Cultura del saper fare motore di sviluppo
Dall’analisi delle candidature a Capitale Europea della Cultura, l’indicazione del ruolo della buona impresa
La cultura del saper fare, il territorio, l’umanità che lo popola, la condivisione di intenti e di buone pratiche. Sono questi gli elementi che creano ricchezza materiale e spirituale. E che spesso si ritrovano percorrendo l’Italia. A questo insieme di circostanze e di presenze è dedicata la ricerca “Il ruolo delle PMI e dell’artigianato nelle trasformazioni urbane a base culturale. L’esperienza delle città creative UNESCO e delle Capitali della Cultura” di Lucio Argano (Università Cattolica del Sacro Cuore, Dipartimento di comunicazione). L’indagine, in particolare, sottolinea l’importanza e il ruolo che l’artigianato e le PMI possono avere all’interno dei progetti di quelle città che decidono di attivare trasformazioni urbane di medio e lungo termine attraverso la leva della cultura, delle arti e della creatività. Crescita e sviluppo, appunto, visti con gli occhiali della cultura a tutto tondo.
Il punto focale al quale Argano dedica attenzione è costituito dalle principali attività e programmi delle quattordici città italiane che fanno parte della Rete UNESCO delle Città Creative e che si concentrano su sette cluster creativi, tra cui art&craftwork. Per comprendere meglio cosa è stato fatto, l’autore segue la lettura dei fascicoli di progetto relativi alle città finaliste del concorso italiano per il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019, poi assegnato a Matera, con l’obiettivo di tracciare quelle iniziative capaci di valorizzare l’artigianato, non solo artistico. e il suo contributo alle sfide della città delineate dal progetto.
Dalla ricerca emergono così i punti di forza sui quali sono stati costruiti i progetti: le persone e le competenze distintive, comprese quelle artigianali e imprenditoriali, che diventano le principali infrastrutture culturali e creative della città. Ma non solo. Dai fascicoli di candidatura emerge anche la considerazione della cultura e della creatività come risorse attive di quello che Argano indica come “ecosistema urbano più ampio in cui si intrecciano luoghi, persone, pratiche, storie, tradizioni, innovazioni e valore simbolico”. Imprenditoria e artigianato, dunque, come elementi indispensabili della cultura di un territorio, capaci, tra l’altro, di funzionare come propulsori di sviluppo. La ricerca di Lucio Argano ha il merito di dare concretezza a questo modello
Lucio Argano
Quaderni di ricerca sull’artigianato, Fascicolo 1/2024, gennaio-aprile.
Dall’analisi delle candidature a Capitale Europea della Cultura, l’indicazione del ruolo della buona impresa
La cultura del saper fare, il territorio, l’umanità che lo popola, la condivisione di intenti e di buone pratiche. Sono questi gli elementi che creano ricchezza materiale e spirituale. E che spesso si ritrovano percorrendo l’Italia. A questo insieme di circostanze e di presenze è dedicata la ricerca “Il ruolo delle PMI e dell’artigianato nelle trasformazioni urbane a base culturale. L’esperienza delle città creative UNESCO e delle Capitali della Cultura” di Lucio Argano (Università Cattolica del Sacro Cuore, Dipartimento di comunicazione). L’indagine, in particolare, sottolinea l’importanza e il ruolo che l’artigianato e le PMI possono avere all’interno dei progetti di quelle città che decidono di attivare trasformazioni urbane di medio e lungo termine attraverso la leva della cultura, delle arti e della creatività. Crescita e sviluppo, appunto, visti con gli occhiali della cultura a tutto tondo.
Il punto focale al quale Argano dedica attenzione è costituito dalle principali attività e programmi delle quattordici città italiane che fanno parte della Rete UNESCO delle Città Creative e che si concentrano su sette cluster creativi, tra cui art&craftwork. Per comprendere meglio cosa è stato fatto, l’autore segue la lettura dei fascicoli di progetto relativi alle città finaliste del concorso italiano per il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019, poi assegnato a Matera, con l’obiettivo di tracciare quelle iniziative capaci di valorizzare l’artigianato, non solo artistico. e il suo contributo alle sfide della città delineate dal progetto.
Dalla ricerca emergono così i punti di forza sui quali sono stati costruiti i progetti: le persone e le competenze distintive, comprese quelle artigianali e imprenditoriali, che diventano le principali infrastrutture culturali e creative della città. Ma non solo. Dai fascicoli di candidatura emerge anche la considerazione della cultura e della creatività come risorse attive di quello che Argano indica come “ecosistema urbano più ampio in cui si intrecciano luoghi, persone, pratiche, storie, tradizioni, innovazioni e valore simbolico”. Imprenditoria e artigianato, dunque, come elementi indispensabili della cultura di un territorio, capaci, tra l’altro, di funzionare come propulsori di sviluppo. La ricerca di Lucio Argano ha il merito di dare concretezza a questo modello
Lucio Argano
Quaderni di ricerca sull’artigianato, Fascicolo 1/2024, gennaio-aprile.