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L’impresa del bene comune

Sintetizzati i tratti salienti del dibattito sulle nuove forme di economia e produzione

Individuare gli errori per fare meglio dopo. E porre come obiettivo dell’attività d’impresa non semplicemente “l’utilità” (e il profitto), ma anche altro. E’ attorno a questi temi che ruota buona parte dell’attuale dibattito sui fini dell’attività economica. Una discussione che si fa spesso ragionamento costruttivo, ma che necessita di periodiche messe a punto per non perdersi in divagazioni e fraintendimenti. E’ a questo che serve il contributo di Elena Beccalli apparso recentemente su Nuova Rivista di Teologia Morale. “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones e The economy of Francesco: nuove prospettive di riflessione etica e di impegno culturale in ambito economico-finanziario”, è una valida sintesi del tema che parte dall’imprescindibile dimensione etica propria dell’economia e della finanza intese come attività umane. L’intervento si propone quindi di mettere a fuoco, in primo luogo, i principali errori ai quali, secondo Beccalli, “induce il modello economico utilitaristico che per decenni ha dominato la teoria economica e, conseguentemente, la prassi operativa”. La ricerca, quindi, propone “il valore positivo della biodiversità economica e analizza le potenzialità dei modelli di impresa sociale nelle sue varie possibili forme”. Infine, Beccalli approfondisce il nuovo ruolo della finanza “nell’intersezione con la sostenibilità e forme positive come il microcredito e le banche di comunità”. Fanno da “base” del ragionamento alcuni spunti proposti nel documento vaticano Oeconomicae et pecuniariae quaestiones e dall’iniziativa The Economy of Francesco.

Il percorso seguito da Elena Beccalli è semplice: dopo una introduzione che serve ad inquadrare il tema, vengono prima ripercorsi i tratti del paradigma economico tradizionale e, poi, viene ripensato il concetto di impresa secondo indicazioni diverse da quelle consuete (una parte che arriva a toccare il welfare e l’impresa sociale), per arrivare quindi alle relazioni tra finanza e nuova economia.

Scrive Beccalli in uno dei passaggi più significativi della sua indagine: “Non si può sacrificare il bene di qualcuno per migliorare il bene di qualcun altro e, in altre parole, il bene di ognuno non può essere fruito se non lo è anche degli altri (l’interesse di ognuno si realizza assieme a quello degli altri, né contro né a prescindere)”.

Oeconomicae et pecuniariae quaestiones e The economy of Francesco: nuove prospettive di riflessione etica e di impegno culturale in ambito economico-finanziario

Elena Beccalli

Nuova Rivista di Teologia Morale, 2024 n. 1

Sintetizzati i tratti salienti del dibattito sulle nuove forme di economia e produzione

Individuare gli errori per fare meglio dopo. E porre come obiettivo dell’attività d’impresa non semplicemente “l’utilità” (e il profitto), ma anche altro. E’ attorno a questi temi che ruota buona parte dell’attuale dibattito sui fini dell’attività economica. Una discussione che si fa spesso ragionamento costruttivo, ma che necessita di periodiche messe a punto per non perdersi in divagazioni e fraintendimenti. E’ a questo che serve il contributo di Elena Beccalli apparso recentemente su Nuova Rivista di Teologia Morale. “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones e The economy of Francesco: nuove prospettive di riflessione etica e di impegno culturale in ambito economico-finanziario”, è una valida sintesi del tema che parte dall’imprescindibile dimensione etica propria dell’economia e della finanza intese come attività umane. L’intervento si propone quindi di mettere a fuoco, in primo luogo, i principali errori ai quali, secondo Beccalli, “induce il modello economico utilitaristico che per decenni ha dominato la teoria economica e, conseguentemente, la prassi operativa”. La ricerca, quindi, propone “il valore positivo della biodiversità economica e analizza le potenzialità dei modelli di impresa sociale nelle sue varie possibili forme”. Infine, Beccalli approfondisce il nuovo ruolo della finanza “nell’intersezione con la sostenibilità e forme positive come il microcredito e le banche di comunità”. Fanno da “base” del ragionamento alcuni spunti proposti nel documento vaticano Oeconomicae et pecuniariae quaestiones e dall’iniziativa The Economy of Francesco.

Il percorso seguito da Elena Beccalli è semplice: dopo una introduzione che serve ad inquadrare il tema, vengono prima ripercorsi i tratti del paradigma economico tradizionale e, poi, viene ripensato il concetto di impresa secondo indicazioni diverse da quelle consuete (una parte che arriva a toccare il welfare e l’impresa sociale), per arrivare quindi alle relazioni tra finanza e nuova economia.

Scrive Beccalli in uno dei passaggi più significativi della sua indagine: “Non si può sacrificare il bene di qualcuno per migliorare il bene di qualcun altro e, in altre parole, il bene di ognuno non può essere fruito se non lo è anche degli altri (l’interesse di ognuno si realizza assieme a quello degli altri, né contro né a prescindere)”.

Oeconomicae et pecuniariae quaestiones e The economy of Francesco: nuove prospettive di riflessione etica e di impegno culturale in ambito economico-finanziario

Elena Beccalli

Nuova Rivista di Teologia Morale, 2024 n. 1

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