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Un premio Nobel per Pirelli:
Giulio Natta e la gomma sintetica

È il più celebre chimico italiano del Novecento e l’unico italiano ad aver mai ottenuto il premio Nobel per la chimica. Il nome di Giulio Natta compare nei libri di scuola per la sua più importante scoperta: il polipropilene, un tipo di plastica che, insieme ad altri polimeri,  rivoluzionò completamente il nostro mondo dei consumi. Giocattoli, utensili da cucina, recipienti e contenitori per alimenti, corsie galleggianti delle piscine, erba sintetica.

Natta, nato a Imperia nel 1903 e laureatosi nel 1921 al Politecnico di Milano, si distinse però anche per altre importanti ricerche e scoperte. Alla fine degli anni Trenta, due anni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il chimico italiano fu incaricato da Pirelli – nell’ambito della  Società  Italiana  per  la  Produzione  della  Gomma  Sintetica  SIPGS,  appena  creata  dalla  Pirelli assieme  all’IRI – di trovare una strada alternativa all’importazione sempre più difficile di gomma naturale dalle grandi piantagioni sudamericane e dalle colonie inglesi, francesi e olandesi dell’Estremo Oriente. Come documentano le carte conservate nel nostro Archivio Storico, nel 1937 Natta, al tempo professore ordinario al Politecnico di Torino, si impegnò in laboratorio per risolvere i problemi legati alla produzione della gomma sintetica e nel 1938 depositò due brevetti per la separazione di butilene e butadiene.

Negli stessi anni negli stabilimenti Pirelli di Milano Bicocca nasceva un’innovativa tecnologia per la produzione di gomma artificiale e dei primi pneumatici realizzati completamente con materiali “nazionali”. Nello stabilimento ferrarese dell’IRI dall’aprile del 1942 furono prodotte 13.000 tonnellate di gomma sintetica che riuscirono a soddisfare circa metà del fabbisogno italiano durante la Guerra. La produzione proseguì fino al luglio del 1944, quando incursioni aree alleate bombardarono e misero fuori uso la fabbrica. La testimonianza del lavoro di Giulio Natta in Pirelli si ritrova nel suo fascicolo del personale, in alcune carte dedicate agli studi sulla gomma sintetica e in molte delle migliaia di specifiche di prova prodotte dalla Ricerca e Sviluppo Pneumatici, dove si può leggere per la prima volta la parola “cauccital”, il caucciù prodotto in laboratorio che oggi è di uso comune nell’industria della gomma. Gomma sintetica e gomma naturale sono infatti ancora oggi i due ingredienti principali per produrre pneumatici. Materiali che hanno proprietà peculiari e specifiche e che differenziano ogni prodotto realizzato in Pirelli.

È il più celebre chimico italiano del Novecento e l’unico italiano ad aver mai ottenuto il premio Nobel per la chimica. Il nome di Giulio Natta compare nei libri di scuola per la sua più importante scoperta: il polipropilene, un tipo di plastica che, insieme ad altri polimeri,  rivoluzionò completamente il nostro mondo dei consumi. Giocattoli, utensili da cucina, recipienti e contenitori per alimenti, corsie galleggianti delle piscine, erba sintetica.

Natta, nato a Imperia nel 1903 e laureatosi nel 1921 al Politecnico di Milano, si distinse però anche per altre importanti ricerche e scoperte. Alla fine degli anni Trenta, due anni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il chimico italiano fu incaricato da Pirelli – nell’ambito della  Società  Italiana  per  la  Produzione  della  Gomma  Sintetica  SIPGS,  appena  creata  dalla  Pirelli assieme  all’IRI – di trovare una strada alternativa all’importazione sempre più difficile di gomma naturale dalle grandi piantagioni sudamericane e dalle colonie inglesi, francesi e olandesi dell’Estremo Oriente. Come documentano le carte conservate nel nostro Archivio Storico, nel 1937 Natta, al tempo professore ordinario al Politecnico di Torino, si impegnò in laboratorio per risolvere i problemi legati alla produzione della gomma sintetica e nel 1938 depositò due brevetti per la separazione di butilene e butadiene.

Negli stessi anni negli stabilimenti Pirelli di Milano Bicocca nasceva un’innovativa tecnologia per la produzione di gomma artificiale e dei primi pneumatici realizzati completamente con materiali “nazionali”. Nello stabilimento ferrarese dell’IRI dall’aprile del 1942 furono prodotte 13.000 tonnellate di gomma sintetica che riuscirono a soddisfare circa metà del fabbisogno italiano durante la Guerra. La produzione proseguì fino al luglio del 1944, quando incursioni aree alleate bombardarono e misero fuori uso la fabbrica. La testimonianza del lavoro di Giulio Natta in Pirelli si ritrova nel suo fascicolo del personale, in alcune carte dedicate agli studi sulla gomma sintetica e in molte delle migliaia di specifiche di prova prodotte dalla Ricerca e Sviluppo Pneumatici, dove si può leggere per la prima volta la parola “cauccital”, il caucciù prodotto in laboratorio che oggi è di uso comune nell’industria della gomma. Gomma sintetica e gomma naturale sono infatti ancora oggi i due ingredienti principali per produrre pneumatici. Materiali che hanno proprietà peculiari e specifiche e che differenziano ogni prodotto realizzato in Pirelli.

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