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Il circuito di Monza: storie di piloti dal nostro Archivio Storico

Dopo i gran premi di Germania e Belgio è ora il momento del Gran Premio di Monza, il 4 settembre prossimo, un circuito indissolubilmente legato a grandi piloti, automobili e a pneumatici Pirelli. Fotografie, comunicati stampa, pubblicità e articoli della rivista “Pirelli” conservati nell’Archivio Storico aziendale ci raccontano le storie di alcuni dei protagonisti di questo famoso circuito.

È infatti il 1922 quando le prime automobili da corsa iniziano a infiammare l’asfalto del circuito italiano. A dominare quella prima gara Felice Nazzaro e Pietro Bordino, al volante di due Fiat 804 gommate Pirelli. D’avanguardia il loro pneumatico, il Pirelli Superflex Cord, di cui si dichiarano “soddisfattissimi”.

Nel 1924 è il momento dell’Alfa Romeo, all’esordio nei Grand Prix con la fortissima P2. Al volante, Antonio Ascari e Giuseppe Campari. Pneumatici, naturalmente, Pirelli Cord. È solo l’inizio. Ad agosto, a Lione, vince Campari. A ottobre, a Monza, trionfa Ascari. A fine anno 1924, il listino prezzi del Pirelli Cord e Superflex Cord può fregiarsi del titolo “Il pneumatico delle vittorie”. L’incoronazione è sotto il segno del quadrifoglio. All’appuntamento successivo, nel 1925, sempre a Monza, si torna a vincere. Stavolta, il primo Campionato Automobilistico del Mondo. In casa Alfa e in casa Pirelli ci si prepara al trionfo. Con l’ombra di una grande amarezza, però. Nelle foto del successo manca Antonio Ascari. Era scomparso qualche mese prima, in un incidente al Gran Premio di Francia. Nella corsa che vale un mondiale, il posto dell’indimenticato Antonio Ascari viene preso dal conte fiorentino Gastone Brilli Peri, ingaggiato dall’Alfa Romeo nella speranza che la lunga serie di incidenti e infortuni subiti dal nobile gentleman driver finisca. Proprio così. Brilli Peri taglia per primo il traguardo del Gran Premio d’Italia davanti a Campari. L’Alfa Romeo e Pirelli sono Campioni del Mondo.

Siamo già nel 1932. Ed è ancora una volta l’autodromo di Monza a fare da scenario per quello che ormai è diventato un mix insuperabile in pista: le monoposto Alfa Romeo, il patron della squadra corse Enzo Ferrari, il pilota Tazio Nuvolari, i pneumatici Pirelli Stella Bianca. Restava soltanto da aggiungere qualche nome – Varzi, su tutti, ma anche Borzacchini, Trossi, Brivio – per dare il senso di un team imbattibile. Su cui si impone il primato del “Nivola”, lungo anni e anni di vittorie, di imprese straordinarie, di record.

Quasi un “corto circuito” di campioni targati Pirelli, al Gran Premio d’Italia di F1 a Monza del 1950. Ci sono l’argentino Juan Manuel Fangio e Nino Farina con l’Alfa Romeo (si laureerà Campione del Mondo). Gli anni e anni di vittorie con le monoposto del Quadrifoglio hanno da tempo dato i loro frutti: gli Stella Bianca Pirelli (che poi diventeranno “Stelvio”) equipaggiano anche le Maserati di Felice Bonetto e del principe siamese Bira. E poi c’è un giovane pilota della Ferrari, che torna a mettersi in luce su quella pista che l’aveva visto vincere già l’anno prima. È un po’ un figlio d’arte. Si chiama Ascari Alberto, figlio di quell’Antonio che a Monza aveva trionfato, con l’Alfa Pirelli, nel 1924. Subito lo ribattezzano “Ascarino”, il nostro amico Ascari. Anche lui è un pilota Pirelli, che perderà la vita proprio sul circuito monzese il 26 maggio 1955.

Nel 1965 a Monza è ancora tempo di Juan Manuel Fangio, che finirà davanti alla macchina da presa per una pubblicità Pirelli. Sempre su questo circuito, infatti, sfreccia e sobbalza sulla Parabolica a bordo di un’Alfa Romeo spider rossa. Poi si ferma, si toglie i guanti e guarda il pubblico: “Una volta correvo con lo Stelvio Pirelli ma questo Cinturato è extraordinario!”.

