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L’evoluzione tecnologica nelle gare: dal PZero al P7000

Cinquant’anni dall’ultima vittoria. È il 1980 e una Fiat 131 Abarth pilotata dal tedesco Walter Röhrl trionfa al 48° Rally di Montecarlo. Un successo per la casa automobilistica di Torino che non vinceva la competizione dal 1928. E un successo per la Pirelli, i cui pneumatici sono adottati, oltre che dalla 131 del vincitore, anche da altre quattro vetture che si collocano nei primissimi posti in classifica.

Inizia così un decennio ricco di vittorie, anche dal punto di vista tecnologico oltre che sportivo. “Più di un trionfo”, titola “Fatti e Notizie” nell’articolo che dà conto della serie di primati di Montecarlo e che oggi suona un po’ come una facile previsione. A fare la parte da protagonista, per quanto riguarda la dotazione di pneumatici, è ancora una volta il Pirelli P7 nelle sue diverse versioni.

Vittorie, dunque. Che proseguono subito dopo con un vero poker di vetture – questa volta Lancia – tutte gommate Pirelli, che conquistano i primi quattro posti del Rally della Corsica e poi anche quello della Grecia. Conquiste sportive con un bilancio d’eccezione: nel 1980 si arriva alla vittoria Pirelli numero 50 dall’inizio, nel 1972, del campionato del mondo di rally. Un primato che davvero dice tutto sulla tecnologia applicata a queste competizioni. Il 1983 è anche l’anno in cui l’eccezionale connubio tra auto e pneumatici dà il meglio: Walter Röhrl ancora a Montecarlo guida alla vittoria la Lancia 037 gommata Pirelli. Un podio che si fa ancora più importante: al secondo e terzo posto, infatti, si collocano altre due Lancia 037 sempre equipaggiate dalla P Lunga. Tra il 1983 e il 1984, la Lancia 037 totalizza dieci vittorie.

D’altra parte, negli anni Ottanta la corsa dei pneumatici Pirelli non si ferma mai. E, oltre alle vittorie, l’azienda continua a coltivare il legame tra gare e ricerca. A confermarlo nel 1987 è Mario Mezzanotte (responsabile dello Sviluppo tecnico delle attività sportive), che spiega: “A partire dal Rally di Sanremo di quest’anno si è andato affermando il nodo sempre più netto il nuovo Pirelli PZero. È una copertura che sta diventando emblematica rispetto al processo di travaso tecnologico dalle competizioni al prodotto di serie che Pirelli persegue da sempre”. A vincere con il PZero è, in questo caso, un’altra auto iconica dei rally, la Lancia Delta S4 a trazione integrale.

La strada è sempre la stessa: dal laboratorio degli ingegneri alle vie più impervie dei rally, per arrivare poi a equipaggiare le auto di serie di tutto il mondo. Adesso nella comunicazione pubblicitaria si dice “Pirally”: sette lettere per indicare un mondo di passioni e di conoscenze tecnologiche. Un vocabolo spesso utilizzato dall’azienda negli anni Novanta, che caratterizza il ruolo dell’azienda nelle competizioni rallistiche. Ruolo che in quel decennio si consolida, a iniziare dalla vittoria del 59° Rally di Montecarlo con Carlos Sainz su una Toyota Celica 4WD gommata Pirelli, nel 1991. Proprio i responsabili della casa automobilistica giapponese in visita alla Bicocca non mancano di elogiare la capacità tecnica, organizzativa e logistica dimostrata. Un segno di riconoscenza testimoniato anche dal trofeo consegnato a Carlo Banchieri, direttore prodotto di Pirelli Tyre Holding.

I premi più ambiti, tuttavia, continuano ad arrivare dalle competizioni. Nel 1993, per esempio, Gianfranco Cunico con una Ford equipaggiata Pirelli conquista il Rally di Sanremo. Protagonisti, in questo caso, i pneumatici Pirelli R76, capaci di resistere a escursioni termiche dai 30 gradi su fondo bagnato ai 140 su asciutto.

Ma è forse il 1994 l’anno più significativo del decennio in ambito rallistico. Da lì in avanti è un susseguirsi di vittorie: dal Rally di Sanremo a quello di Montecarlo, da quello dell’Acropoli a quello della Corsica. Protagonista quasi sempre Carlos Sainz, che colleziona una serie incredibile di vittorie.

Ed è sempre sull’onda dei rally che viene presentato – a Monza -, il Pirelli P7000, il prodotto che viene definito il “pneumatico dal controllo feroce” e che proprio per le competizioni più dure è stato progettato e realizzato prima di passare a equipaggiare i veicoli da strada. . “Con P7000”, racconta un articolo di “Fatti e Notizie” del 1995, la tradizione sportiva di Pirelli è ancora una volta a disposizione dell’automobilista”.

Nel 1997, Pirelli conquista il traguardo della centesima vittoria nel Mondiale Rally vincendo, su “tre terreni diversissimi: asfalto, pioggia e neve al Montecarlo; sterrato congelato e ancora neve in Svezia; sterrato durissimo, savana e guadi al Safari”.

Le vittorie sono merito dei “pneumatici Pirelli rivelatesi sempre vincenti e super-affidabili, ma soprattutto estremamente versatili al cambiare del fondo e delle situazioni di gara”.

