Pirelli e la città del futuro
Il dibattito sullo sviluppo urbano fra le pagine della “Rivista Pirelli” e i programmi del Centro Culturale Pirelli
Pirelli, la città, la visione. Il secondo appuntamento del nostro racconto dedicato al rapporto fra Pirelli e la città si concentra sul dibattito sullo sviluppo della città, che negli anni Cinquanta e Sessanta vede l’azienda farsi promotrice di momenti di studio, confronto e divulgazione rilevanti.
Partiamo dalla “Rivista Pirelli”, fenomeno letterario di spicco, uscita in edicola dal novembre del 1948 all’aprile del 1972, con periodicità quasi mensile, che attraverso la firma dei più grandi scrittori e giornalisti dell’epoca e le immagini dei più famosi illustratori e fotografi, ha alimentato intensamente il dibattito culturale internazionale in tutte le sue dimensioni – umanistica, tecnico-scientifica e di costume – raccontando le grandi trasformazioni economiche e sociali con analisi e reportage su temi sempre d’avanguardia. Fra questi, a partire dal 1953, si fanno avanti la città e il suo modello di sviluppo, affrontati con sguardo poliedrico, fra architettura, urbanistica e sociologia.
In particolare, l’articolo “Come sarà Milano?” che appare sul primo numero della “Rivista Pirelli” del 1953, inaugura un ciclo di monografie dedicate a otto città italiane. Il focus è sempre sul progetto, sull’assetto futuro, funzionale a rispondere alle grandi trasformazioni che stanno interessando le città proprio in quegli anni, in seguito all’aumento del fenomeno dell’urbanizzazione, dove l’industrializzazione è una delle principali forze trainanti – costruzione di nuove fabbriche, espansione di infrastrutture e nascita di quartieri residenziali moderni.
Milano, il piano regolatore, il centro direzionale, il progetto della metropolitana, il nuovo aspetto della città, in sintesi. L’articolo, a firma Vincenzo Buonassisi, Simonetta De Benedetti e Giuseppe Forcellini, si presenta nel sommario come “la prima diffusa e organica inchiesta sull’argomento”, di fatto dieci pagine dedicate al piano regolatore della città, con approfondimenti tecnici puntuali, corredate da immagini e rappresentazioni grafiche molto efficaci. Un servizio giornalistico di grande interesse, che restituisce la posizione di Pirelli nell’essere attore “pioniere” del dibattito sulla città del futuro.
Dopo Milano, la Rivista si occupa di Genova (“Come sarà Genova” – 1955, n. 1), Roma (“Come sarà Roma” – 1956, n. 1), Torino (“Come sarà Torino” 1956 – n. 4), Napoli (“Come sarà Napoli” – 1957, n. 4), Catania (“Come sarà Catania” – 1958, n. 3), Brescia (“Come sarà Brescia” – 1959, n. 2) e Firenze (“Come sarà Firenze” – 1959, n. 6). Si tratta di articoli che, a partire dai piani regolatori e dalle relative commissioni di tecnici e amministratori istituiti in quegli anni, disegnano il ritratto della città come sarà (senza punto di domanda). Ed è sorprendente constatare come queste descrizioni – o proiezioni – rispecchino l’aspetto delle città così come le vediamo oggi. Del resto, è negli anni Cinquanta che si pongono le basi per lo sviluppo delle città moderne.
L’interesse di Pirelli per la città e i suoi modelli si esprime anche in alcuni articoli che approfondiscono temi “caldi” per quegli anni: infrastrutture (“Due aeroporti per Milano” – 1960. n. 2; “Il porto nella città” – 1969, n. 4), scuola (“La scuola nella città” – 1964, n. 5), inquinamento (“Di città si muore” – 1969, n. 11). Resta sempre alto, da parte della Direzione della Rivista, l’interesse per il dibattito, le realtà sperimentali, le avanguardie, come negli articoli “Quindici nuove città” (1962, n. 1) e “Modello per la nuova città” (1970, n. 5).
