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Il Cinturato CN36 e la nuova generazione P7

Alle soglie degli anni Settanta il Cinturato Pirelli ha conquistato il mercato automobilistico mondiale. E’ il momento di far guadagnare al Cinturato lo stesso appellativo che fu dei pneumatici Pirelli Stella Bianca prima e degli Stelvio poi: il “pneumatico delle vittorie”. Accade con la nuova disciplina motoristica che richiede, per vetture di normale produzione impegnate in condizioni estreme, pneumatici stradali in grado di affrontare asfalto e sterrato, sassi e ghiaccio: il rally.

Con i suoi CN36 per impiego estivo e MS35 per uso invernale, Pirelli trionfa nei rally internazionali equipaggiando le Fulvia HF, le Fiat 124 Abarth, le BMW, le Saab. L’MS35, in particolare, rappresenta il passo decisivo verso la messa a punto di una gamma di pneumatici invernali stradali: i Pirelli Winter. La ricaduta tecnologica delle competizioni rallistiche sul prodotto di serie è pressochè immediata: nel 1972 viene lanciato il Cinturato CN54: “tale copertura”, sottolinea la stampa dell’epoca, “sottoposta alle prove più dure, alle condizioni più esasperate, ha dimostrato doti eccezionali di resa chilometrica, di tenuta di strada sull’asciutto e sul bagnato, di resistenza agli urti, alla fatica e alla velocità prolungata. Ha superato il test dei rallies ed è ora disponibile per i principali modelli di autovettura attualmente in circolazione.”

Finchè, attorno al 1973, non si presenta all’orizzonte delle competizioni rallistiche una nuova sfida, destinata a far compiere al prodotto-pneumatico una nuova rivoluzione. La vettura si chiama Stratos e la Lancia intende utilizzarla nelle competizioni rallistiche. Ma la potenza della Stratos riesce a mettere in crisi di tenuta di strada anche il più efficace dei radiali “tradizionali”: occorre una nuova invenzione. La soluzione è proposta alla Lancia ancora una volta dalla Pirelli: è un pneumatico super-ribassato che fa scendere fino al 50%  il rapporto tra altezza del fianco e larghezza del battistrada, che già con il CN73era arrivato al 70%.

E’ una intuizione vincente, che merita di essere sottolineata anche nella sigla del nuovo pneumatico: nel Cinturato P7, il tipo di costruzione “con cintura” è ormai dato per scontato, e scritto con caratteri sempre più piccoli. Le nuove sfide si spostano su geometrie e disegni battistrada: P7 è il primo passo per la nuova generazione di cinturati.

Oggi tutti i pneumatici sono “cinturati”, ma la vocazione originale di creare un prodotto adatto a supportare le alte prestazioni anche nell’impiego in pista non è andata persa: il Pirelli P Zero non esisterebbe oggi se non si fosse provato, settant’anni fa, a immaginare una solida carcassa a struttura radiale, stretta da cinture indeformabili che garantiscono un’impronta a terra regolare e squadrata. Per vincere su strada e su pista.

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Alle soglie degli anni Settanta il Cinturato Pirelli ha conquistato il mercato automobilistico mondiale. E’ il momento di far guadagnare al Cinturato lo stesso appellativo che fu dei pneumatici Pirelli Stella Bianca prima e degli Stelvio poi: il “pneumatico delle vittorie”. Accade con la nuova disciplina motoristica che richiede, per vetture di normale produzione impegnate in condizioni estreme, pneumatici stradali in grado di affrontare asfalto e sterrato, sassi e ghiaccio: il rally.

Con i suoi CN36 per impiego estivo e MS35 per uso invernale, Pirelli trionfa nei rally internazionali equipaggiando le Fulvia HF, le Fiat 124 Abarth, le BMW, le Saab. L’MS35, in particolare, rappresenta il passo decisivo verso la messa a punto di una gamma di pneumatici invernali stradali: i Pirelli Winter. La ricaduta tecnologica delle competizioni rallistiche sul prodotto di serie è pressochè immediata: nel 1972 viene lanciato il Cinturato CN54: “tale copertura”, sottolinea la stampa dell’epoca, “sottoposta alle prove più dure, alle condizioni più esasperate, ha dimostrato doti eccezionali di resa chilometrica, di tenuta di strada sull’asciutto e sul bagnato, di resistenza agli urti, alla fatica e alla velocità prolungata. Ha superato il test dei rallies ed è ora disponibile per i principali modelli di autovettura attualmente in circolazione.”

Finchè, attorno al 1973, non si presenta all’orizzonte delle competizioni rallistiche una nuova sfida, destinata a far compiere al prodotto-pneumatico una nuova rivoluzione. La vettura si chiama Stratos e la Lancia intende utilizzarla nelle competizioni rallistiche. Ma la potenza della Stratos riesce a mettere in crisi di tenuta di strada anche il più efficace dei radiali “tradizionali”: occorre una nuova invenzione. La soluzione è proposta alla Lancia ancora una volta dalla Pirelli: è un pneumatico super-ribassato che fa scendere fino al 50%  il rapporto tra altezza del fianco e larghezza del battistrada, che già con il CN73era arrivato al 70%.

E’ una intuizione vincente, che merita di essere sottolineata anche nella sigla del nuovo pneumatico: nel Cinturato P7, il tipo di costruzione “con cintura” è ormai dato per scontato, e scritto con caratteri sempre più piccoli. Le nuove sfide si spostano su geometrie e disegni battistrada: P7 è il primo passo per la nuova generazione di cinturati.

Oggi tutti i pneumatici sono “cinturati”, ma la vocazione originale di creare un prodotto adatto a supportare le alte prestazioni anche nell’impiego in pista non è andata persa: il Pirelli P Zero non esisterebbe oggi se non si fosse provato, settant’anni fa, a immaginare una solida carcassa a struttura radiale, stretta da cinture indeformabili che garantiscono un’impronta a terra regolare e squadrata. Per vincere su strada e su pista.

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