Benessere multidimensionale d’impresa
Un articolo appena pubblicato affronta il complesso tema delle relazioni fra RSI, produzione materiale e relazioni sociali
L’impresa moderna è cittadina del sistema sociale nel quale si muove. L’idea pare ormai acquisita dalla teoria, ma deve essere ovviamente messa in pratica su larga scala. Perché essere cittadini è condizione che implica diritti ma anche doveri. Situazione che vale anche per le imprese. E’, di fatto, il grande tema della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI). Che ormai si fa complesso, multidimensionale, da interpretare a seconda delle circostanze interne ed esterne all’azienda.
“Prospettive di domanda ed offerta di benessere multidimensionale: una visione integrata della misurazione del benessere individuale e della responsabilità sociale d’impresa” – scritto da Dalila De Rosa e da Lorenzo Semplici dell’Università LUMSA e pubblicato da poche settimane -, fornisce un’utile istantanea sullo “stato dell’arte” dei ragionamenti fra RSI, cittadinanza d’impresa, benessere sociale e individuale oltre che organizzazione della produzione. L’idea che sostiene l’articolo, in particolare, è quella di analizzare la produzione di valore sociale e ambientale delle aziende, al di là di quello materiale, partendo dall’integrazione tra due facce della stessa medaglia: benessere economico e materiale e benessere non materiale. Oltre a questo, De Rosa e Semplici conducono chi legge lungo l’evoluzione dei concetti di benessere e del ruolo sociale delle imprese sulla base delle elaborazioni successive compiute dalle Nazioni Unite e poi dall’Unione Europea, ma anche ricordando la Costituzione Italiana in un continuo scambio di riferimenti e di approfondimenti. Con visioni insolite, come quella derivante dal Libro Verde della Commissione Europea (2001) che vede la RSI come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali e ambientali delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate”.
Viene anche affrontato un tema cruciale per chi si occupa di produzione: la misurazione del risultato di quanto viene prodotto e, in questo caso, del livello di benessere che l’impresa riesce ad ottenere dalla sua attività in relazione alla società con cui si rapporta.
Ciò che ne emerge è una visione completa e articolata della RSI, delle possibilità di misurazione e dei legami fra profitto economico e profitto sociale con sviluppi inaspettati: alla conclusione della loro fatica, per esempio, i due autori prospettano anche “la creazione di spazi di incontro fra cittadini, imprese ed istituzioni” nei quali provare e accrescere le relazioni fra produzione materiale e produzione di benessere.
Il lavoro di De Rosa e Semplici è certamente piuttosto complesso ma vale la fatica di affrontarne la lettura.
Prospettive di domanda ed offerta di benessere multidimensionale: una visione integrata della misurazione del benessere individuale e della responsabilità sociale d’impresa
Dalila De Rosa, Lorenzo Semplici
Working papers, n. 11, aprile 2016, Università di Bologna, Aiccon
Un articolo appena pubblicato affronta il complesso tema delle relazioni fra RSI, produzione materiale e relazioni sociali
L’impresa moderna è cittadina del sistema sociale nel quale si muove. L’idea pare ormai acquisita dalla teoria, ma deve essere ovviamente messa in pratica su larga scala. Perché essere cittadini è condizione che implica diritti ma anche doveri. Situazione che vale anche per le imprese. E’, di fatto, il grande tema della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI). Che ormai si fa complesso, multidimensionale, da interpretare a seconda delle circostanze interne ed esterne all’azienda.
“Prospettive di domanda ed offerta di benessere multidimensionale: una visione integrata della misurazione del benessere individuale e della responsabilità sociale d’impresa” – scritto da Dalila De Rosa e da Lorenzo Semplici dell’Università LUMSA e pubblicato da poche settimane -, fornisce un’utile istantanea sullo “stato dell’arte” dei ragionamenti fra RSI, cittadinanza d’impresa, benessere sociale e individuale oltre che organizzazione della produzione. L’idea che sostiene l’articolo, in particolare, è quella di analizzare la produzione di valore sociale e ambientale delle aziende, al di là di quello materiale, partendo dall’integrazione tra due facce della stessa medaglia: benessere economico e materiale e benessere non materiale. Oltre a questo, De Rosa e Semplici conducono chi legge lungo l’evoluzione dei concetti di benessere e del ruolo sociale delle imprese sulla base delle elaborazioni successive compiute dalle Nazioni Unite e poi dall’Unione Europea, ma anche ricordando la Costituzione Italiana in un continuo scambio di riferimenti e di approfondimenti. Con visioni insolite, come quella derivante dal Libro Verde della Commissione Europea (2001) che vede la RSI come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali e ambientali delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate”.
Viene anche affrontato un tema cruciale per chi si occupa di produzione: la misurazione del risultato di quanto viene prodotto e, in questo caso, del livello di benessere che l’impresa riesce ad ottenere dalla sua attività in relazione alla società con cui si rapporta.
Ciò che ne emerge è una visione completa e articolata della RSI, delle possibilità di misurazione e dei legami fra profitto economico e profitto sociale con sviluppi inaspettati: alla conclusione della loro fatica, per esempio, i due autori prospettano anche “la creazione di spazi di incontro fra cittadini, imprese ed istituzioni” nei quali provare e accrescere le relazioni fra produzione materiale e produzione di benessere.
Il lavoro di De Rosa e Semplici è certamente piuttosto complesso ma vale la fatica di affrontarne la lettura.
Prospettive di domanda ed offerta di benessere multidimensionale: una visione integrata della misurazione del benessere individuale e della responsabilità sociale d’impresa
Dalila De Rosa, Lorenzo Semplici
Working papers, n. 11, aprile 2016, Università di Bologna, Aiccon