Popoff
Graziano Gala scrive una fiaba malinconica e a tratti comica, tenera e tragica allo stesso tempo. Popoff è il soprannome che viene affibbiato a un bambino misterioso, che appare una notte in paese, vestito con più strati di cappotti e una sciarpa che gli copre il viso, bussa alla porta di Cimino con una domanda “Mi scusi, signore, ha visto per caso mio padre?”. Popoff, come il piccolo cosacco della famosa canzone dello Zecchino d’Oro, che continua a ripetere la sua domanda cercando aiuto e trovandosi a volte di fronte alla gentilezza e a volte di fronte alla crudeltà e all’orrore della vita, che lo lasciano sgomento. Il romanzo è scritto con uno stile giocoso ma coltissimo, con una prosa che sembra una filastrocca, che parte dal dialetto salentino ma si trasforma in qualcos’altro e muta a seconda della parlata dei personaggi. L’autore si diverte a inventare neologismi e trovare una lingua quasi infantile, curiosa e irriverente, che ci stupisce con le sue trovate bizzarre e con la sua musicalità.
Popoff
Graziano Gala
Minimum fax, 2024