Cultura del modello di business
In un articolo la sintesi di un concetto importante per l’impresa
Conoscere il significato dei vocaboli è essenziale per tutti, anche per imprenditori e manager. Non è solo questione di cultura generale, ma anche – e in questo caso soprattutto -, questione di cultura d’impresa che sa di cosa parla e di cosa ragiona. Quando poi accanto al significato vero, alcuni termini acquisiscono anche un senso legato alla convenienza oppure alla moda del momento, la necessità di aver chiaro il loro significato diventa ancora più impellente. E’ da quest’ordine di idee che ha preso le mosse “Modello di business, patrimonio strategico e creazione di valore” scritto recentemente da Giorgio Donna (già Professore Ordinario di Economia Aziendale all’Università di Torino e al Politecnico di Torino).
L’intervento ha l’obiettivo di indagare il vero significato del concetto di “modello di business”. E Donna parte proprio dal precisare che “come è accaduto a tante altre etichette che negli ultimi decenni sono entrate prepotentemente nel lessico aziendale (ad esempio qualità, strategia, creazione di valore, ecc.), anche il termine di modello di business sta correndo il rischio delle parole di moda, cui spesso capita di attrarre, conquistando abbondanza di spazio e citazioni, ma alla lunga di trasformarsi in denominazioni dal contenuto molto vago e annacquato”.
Rischio ancora più importante in questo caso se si pensa che, come precisa l’autore, la letteratura è concorde nel ritenere il modello di business “un concetto potenzialmente di grande utilità, ma (che) continua a dibattersi tra interpretazioni non sempre univoche e proposte applicative complesse o poco convincenti”. Da qui proprio l’intento di Donna di far chiarezza con l’analisi del concetto sia sul piano teorico che pratico. L’articolo quindi inizia con l’approfondimento degli “ingredienti” del modello di business per passare poi agli effetti della sua corretta applicazione: la creazione di valore per l’azienda e il cliente, il suo significato di strumento di vantaggio competitivo, il suo ruolo come patrimonio strategico dell’impresa. Scrive l’autore nelle conclusioni: “Come accade alle persone, anche le imprese sono spesso vittime di tabù o convinzioni semplicistiche (…). Così, è frequente che un’impresa tenda a sopravvalutare i propri punti di forza e a sottostimare le proprie debolezze”. Secondo l’autore la reale interpretazione del modello di business può aiutare in entrambi i casi.
L’articolo di Donna è scritto con un linguaggio comprensibile e attento e può davvero contribuire a fare chiarezza in un settore della gestione aziendale e del management esplorato ma spesso non correttamente compreso.
Modello di business, patrimonio strategico e creazione di valore
Giorgio Donna
Impresa Progetto – Electronic Journal of Management, n. 2, 2018
In un articolo la sintesi di un concetto importante per l’impresa
Conoscere il significato dei vocaboli è essenziale per tutti, anche per imprenditori e manager. Non è solo questione di cultura generale, ma anche – e in questo caso soprattutto -, questione di cultura d’impresa che sa di cosa parla e di cosa ragiona. Quando poi accanto al significato vero, alcuni termini acquisiscono anche un senso legato alla convenienza oppure alla moda del momento, la necessità di aver chiaro il loro significato diventa ancora più impellente. E’ da quest’ordine di idee che ha preso le mosse “Modello di business, patrimonio strategico e creazione di valore” scritto recentemente da Giorgio Donna (già Professore Ordinario di Economia Aziendale all’Università di Torino e al Politecnico di Torino).
L’intervento ha l’obiettivo di indagare il vero significato del concetto di “modello di business”. E Donna parte proprio dal precisare che “come è accaduto a tante altre etichette che negli ultimi decenni sono entrate prepotentemente nel lessico aziendale (ad esempio qualità, strategia, creazione di valore, ecc.), anche il termine di modello di business sta correndo il rischio delle parole di moda, cui spesso capita di attrarre, conquistando abbondanza di spazio e citazioni, ma alla lunga di trasformarsi in denominazioni dal contenuto molto vago e annacquato”.
Rischio ancora più importante in questo caso se si pensa che, come precisa l’autore, la letteratura è concorde nel ritenere il modello di business “un concetto potenzialmente di grande utilità, ma (che) continua a dibattersi tra interpretazioni non sempre univoche e proposte applicative complesse o poco convincenti”. Da qui proprio l’intento di Donna di far chiarezza con l’analisi del concetto sia sul piano teorico che pratico. L’articolo quindi inizia con l’approfondimento degli “ingredienti” del modello di business per passare poi agli effetti della sua corretta applicazione: la creazione di valore per l’azienda e il cliente, il suo significato di strumento di vantaggio competitivo, il suo ruolo come patrimonio strategico dell’impresa. Scrive l’autore nelle conclusioni: “Come accade alle persone, anche le imprese sono spesso vittime di tabù o convinzioni semplicistiche (…). Così, è frequente che un’impresa tenda a sopravvalutare i propri punti di forza e a sottostimare le proprie debolezze”. Secondo l’autore la reale interpretazione del modello di business può aiutare in entrambi i casi.
L’articolo di Donna è scritto con un linguaggio comprensibile e attento e può davvero contribuire a fare chiarezza in un settore della gestione aziendale e del management esplorato ma spesso non correttamente compreso.
Modello di business, patrimonio strategico e creazione di valore
Giorgio Donna
Impresa Progetto – Electronic Journal of Management, n. 2, 2018