza e ilarità.
Questo è un libro per bambini con una storia che si fa ricordare.
La favola di Mamma Pipistrello
Liberamente tratta da un racconto di Babakar Mbaye Ndaak, illustrazioni di Marta Solazzo
Modu Modu, 2013