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Monza compie novant’anni: palcoscenico di campioni

Gran Premio dell’Automobile Club. Così si chiama il Gran Premio di Monza nel 1922, l’anno in cui le prime mono posto ne infiammeranno l’asfalto con pneumatici marchiati Pirelli.

Con il passare degli anni il Gran Premio di Monza è diventato uno degli appuntamenti più popolari del calendario mondiale della Formula 1. Una gara prestigiosa per il circuito automobilistico e non solo. Anche il cinema viene attirato tanto che, nel 1950, Amedeo Nazzari correrà per finzione nel film “L’ultimo incontro” (allora il titolo provvisorio era “Perdizione”), una popolare produzione di Dino De Laurentiis. Il set è proprio l’Autodromo di Monza, in occasione del Gran Premio d’Italia del settembre 1950.

Chi invece sul tracciato fa veramente fumare l’asfalto è Fangio che finirà a sua volta davanti alla macchina da presa, quindici anni e cinque Mondiali F1 dopo. Sempre a Monza, infatti, nel 1965 il pilota argentino sfreccia e sobbalza sulla Parabolica a bordo di una spider rossa. Poi si ferma, si toglie i guanti e guarda il pubblico: “Una volta correvo con lo Stelvio Pirelli ma questo Cinturato è extraordinario!”.

Il tracciato brianzolo è legato indissolubilmente ad un altro grande nome della Formula 1: il due volte campione del mondo Alberto Ascari che tuttavia, proprio a Monza perderà la vita durante una sessione di test. Era il 26 maggio 1955 e da quel giorno la curva del Vialone si chiamerà in sua memoria “Variante Ascari”.

La “Rivista Pirelli” lo ricorda così: “C’era molta simpatia in tutti per lui, alla Pirelli. E più che simpatia, affetto; affetto che che andava ben oltre la gratitudine per aver avuto in lui l’uomo che per due volte nella conquista del campionato del mondo aveva associato il proprio nome e a quello della Ferrari il nome della Casa che gommava le sue vetture…”

Gran Premio dell’Automobile Club. Così si chiama il Gran Premio di Monza nel 1922, l’anno in cui le prime mono posto ne infiammeranno l’asfalto con pneumatici marchiati Pirelli.

Con il passare degli anni il Gran Premio di Monza è diventato uno degli appuntamenti più popolari del calendario mondiale della Formula 1. Una gara prestigiosa per il circuito automobilistico e non solo. Anche il cinema viene attirato tanto che, nel 1950, Amedeo Nazzari correrà per finzione nel film “L’ultimo incontro” (allora il titolo provvisorio era “Perdizione”), una popolare produzione di Dino De Laurentiis. Il set è proprio l’Autodromo di Monza, in occasione del Gran Premio d’Italia del settembre 1950.

Chi invece sul tracciato fa veramente fumare l’asfalto è Fangio che finirà a sua volta davanti alla macchina da presa, quindici anni e cinque Mondiali F1 dopo. Sempre a Monza, infatti, nel 1965 il pilota argentino sfreccia e sobbalza sulla Parabolica a bordo di una spider rossa. Poi si ferma, si toglie i guanti e guarda il pubblico: “Una volta correvo con lo Stelvio Pirelli ma questo Cinturato è extraordinario!”.

Il tracciato brianzolo è legato indissolubilmente ad un altro grande nome della Formula 1: il due volte campione del mondo Alberto Ascari che tuttavia, proprio a Monza perderà la vita durante una sessione di test. Era il 26 maggio 1955 e da quel giorno la curva del Vialone si chiamerà in sua memoria “Variante Ascari”.

La “Rivista Pirelli” lo ricorda così: “C’era molta simpatia in tutti per lui, alla Pirelli. E più che simpatia, affetto; affetto che che andava ben oltre la gratitudine per aver avuto in lui l’uomo che per due volte nella conquista del campionato del mondo aveva associato il proprio nome e a quello della Ferrari il nome della Casa che gommava le sue vetture…”

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