 

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Cinquant’anni dall’ultima vittoria. È il 1980 e una Fiat 131 Abarth pilotata dal tedesco Walter Röhrl trionfa al 48° Rally di Montecarlo. Un successo per la casa automobilistica di Torino che non vinceva la competizione dal 1928. E un successo per la Pirelli, i cui pneumatici sono adottati, oltre che dalla 131 del vincitore, anche da altre quattro vetture che si collocano nei primissimi posti in classifica.

Inizia così un decennio ricco di vittorie, anche dal punto di vista tecnologico oltre che sportivo. “Più di un trionfo”, titola “Fatti e Notizie” nell’articolo che dà conto della serie di primati di Montecarlo e che oggi suona un po’ come una facile previsione. A fare la parte da protagonista, per quanto riguarda la dotazione di pneumatici, è ancora una volta il Pirelli P7 nelle sue diverse versioni.

Vittorie, dunque. Che proseguono subito dopo con un vero poker di vetture – questa volta Lancia – tutte gommate Pirelli, che conquistano i primi quattro posti del Rally della Corsica e poi anche quello della Grecia. Conquiste sportive con un bilancio d’eccezione: nel 1980 si arriva alla vittoria Pirelli numero 50 dall’inizio, nel 1972, del campionato del mondo di rally. Un primato che davvero dice tutto sulla tecnologia applicata a queste competizioni. Il 1983 è anche l’anno in cui l’eccezionale connubio tra auto e pneumatici dà il meglio: Walter Röhrl ancora a Montecarlo guida alla vittoria la Lancia 037 gommata Pirelli. Un podio che si fa ancora più importante: al secondo e terzo posto, infatti, si collocano altre due Lancia 037 sempre equipaggiate dalla P Lunga. Tra il 1983 e il 1984, la Lancia 037 totalizza dieci vittorie.

D’altra parte, negli anni Ottanta la corsa dei pneumatici Pirelli non si ferma mai. E, oltre alle vittorie, l’azienda continua a coltivare il legame tra gare e ricerca. A confermarlo nel 1987 è Mario Mezzanotte (responsabile dello Sviluppo tecnico delle attività sportive), che spiega: “A partire dal Rally di Sanremo di quest’anno si è andato affermando il nodo sempre più netto il nuovo Pirelli PZero. È una copertura che sta diventando emblematica rispetto al processo di travaso tecnologico dalle competizioni al prodotto di serie che Pirelli persegue da sempre”. A vincere con il PZero è, in questo caso, un’altra auto iconica dei rally, la Lancia Delta S4 a trazione integrale.

La strada è sempre la stessa: dal laboratorio degli ingegneri alle vie più impervie dei rally, per arrivare poi a equipaggiare le auto di serie di tutto il mondo. Adesso nella comunicazione pubblicitaria si dice “Pirally”: sette lettere per indicare un mondo di passioni e di conoscenze tecnologiche. Un vocabolo spesso utilizzato dall’azienda negli anni Novanta, che caratterizza il ruolo dell’azienda nelle competizioni rallistiche. Ruolo che in quel decennio si consolida, a iniziare dalla vittoria del 59° Rally di Montecarlo con Carlos Sainz su una Toyota Celica 4WD gommata Pirelli, nel 1991. Proprio i responsabili della casa automobilistica giapponese in visita alla Bicocca non mancano di elogiare la capacità tecnica, organizzativa e logistica dimostrata. Un segno di riconoscenza testimoniato anche dal trofeo consegnato a Carlo Banchieri, direttore prodotto di Pirelli Tyre Holding.

I premi più ambiti, tuttavia, continuano ad arrivare dalle competizioni. Nel 1993, per esempio, Gianfranco Cunico con una Ford equipaggiata Pirelli conquista il Rally di Sanremo. Protagonisti, in questo caso, i pneumatici Pirelli R76, capaci di resistere a escursioni termiche dai 30 gradi su fondo bagnato ai 140 su asciutto.

Ma è forse il 1994 l’anno più significativo del decennio in ambito rallistico. Da lì in avanti è un susseguirsi di vittorie: dal Rally di Sanremo a quello di Montecarlo, da quello dell’Acropoli a quello della Corsica. Protagonista quasi sempre Carlos Sainz, che colleziona una serie incredibile di vittorie.

Ed è sempre sull’onda dei rally che viene presentato – a Monza -, il Pirelli P7000, il prodotto che viene definito il “pneumatico dal controllo feroce” e che proprio per le competizioni più dure è stato progettato e realizzato prima di passare a equipaggiare i veicoli da strada. . “Con P7000”, racconta un articolo di “Fatti e Notizie” del 1995, la tradizione sportiva di Pirelli è ancora una volta a disposizione dell’automobilista”.

Nel 1997, Pirelli conquista il traguardo della centesima vittoria nel Mondiale Rally vincendo, su “tre terreni diversissimi: asfalto, pioggia e neve al Montecarlo; sterrato congelato e ancora neve in Svezia; sterrato durissimo, savana e guadi al Safari”.

Le vittorie sono merito dei “pneumatici Pirelli rivelatesi sempre vincenti e super-affidabili, ma soprattutto estremamente versatili al cambiare del fondo e delle situazioni di gara”.

 

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