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“Pronti, motore… azione!”.
Pirelli, tra fotografia e cinema

L’evoluzione della comunicazione visiva di Pirelli racconta una storia di innovazione, qualità, sperimentazione e artisti all’avanguardia – pittori, grafici, fotografi, designer e registi – chiamati a veicolare la forte identità della “P lunga”. A partire dall’inizio del Novecento, l’azienda intuisce subito le potenzialità del mezzo cinematografico, all’epoca ancora agli inizi, come dimostrano le riprese della visita del Re Vittorio Emanuele III allo stabilimento Pirelli di Bicocca realizzate nel 1927 da Luca Comerio, uno dei più grandi cineasti italiani del periodo muto. Tra Pirelli e la cinepresa nasce così un legame rafforzatosi nei decenni successivi: dal documentario “Correre un’ora, viaggiare una vita”, riflessione di Mario Milani sulla ricaduta tecnologica dei pneumatici da competizione sul prodotto di serie, al mediometraggio “La lepre e la tartaruga”, diretto dal regista premio Oscar Hugh Hudson; dalle pubblicità cinematografiche in animazione realizzate da Nino e Toni Pagot nei primi anni Cinquanta alla presenza delle gomme Pirelli in pellicole italiane e internazionali sul mondo dell’automobilismo, come “Destino sull’asfalto” con Kirk Douglas e “Ultimo Incontro” – con Amedeo Nazzari e Juan Manuel Fangio – il cui backstage è al centro dal servizio fotografico scattato sulla pista dell’Autodromo di Monza, set utilizzato durante le riprese.

Le fotografie documentano anche gli incontri tenuti al Centro Culturale Pirelli, le cui proiezioni cinematografiche coinvolgono un gran numero di dipendenti, tra cicli tematici, dibattiti e anteprime a livello nazionale. Tra queste ultime si ricorda il film “The Hoodlum Priest” (nella versione italiana “Le canaglie dormono in pace”), che, dopo aver trionfato al Festival di Cannes, viene presentato nel 1961 alla presenza dei due protagonisti Don Murray e Cindy Wood, ma anche “La resa dei conti” di Sergio Sollima, tra le pellicole più apprezzate del western all’italiana. Il 18 novembre 1966, nell’Auditorium del Grattacielo Pirelli, anche Roberto Rossellini, dopo la partecipazione al Festival di Venezia, presenta in anteprima il suo “Luigi XIV”, spiegando come il film sia storicamente aderente ai fatti, con dialoghi basati su documenti e lettere dell’epoca, e di come “spesso la realtà sia più fantasiosa di quanto un cineasta possa immaginare”.

Il grande schermo occupa poi un ruolo importante tra i temi trattati dalla Rivista Pirelli, dove alcuni dei più famosi critici del tempo riflettono sul rapporto tra macchina da presa e società, commentano le novità del settore, dalla nascita del cinerama alla diffusione del drive-in, e tracciano l’evoluzione del cinema italiano, con l’avvento del Neorealismo e l’imporsi dell’individualità creativa del regista-autore. Gli scatti a corredo dei testi raffigurano alcuni iconici momenti delle pellicole che hanno segnato la storia della settima arte. Come il bacio tra Annie Girardot e il “povero ma bello” Renato Salvatori sul Lungolago Europa di Bellagio in “Rocco e i suoi fratelli” – set che ha visto nascere l’amore tra i due attori, convolati a nozze due anni dopo la fine delle riprese – immortalato da Paul Ronald, fotografo di scena apprezzato da Visconti e Fellini; o la gita in barca che dà inizio a “L’avventura” di Michelangelo Antonioni, con protagonista Monica Vitti, musa del regista coinvolta anche in “La notte” e “L’eclisse”, parte della “trilogia esistenziale o dell’incomunicabilità”; e ancora la celebre scena della Fontana di Trevi ne “La dolce vita”, girata in pieno inverno, scelta che costrinse Marcello Mastroianni a indossare una muta da sub sotto il completo.
Alcune fotografie mostrano invece ciò che accade dietro la telecamera, come le indicazioni registiche date sul set di “Europa 51” da Rossellini a Ingrid Bergman, protagonisti di una delle unioni sentimentali e professionali più famose della storia del cinema. Pier Paolo Pasolini è invece colto durante la realizzazione de “La ricotta”, episodio del film “RoGoPaG” e riflessione, tra sacro e profano, sulla decadenza morale del tempo: sullo sfondo si nota un tableau vivant dell’Ultima Cena e della Crocifissione di Cristo, elementi che portarono al ritiro della pellicola e all’accusa di vilipendio alla religione. Uno scatto racconta invece l’impresa cinematografica eroica affrontata da Franco Zeffirelli durante l’alluvione di Firenze del 1966: lo si vede toccare con mano la distruzione del patrimonio storico-artistico insieme al professore Frederick Hartt, storico dell’arte del Rinascimento italiano e responsabile dei programmi per il salvataggio delle opere d’arte trafugate durante la Seconda Guerra Mondiale. Tornato in Italia per aiutare insieme agli altri “angeli del fango”, lo studioso viene coinvolto dal regista nelle riprese del docufilm “Per Firenze”, emozionante reportage del dramma della città e dei suoi sforzi per risollevarsi. Un’operazione mediatica enorme per l’epoca: il film è realizzato in meno di un mese grazie al supporto dei vertici della RAI e contribuisce a dare una risonanza mondiale al disastro, raccogliendo oltre 20 milioni di dollari per la ricostruzione del capoluogo toscano e permettendo in questo modo “alla vita delle famiglie e delle città colpite di ricominciare”, come affermato dalla voce narrante di Richard Burton.