Dopo i gran premi di Germania e Belgio è ora il momento del Gran Premio di Monza, il 4 settembre prossimo, un circuito indissolubilmente legato a grandi piloti, automobili e a pneumatici Pirelli. Fotografie, comunicati stampa, pubblicità e articoli della rivista “Pirelli” conservati nell’Archivio Storico aziendale ci raccontano le storie di alcuni dei protagonisti di questo famoso circuito.

È infatti il 1922 quando le prime automobili da corsa iniziano a infiammare l’asfalto del circuito italiano. A dominare quella prima gara Felice Nazzaro e Pietro Bordino, al volante di due Fiat 804 gommate Pirelli. D’avanguardia il loro pneumatico, il Pirelli Superflex Cord, di cui si dichiarano “soddisfattissimi”.

Nel 1924 è il momento dell’Alfa Romeo, all’esordio nei Grand Prix con la fortissima P2. Al volante, Antonio Ascari e Giuseppe Campari. Pneumatici, naturalmente, Pirelli Cord. È solo l’inizio. Ad agosto, a Lione, vince Campari. A ottobre, a Monza, trionfa Ascari. A fine anno 1924, il listino prezzi del Pirelli Cord e Superflex Cord può fregiarsi del titolo “Il pneumatico delle vittorie”. L’incoronazione è sotto il segno del quadrifoglio. All’appuntamento successivo, nel 1925, sempre a Monza, si torna a vincere. Stavolta, il primo Campionato Automobilistico del Mondo. In casa Alfa e in casa Pirelli ci si prepara al trionfo. Con l’ombra di una grande amarezza, però. Nelle foto del successo manca Antonio Ascari. Era scomparso qualche mese prima, in un incidente al Gran Premio di Francia. Nella corsa che vale un mondiale, il posto dell’indimenticato Antonio Ascari viene preso dal conte fiorentino Gastone Brilli Peri, ingaggiato dall’Alfa Romeo nella speranza che la lunga serie di incidenti e infortuni subiti dal nobile gentleman driver finisca. Proprio così. Brilli Peri taglia per primo il traguardo del Gran Premio d’Italia davanti a Campari. L’Alfa Romeo e Pirelli sono Campioni del Mondo.

Siamo già nel 1932. Ed è ancora una volta l’autodromo di Monza a fare da scenario per quello che ormai è diventato un mix insuperabile in pista: le monoposto Alfa Romeo, il patron della squadra corse Enzo Ferrari, il pilota Tazio Nuvolari, i pneumatici Pirelli Stella Bianca. Restava soltanto da aggiungere qualche nome – Varzi, su tutti, ma anche Borzacchini, Trossi, Brivio – per dare il senso di un team imbattibile. Su cui si impone il primato del “Nivola”, lungo anni e anni di vittorie, di imprese straordinarie, di record.

Quasi un “corto circuito” di campioni targati Pirelli, al Gran Premio d’Italia di F1 a Monza del 1950. Ci sono l’argentino Juan Manuel Fangio e Nino Farina con l’Alfa Romeo (si laureerà Campione del Mondo). Gli anni e anni di vittorie con le monoposto del Quadrifoglio hanno da tempo dato i loro frutti: gli Stella Bianca Pirelli (che poi diventeranno “Stelvio”) equipaggiano anche le Maserati di Felice Bonetto e del principe siamese Bira. E poi c’è un giovane pilota della Ferrari, che torna a mettersi in luce su quella pista che l’aveva visto vincere già l’anno prima. È un po’ un figlio d’arte. Si chiama Ascari Alberto, figlio di quell’Antonio che a Monza aveva trionfato, con l’Alfa Pirelli, nel 1924. Subito lo ribattezzano “Ascarino”, il nostro amico Ascari. Anche lui è un pilota Pirelli, che perderà la vita proprio sul circuito monzese il 26 maggio 1955.

Nel 1965 a Monza è ancora tempo di Juan Manuel Fangio, che finirà davanti alla macchina da presa per una pubblicità Pirelli. Sempre su questo circuito, infatti, sfreccia e sobbalza sulla Parabolica a bordo di un’Alfa Romeo spider rossa. Poi si ferma, si toglie i guanti e guarda il pubblico: “Una volta correvo con lo Stelvio Pirelli ma questo Cinturato è extraordinario!”.

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