Inclusività di genere, traguardo ancora da raggiungere pienamente
Una tesi discussa presso l’Università di Pisa fa il punto con attenzione ai settori STEM
Inclusività di genere come traguardo ancora da raggiungere pienamente. Questione di non poco conto, anche nei settori STEM che, anzi, spesso sono caratterizzati da uno squilibrio di status e di potere legati proprio a questo aspetto. È attorno a questo tema che ha ragionato Esmeralda Ceraj con la sua ricerca che ha preso forma di tesi discussa presso l’Università di Pisa Dipartimento di Scienze Politiche, Comunicazione d’impresa e politica delle risorse umane.
“Donne e STEM: il contributo chiave delle risorse umane nella promozione dell’inclusività. Un’analisi qualitativa” trae spunto dalla constatazione delle ancora tante diversità di genere presenti nelle imprese, soprattutto nei settori da sempre tradizionalmente dominati da uomini, nonostante le molte politiche recenti si siano poste lo scopo di contrastare questo monopolio. Ceraj sottolinea nelle premesse come riuscire ad affrontare pregiudizi il più delle volte celati da unconscious bias, richieda una buona dose di “iniezione” di competenze anche tramite l’uso dello storytelling, cercando di cambiare quella percezione erronea secondo cui le STEM sono viste come percorsi unicamente al maschile.
La tesi esamina prima di tutto lo “stato attuale della parità di genere” sia in termini generali che per quanto concerne le STEM in particolare; successivamente – anche attraverso l’uso di un particolare metodo di ricerca narrativa mediante interviste semi-strutturate – viene esaminato un caso studio particolare (quello della Baker Hughes, impresa petrolifera che ha fatto della parità di genere uno dei suoi principi guida), oltre che una serie di “storie che hanno come obiettivo di catturare emozioni, riflessioni personali che potrebbero sfuggire a metodologie più formali”.
La ricerca non solo identifica le barriere di genere esistenti, ma riesce anche a scavare in profondità nelle esperienze individuali arrivando a delineare percorsi di miglioramento delle relazioni di lavoro verso una sempre più accentuata parità di genere. Percorsi che, ancora una volta, pongono al centro un’evoluzione particolare della cultura d’impresa che comprenda l’inclusività oltre che l’efficienza.
Esmeralda Ceraj, Tesi, Università di Pisa, Scienze Politiche, Comunicazione d’impresa e politica delle risorse umane, 2024
Una tesi discussa presso l’Università di Pisa fa il punto con attenzione ai settori STEM
Inclusività di genere come traguardo ancora da raggiungere pienamente. Questione di non poco conto, anche nei settori STEM che, anzi, spesso sono caratterizzati da uno squilibrio di status e di potere legati proprio a questo aspetto. È attorno a questo tema che ha ragionato Esmeralda Ceraj con la sua ricerca che ha preso forma di tesi discussa presso l’Università di Pisa Dipartimento di Scienze Politiche, Comunicazione d’impresa e politica delle risorse umane.
“Donne e STEM: il contributo chiave delle risorse umane nella promozione dell’inclusività. Un’analisi qualitativa” trae spunto dalla constatazione delle ancora tante diversità di genere presenti nelle imprese, soprattutto nei settori da sempre tradizionalmente dominati da uomini, nonostante le molte politiche recenti si siano poste lo scopo di contrastare questo monopolio. Ceraj sottolinea nelle premesse come riuscire ad affrontare pregiudizi il più delle volte celati da unconscious bias, richieda una buona dose di “iniezione” di competenze anche tramite l’uso dello storytelling, cercando di cambiare quella percezione erronea secondo cui le STEM sono viste come percorsi unicamente al maschile.
La tesi esamina prima di tutto lo “stato attuale della parità di genere” sia in termini generali che per quanto concerne le STEM in particolare; successivamente – anche attraverso l’uso di un particolare metodo di ricerca narrativa mediante interviste semi-strutturate – viene esaminato un caso studio particolare (quello della Baker Hughes, impresa petrolifera che ha fatto della parità di genere uno dei suoi principi guida), oltre che una serie di “storie che hanno come obiettivo di catturare emozioni, riflessioni personali che potrebbero sfuggire a metodologie più formali”.
La ricerca non solo identifica le barriere di genere esistenti, ma riesce anche a scavare in profondità nelle esperienze individuali arrivando a delineare percorsi di miglioramento delle relazioni di lavoro verso una sempre più accentuata parità di genere. Percorsi che, ancora una volta, pongono al centro un’evoluzione particolare della cultura d’impresa che comprenda l’inclusività oltre che l’efficienza.
Esmeralda Ceraj, Tesi, Università di Pisa, Scienze Politiche, Comunicazione d’impresa e politica delle risorse umane, 2024