La rivista “Vado e torno”, bimestrale nato nel 1962 e rivolto al mondo degli autotrasportatori, cattura invece i lettori attraverso le copertine dedicate alle grandi dive del cinema, da Claudia Cardinale a Sophia Loren, da Jane Fonda a Brigitte Bardot. Tra le sue pagine si indagano le vicende sentimentali e le performance delle attrici, la cui bellezza in bianco e nero immortalata dall’obiettivo diventa una caratteristica distintiva del periodico.

Quello tra Pirelli e il cinema è un rapporto mai definitivamente interrotto: dai contributi di produttori, attrici e registi sul magazine aziendale “World” – come le interviste a Steven Soderbergh e Steven Spielberg– al coinvolgimento della P lunga come partner nel nuovo film sul Campionato del Mondo FIA di Formula 1 diretto da Joseph Kosinsky e con protagonista Brad Pitt, fino allo short film “NOI SIAMO” di Fondazione Pirelli prodotto da Muse Factory of Projects: una narrazione per immagini, ispirata a “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht, che si muove tra diversi luoghi di Milano e tra i vari ambiti della cultura d’impresa di Pirelli.

L’evoluzione della comunicazione visiva di Pirelli racconta una storia di innovazione, qualità, sperimentazione e artisti all’avanguardia – pittori, grafici, fotografi, designer e registi – chiamati a veicolare la forte identità della “P lunga”. A partire dall’inizio del Novecento, l’azienda intuisce subito le potenzialità del mezzo cinematografico, all’epoca ancora agli inizi, come dimostrano le riprese della visita del Re Vittorio Emanuele III allo stabilimento Pirelli di Bicocca realizzate nel 1927 da Luca Comerio, uno dei più grandi cineasti italiani del periodo muto. Tra Pirelli e la cinepresa nasce così un legame rafforzatosi nei decenni successivi: dal documentario “Correre un’ora, viaggiare una vita”, riflessione di Mario Milani sulla ricaduta tecnologica dei pneumatici da competizione sul prodotto di serie, al mediometraggio “La lepre e la tartaruga”, diretto dal regista premio Oscar Hugh Hudson; dalle pubblicità cinematografiche in animazione realizzate da Nino e Toni Pagot nei primi anni Cinquanta alla presenza delle gomme Pirelli in pellicole italiane e internazionali sul mondo dell’automobilismo, come “Destino sull’asfalto” con Kirk Douglas e “Ultimo Incontro” – con Amedeo Nazzari e Juan Manuel Fangio – il cui backstage è al centro dal servizio fotografico scattato sulla pista dell’Autodromo di Monza, set utilizzato durante le riprese.

Le fotografie documentano anche gli incontri tenuti al Centro Culturale Pirelli, le cui proiezioni cinematografiche coinvolgono un gran numero di dipendenti, tra cicli tematici, dibattiti e anteprime a livello nazionale. Tra queste ultime si ricorda il film “The Hoodlum Priest” (nella versione italiana “Le canaglie dormono in pace”), che, dopo aver trionfato al Festival di Cannes, viene presentato nel 1961 alla presenza dei due protagonisti Don Murray e Cindy Wood, ma anche “La resa dei conti” di Sergio Sollima, tra le pellicole più apprezzate del western all’italiana. Il 18 novembre 1966, nell’Auditorium del Grattacielo Pirelli, anche Roberto Rossellini, dopo la partecipazione al Festival di Venezia, presenta in anteprima il suo “Luigi XIV”, spiegando come il film sia storicamente aderente ai fatti, con dialoghi basati su documenti e lettere dell’epoca, e di come “spesso la realtà sia più fantasiosa di quanto un cineasta possa immaginare”.

