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Tutto iniziò con la ricerca del cautchouc. Pirelli in Brasile

“Carissimo papà…”. La storia di Pirelli in Brasile inizia oltre cento anni fa con Alberto Pirelli, inviato dal padre Giovanni Battista in Sud America per documentare le condizioni delle piantagioni di cautchouc. Viaggi di esplorazione che il giovane Pirelli racconta con trasporto al padre in lettere dattiloscritte – conservate nel nostro Archivio Storico – che sono resoconti dettagliati di persone e ambienti naturali, accompagnati da fotografie per descrivere le condizioni di produzione e le possibilità di sviluppo per l’azienda. È il caso della bellissima lettera che Alberto scrive il 13 novembre 1912 e che contiene tutta la passione per l’impresa, unita a uno spirito di osservazione non comune.

La presenza della Pirelli in Brasile si concretizza nel 1929 con l’acquisto della “Companhia Nacional de Artefactos de Cobre”, azienda per la produzione di conduttori elettrici che costituisce il primo nucleo produttivo brasiliano. Da lì in avanti la storia della P lunga nel Paese sudamericano è fatta di sviluppi tecnologici ed estro comunicativo. Un incontro tra la cultura d’impresa Pirelli e la cultura Brasileira.

Per capire meglio, occorre però tornare davvero agli inizi. Dal 1929 in poco più di un decennio, Pirelli “raddoppia”. Nel 1941 nasce infatti la Pirelli S.A. Companhia Industrial, che ai cavi aggiunge la produzione di pneumatici. Presidente della società è Giorgio Pirelli, il terzogenito di Giovanni Battista. In poco tempo, allo stabilimento di Santo Andrè, alle porte di San Paolo, si aggiungono quelli Campinas, Gravataí, vicino a Porto Alegre, e poi ancora quello di Sumaré. Qui, tra l’altro, viene costruita la prima pista sudamericana per le prove pneumatici. Ultimo, in ordine di tempo, è lo stabilimento di Feira de Santana che, attivo dal 1986, è caratterizzato da una particolare attenzione alla compatibilità ambientale della produzione.

Come si diceva, la presenza di Pirelli in Brasile è segnata, pressoché da sempre, da un felice connubio tra cultura Pirelli e cultura brasiliana. E tra le migliori manifestazioni di questo legame – che si ritrovano nel nostro archivio – c’è Noticias Pirelli, la rivista aziendale che inizia a uscire nel 1956, pochi anni dopo l’italiana Fatti e Notizie. È nelle pagine di Noticias che scorre tutta la vita dell’azienda in Brasile: dalle visite in fabbrica per rispondere alla domanda “Onde trabalha papai?”, alle feste di Natale oppure di Pasqua. Così come i resoconti delle numerose attività più spiccatamente culturali che trasformano la fabbrica in uno scenario ideale per rappresentazioni di teatro, mostre, dibattiti letterari: negli stabilimenti Pirelli passa così buona parte della cultura brasiliana del momento. Ugualmente, attraverso Noticias viene dato conto delle innumerevoli manifestazioni sportive animate dal CAP – Club Atlético Pirelli.

Esplorazione e tecnologie, dunque. Senza dimenticare il contributo che il Brasile ha dato anche nell’ambito della comunicazione. Power is Nothing Without Control ha segnato la storia della comunicazione Pirelli ma, in generale, della comunicazione a tutto tondo. E l’immagine del calciatore brasiliano Ronaldo Luís Nazário de Lima “Il fenomeno”, in una sequenza mozzafiato di goal che termina svelando il suo segreto – il battistrada Pirelli sotto i piedi -, è il cuore dell’edizione 1998 della campagna pubblicitaria ideata dall’agenzia Young & Rubicam che aveva già visto come protagonisti altri atleti a partire dal pluricampione olimpico Carl Lewis.

Pirelli in Brasile, come espressione di un legame forte tra due paesi. Non per nulla nel 2016 proprio la Pirelli, in occasione di una visita di Stato, ha illuminato con il tricolore il Cristo Redentore del Corcovado.

Un segno visibile dell’attenzione forte dell’azienda per questo paese, un’attenzione fatta di continui investimenti per rendere sempre più competitiva la produzione di pneumatici. La presenza di Pirelli in Brasile oggi conta gli stabilimenti di Campinas e Feira de Santana, per la produzione di pneumatici per autovettura e di Gravataí, specializzata in pneumatici per motociclette. Il viaggio della gomma continua, anche oltre Oceano.