Negli anni successivi, il dibattito sulla città è protagonista anche dei programmi del Centro Culturale Pirelli, fondato nel 1947 “per incrementare nei lavoratori l’interesse alla cultura”, ospitato inizialmente nei locali del “Ritrovo” presso il primo stabilimento di via Ponte Seveso, scampato ai bombardamenti del 1943, e negli anni Settanta in piazza Duca d’Aosta, presso il Grattacielo Pirelli. “Una formula nuova, ed abbastanza indovinata” – si legge nell’articolo della Rivista Pirelli “Come il pane” – “fornisce i mezzi affinché ai suoi dipendenti, che ne sentano il desiderio, divenga accessibile la partecipazione alle più vive e vitali manifestazioni del sapere”.
Nei primi anni Settanta il Centro Culturale organizza dibattiti di urbanistica, con approfondimenti su sport e tempo libero (“Olimpiade, progettazione urbanistica e tempo libero” – 20 dicembre 1971), verde cittadino (“Più verde per Milano” – 23 marzo 1972) e smog (“Smog a Milano, il punto della situazione” – 17 gennaio 1972), con ospiti e relatori autorevoli, fra cui anche il Sindaco della città di Milano.
A conclusione di questo approfondimento su Pirelli e il suo legame speciale con la città e la visione, vorremmo evidenziare l’articolo di Roberto Guiducci, urbanista, sociologo e ingegnere, firma ricorrente sulla “Rivista Pirelli” per gli argomenti di urbanistica, dal titolo “Il valore della città” (1967 – n. 6), con le bellissime fotografie di Giulia Ferlito e Carlo Orsi. Un pezzo realistico quanto pragmatico, che non si fa mancare osservazioni sugli aspetti più problematici della città, ma che con una citazione di Aristotele “Gli uomini si radunano nelle città allo scopo di vivere; essi rimangono radunati allo scopo di vivere la buona vita” in chiusura ne svela la fascinazione.


Il dibattito sullo sviluppo urbano fra le pagine della “Rivista Pirelli” e i programmi del Centro Culturale Pirelli
Pirelli, la città, la visione. Il secondo appuntamento del nostro racconto dedicato al rapporto fra Pirelli e la città si concentra sul dibattito sullo sviluppo della città, che negli anni Cinquanta e Sessanta vede l’azienda farsi promotrice di momenti di studio, confronto e divulgazione rilevanti.
Partiamo dalla “Rivista Pirelli”, fenomeno letterario di spicco, uscita in edicola dal novembre del 1948 all’aprile del 1972, con periodicità quasi mensile, che attraverso la firma dei più grandi scrittori e giornalisti dell’epoca e le immagini dei più famosi illustratori e fotografi, ha alimentato intensamente il dibattito culturale internazionale in tutte le sue dimensioni – umanistica, tecnico-scientifica e di costume – raccontando le grandi trasformazioni economiche e sociali con analisi e reportage su temi sempre d’avanguardia. Fra questi, a partire dal 1953, si fanno avanti la città e il suo modello di sviluppo, affrontati con sguardo poliedrico, fra architettura, urbanistica e sociologia.
In particolare, l’articolo “Come sarà Milano?” che appare sul primo numero della “Rivista Pirelli” del 1953, inaugura un ciclo di monografie dedicate a otto città italiane. Il focus è sempre sul progetto, sull’assetto futuro, funzionale a rispondere alle grandi trasformazioni che stanno interessando le città proprio in quegli anni, in seguito all’aumento del fenomeno dell’urbanizzazione, dove l’industrializzazione è una delle principali forze trainanti – costruzione di nuove fabbriche, espansione di infrastrutture e nascita di quartieri residenziali moderni.