Il grande schermo occupa poi un ruolo importante tra i temi trattati dalla Rivista Pirelli, dove alcuni dei più famosi critici del tempo riflettono sul rapporto tra macchina da presa e società, commentano le novità del settore, dalla nascita del cinerama alla diffusione del drive-in, e tracciano l’evoluzione del cinema italiano, con l’avvento del Neorealismo e l’imporsi dell’individualità creativa del regista-autore. Gli scatti a corredo dei testi raffigurano alcuni iconici momenti delle pellicole che hanno segnato la storia della settima arte. Come il bacio tra Annie Girardot e il “povero ma bello” Renato Salvatori sul Lungolago Europa di Bellagio in “Rocco e i suoi fratelli” – set che ha visto nascere l’amore tra i due attori, convolati a nozze due anni dopo la fine delle riprese – immortalato da Paul Ronald, fotografo di scena apprezzato da Visconti e Fellini; o la gita in barca che dà inizio a “L’avventura” di Michelangelo Antonioni, con protagonista Monica Vitti, musa del regista coinvolta anche in “La notte” e “L’eclisse”, parte della “trilogia esistenziale o dell’incomunicabilità”; e ancora la celebre scena della Fontana di Trevi ne “La dolce vita”, girata in pieno inverno, scelta che costrinse Marcello Mastroianni a indossare una muta da sub sotto il completo.
Alcune fotografie mostrano invece ciò che accade dietro la telecamera, come le indicazioni registiche date sul set di “Europa 51” da Rossellini a Ingrid Bergman, protagonisti di una delle unioni sentimentali e professionali più famose della storia del cinema. Pier Paolo Pasolini è invece colto durante la realizzazione de “La ricotta”, episodio del film “RoGoPaG” e riflessione, tra sacro e profano, sulla decadenza morale del tempo: sullo sfondo si nota un tableau vivant dell’Ultima Cena e della Crocifissione di Cristo, elementi che portarono al ritiro della pellicola e all’accusa di vilipendio alla religione. Uno scatto racconta invece l’impresa cinematografica eroica affrontata da Franco Zeffirelli durante l’alluvione di Firenze del 1966: lo si vede toccare con mano la distruzione del patrimonio storico-artistico insieme al professore Frederick Hartt, storico dell’arte del Rinascimento italiano e responsabile dei programmi per il salvataggio delle opere d’arte trafugate durante la Seconda Guerra Mondiale. Tornato in Italia per aiutare insieme agli altri “angeli del fango”, lo studioso viene coinvolto dal regista nelle riprese del docufilm “Per Firenze”, emozionante reportage del dramma della città e dei suoi sforzi per risollevarsi. Un’operazione mediatica enorme per l’epoca: il film è realizzato in meno di un mese grazie al supporto dei vertici della RAI e contribuisce a dare una risonanza mondiale al disastro, raccogliendo oltre 20 milioni di dollari per la ricostruzione del capoluogo toscano e permettendo in questo modo “alla vita delle famiglie e delle città colpite di ricominciare”, come affermato dalla voce narrante di Richard Burton.

La rivista “Vado e torno”, bimestrale nato nel 1962 e rivolto al mondo degli autotrasportatori, cattura invece i lettori attraverso le copertine dedicate alle grandi dive del cinema, da Claudia Cardinale a Sophia Loren, da Jane Fonda a Brigitte Bardot. Tra le sue pagine si indagano le vicende sentimentali e le performance delle attrici, la cui bellezza in bianco e nero immortalata dall’obiettivo diventa una caratteristica distintiva del periodico.

Quello tra Pirelli e il cinema è un rapporto mai definitivamente interrotto: dai contributi di produttori, attrici e registi sul magazine aziendale “World” – come le interviste a Steven Soderbergh e Steven Spielberg– al coinvolgimento della P lunga come partner nel nuovo film sul Campionato del Mondo FIA di Formula 1 diretto da Joseph Kosinsky e con protagonista Brad Pitt, fino allo short film “NOI SIAMO” di Fondazione Pirelli prodotto da Muse Factory of Projects: una narrazione per immagini, ispirata a “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht, che si muove tra diversi luoghi di Milano e tra i vari ambiti della cultura d’impresa di Pirelli.

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