“Carissimo papà…”. La storia di Pirelli in Brasile inizia oltre cento anni fa con Alberto Pirelli, inviato dal padre Giovanni Battista in Sud America per documentare le condizioni delle piantagioni di cautchouc. Viaggi di esplorazione che il giovane Pirelli racconta con trasporto al padre in lettere dattiloscritte – conservate nel nostro Archivio Storico – che sono resoconti dettagliati di persone e ambienti naturali, accompagnati da fotografie per descrivere le condizioni di produzione e le possibilità di sviluppo per l’azienda. È il caso della bellissima lettera che Alberto scrive il 13 novembre 1912 e che contiene tutta la passione per l’impresa, unita a uno spirito di osservazione non comune.

La presenza della Pirelli in Brasile si concretizza nel 1929 con l’acquisto della “Companhia Nacional de Artefactos de Cobre”, azienda per la produzione di conduttori elettrici che costituisce il primo nucleo produttivo brasiliano. Da lì in avanti la storia della P lunga nel Paese sudamericano è fatta di sviluppi tecnologici ed estro comunicativo. Un incontro tra la cultura d’impresa Pirelli e la cultura Brasileira.

Per capire meglio, occorre però tornare davvero agli inizi. Dal 1929 in poco più di un decennio, Pirelli “raddoppia”. Nel 1941 nasce infatti la Pirelli S.A. Companhia Industrial, che ai cavi aggiunge la produzione di pneumatici. Presidente della società è Giorgio Pirelli, il terzogenito di Giovanni Battista. In poco tempo, allo stabilimento di Santo Andrè, alle porte di San Paolo, si aggiungono quelli Campinas, Gravataí, vicino a Porto Alegre, e poi ancora quello di Sumaré. Qui, tra l’altro, viene costruita la prima pista sudamericana per le prove pneumatici. Ultimo, in ordine di tempo, è lo stabilimento di Feira de Santana che, attivo dal 1986, è caratterizzato da una particolare attenzione alla compatibilità ambientale della produzione.

Come si diceva, la presenza di Pirelli in Brasile è segnata, pressoché da sempre, da un felice connubio tra cultura Pirelli e cultura brasiliana. E tra le migliori manifestazioni di questo legame – che si ritrovano nel nostro archivio – c’è Noticias Pirelli, la rivista aziendale che inizia a uscire nel 1956, pochi anni dopo l’italiana Fatti e Notizie. È nelle pagine di Noticias che scorre tutta la vita dell’azienda in Brasile: dalle visite in fabbrica per rispondere alla domanda “Onde trabalha papai?”, alle feste di Natale oppure di Pasqua. Così come i resoconti delle numerose attività più spiccatamente culturali che trasformano la fabbrica in uno scenario ideale per rappresentazioni di teatro, mostre, dibattiti letterari: negli stabilimenti Pirelli passa così buona parte della cultura brasiliana del momento. Ugualmente, attraverso Noticias viene dato conto delle innumerevoli manifestazioni sportive animate dal CAP – Club Atlético Pirelli.

Esplorazione e tecnologie, dunque. Senza dimenticare il contributo che il Brasile ha dato anche nell’ambito della comunicazione. Power is Nothing Without Control ha segnato la storia della comunicazione Pirelli ma, in generale, della comunicazione a tutto tondo. E l’immagine del calciatore brasiliano Ronaldo Luís Nazário de Lima “Il fenomeno”, in una sequenza mozzafiato di goal che termina svelando il suo segreto – il battistrada Pirelli sotto i piedi -, è il cuore dell’edizione 1998 della campagna pubblicitaria ideata dall’agenzia Young & Rubicam che aveva già visto come protagonisti altri atleti a partire dal pluricampione olimpico Carl Lewis.

Pirelli in Brasile, come espressione di un legame forte tra due paesi. Non per nulla nel 2016 proprio la Pirelli, in occasione di una visita di Stato, ha illuminato con il tricolore il Cristo Redentore del Corcovado.

Un segno visibile dell’attenzione forte dell’azienda per questo paese, un’attenzione fatta di continui investimenti per rendere sempre più competitiva la produzione di pneumatici. La presenza di Pirelli in Brasile oggi conta gli stabilimenti di Campinas e Feira de Santana, per la produzione di pneumatici per autovettura e di Gravataí, specializzata in pneumatici per motociclette. Il viaggio della gomma continua, anche oltre Oceano.

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