Milano, il piano regolatore, il centro direzionale, il progetto della metropolitana, il nuovo aspetto della città, in sintesi. L’articolo, a firma Vincenzo Buonassisi, Simonetta De Benedetti e Giuseppe Forcellini, si presenta nel sommario come “la prima diffusa e organica inchiesta sull’argomento”, di fatto dieci pagine dedicate al piano regolatore della città, con approfondimenti tecnici puntuali, corredate da immagini e rappresentazioni grafiche molto efficaci. Un servizio giornalistico di grande interesse, che restituisce la posizione di Pirelli nell’essere attore “pioniere” del dibattito sulla città del futuro.
Dopo Milano, la Rivista si occupa di Genova (“Come sarà Genova” – 1955, n. 1), Roma (“Come sarà Roma” – 1956, n. 1), Torino (“Come sarà Torino” 1956 – n. 4), Napoli (“Come sarà Napoli” – 1957, n. 4), Catania (“Come sarà Catania” – 1958, n. 3), Brescia (“Come sarà Brescia” – 1959, n. 2) e Firenze (“Come sarà Firenze” – 1959, n. 6). Si tratta di articoli che, a partire dai piani regolatori e dalle relative commissioni di tecnici e amministratori istituiti in quegli anni, disegnano il ritratto della città come sarà (senza punto di domanda). Ed è sorprendente constatare come queste descrizioni – o proiezioni – rispecchino l’aspetto delle città così come le vediamo oggi. Del resto, è negli anni Cinquanta che si pongono le basi per lo sviluppo delle città moderne.
L’interesse di Pirelli per la città e i suoi modelli si esprime anche in alcuni articoli che approfondiscono temi “caldi” per quegli anni: infrastrutture (“Due aeroporti per Milano” – 1960. n. 2; “Il porto nella città” – 1969, n. 4), scuola (“La scuola nella città” – 1964, n. 5), inquinamento (“Di città si muore” – 1969, n. 11). Resta sempre alto, da parte della Direzione della Rivista, l’interesse per il dibattito, le realtà sperimentali, le avanguardie, come negli articoli “Quindici nuove città” (1962, n. 1) e “Modello per la nuova città” (1970, n. 5).
Negli anni successivi, il dibattito sulla città è protagonista anche dei programmi del Centro Culturale Pirelli, fondato nel 1947 “per incrementare nei lavoratori l’interesse alla cultura”, ospitato inizialmente nei locali del “Ritrovo” presso il primo stabilimento di via Ponte Seveso, scampato ai bombardamenti del 1943, e negli anni Settanta in piazza Duca d’Aosta, presso il Grattacielo Pirelli. “Una formula nuova, ed abbastanza indovinata” – si legge nell’articolo della Rivista Pirelli “Come il pane” – “fornisce i mezzi affinché ai suoi dipendenti, che ne sentano il desiderio, divenga accessibile la partecipazione alle più vive e vitali manifestazioni del sapere”.
Nei primi anni Settanta il Centro Culturale organizza dibattiti di urbanistica, con approfondimenti su sport e tempo libero (“Olimpiade, progettazione urbanistica e tempo libero” – 20 dicembre 1971), verde cittadino (“Più verde per Milano” – 23 marzo 1972) e smog (“Smog a Milano, il punto della situazione” – 17 gennaio 1972), con ospiti e relatori autorevoli, fra cui anche il Sindaco della città di Milano.
A conclusione di questo approfondimento su Pirelli e il suo legame speciale con la città e la visione, vorremmo evidenziare l’articolo di Roberto Guiducci, urbanista, sociologo e ingegnere, firma ricorrente sulla “Rivista Pirelli” per gli argomenti di urbanistica, dal titolo “Il valore della città” (1967 – n. 6), con le bellissime fotografie di Giulia Ferlito e Carlo Orsi. Un pezzo realistico quanto pragmatico, che non si fa mancare osservazioni sugli aspetti più problematici della città, ma che con una citazione di Aristotele “Gli uomini si radunano nelle città allo scopo di vivere; essi rimangono radunati allo scopo di vivere la buona vita” in chiusura ne svela la fascinazione.