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Crescita dell’economia italiana, questione di cultura d’impresa

Una analisi di Banca d’Italia dimostra l’espansione delle imprese ma anche la sua disomogeneità

 

L’economia italiana, a dispetto dei pessimisti, è cresciuta nonostante tutto. Lo dicono i dati e le analisi di Banca d’Italia in un documento di ricerca da poco pubblicato. Questione di produttività e di “intelligenza industriale”, che, tuttavia, non nascondono problemi che vanno affrontati. E che hanno la loro base nella necessità di diffondere una cultura d’impresa che, spesso, è ancora per pochi.

“Le recenti dinamiche della produttività e le trasformazioni del sistema produttivo” è un ricerca ospitata dagli Occasional Papers della serie “Questioni di Economia e Finanza” e condotta da un folto gruppo di economisti dell’Istituto Centrale. L’indagine prende le mosse da una constatazione: “Tra il 2019 e il 2024, nonostante gli shock legati alla crisi pandemica, alla crisi energetica e alle tensioni geopolitiche, il tasso di crescita del PIL è stato del 5,6 per cento, in lieve accelerazione rispetto al quinquennio precedente (5,1 per cento) e superiore a quello dell’area dell’euro (4,8 per cento). L’espansione dei livelli di attività è stata più marcata nel settore privato, con una crescita del valore aggiunto prossima al 10 per cento. L’incremento dei livelli di attività ha beneficiato in misura significativa di generose politiche fiscali, ma ha perso slancio nell’ultimo biennio”. L’espansione ha riguardato soprattutto le costruzioni e i servizi, mentre la manifattura ha rallentato. E’ cresciuta, inoltre, l’occupazione mentre la produttività si è mostrata più debole ed in calo negli ultimi due anni. Questi i dati di base che la squadra di economisti di Banca d’Italia ha cercato di comprendere a fondo.

Nel tessuto produttivo – è stata una delle conclusioni dell’indagine – è stato registrato un aumento della dimensione media delle imprese, della loro redditività e della loro propensione ad investire. Detto in altro modo, una buona parte degli imprenditori italiano ha cercato di rispondere alle difficoltà riallocando le risorse, investendo e cercando di accrescere l’efficienza produttiva. Il problema che si è delineato, non è però da poco. È aumentato, infatti, il divario tra le imprese migliori e il resto del tessuto produttivo. Detto in altri termini, è vero che l’economia italiana è cresciuta, ma in modo non omogeneo, lasciando indietro molte aziende.

Ma quindi che fare? La ricerca spiega: “Per colmare il ritardo di produttività rispetto ai principali paesi europei, e a fronte dei recenti segnali di indebolimento, il tessuto produttivo dovrà rafforzarsi in maniera più diffusa e sarà cruciale promuovere una più ampia adozione di tecnologie avanzate”. Che, in sintesi, significa accelerare proprio nella diffusione di quella migliore cultura d’impresa che ha spinto però solo una parte delle aziende a rinnovarsi. Sfida di non poco conto, ma sfida da affrontare.

Le recenti dinamiche della produttività e le trasformazioni del sistema produttivo

Antonio Accetturo, Audinga Baltrunaite, Emanuele Ciani, Federico Cingano, Federica Daniele, Roberta De Luca, Irene Di Marzio, Rosalia Greco, Andrea Linarello, Francesco Manaresi e Sauro Mocetti

Banca d’Italia, Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers), numero 953 – Luglio 2025

Una analisi di Banca d’Italia dimostra l’espansione delle imprese ma anche la sua disomogeneità

 

L’economia italiana, a dispetto dei pessimisti, è cresciuta nonostante tutto. Lo dicono i dati e le analisi di Banca d’Italia in un documento di ricerca da poco pubblicato. Questione di produttività e di “intelligenza industriale”, che, tuttavia, non nascondono problemi che vanno affrontati. E che hanno la loro base nella necessità di diffondere una cultura d’impresa che, spesso, è ancora per pochi.

“Le recenti dinamiche della produttività e le trasformazioni del sistema produttivo” è un ricerca ospitata dagli Occasional Papers della serie “Questioni di Economia e Finanza” e condotta da un folto gruppo di economisti dell’Istituto Centrale. L’indagine prende le mosse da una constatazione: “Tra il 2019 e il 2024, nonostante gli shock legati alla crisi pandemica, alla crisi energetica e alle tensioni geopolitiche, il tasso di crescita del PIL è stato del 5,6 per cento, in lieve accelerazione rispetto al quinquennio precedente (5,1 per cento) e superiore a quello dell’area dell’euro (4,8 per cento). L’espansione dei livelli di attività è stata più marcata nel settore privato, con una crescita del valore aggiunto prossima al 10 per cento. L’incremento dei livelli di attività ha beneficiato in misura significativa di generose politiche fiscali, ma ha perso slancio nell’ultimo biennio”. L’espansione ha riguardato soprattutto le costruzioni e i servizi, mentre la manifattura ha rallentato. E’ cresciuta, inoltre, l’occupazione mentre la produttività si è mostrata più debole ed in calo negli ultimi due anni. Questi i dati di base che la squadra di economisti di Banca d’Italia ha cercato di comprendere a fondo.

Nel tessuto produttivo – è stata una delle conclusioni dell’indagine – è stato registrato un aumento della dimensione media delle imprese, della loro redditività e della loro propensione ad investire. Detto in altro modo, una buona parte degli imprenditori italiano ha cercato di rispondere alle difficoltà riallocando le risorse, investendo e cercando di accrescere l’efficienza produttiva. Il problema che si è delineato, non è però da poco. È aumentato, infatti, il divario tra le imprese migliori e il resto del tessuto produttivo. Detto in altri termini, è vero che l’economia italiana è cresciuta, ma in modo non omogeneo, lasciando indietro molte aziende.

Ma quindi che fare? La ricerca spiega: “Per colmare il ritardo di produttività rispetto ai principali paesi europei, e a fronte dei recenti segnali di indebolimento, il tessuto produttivo dovrà rafforzarsi in maniera più diffusa e sarà cruciale promuovere una più ampia adozione di tecnologie avanzate”. Che, in sintesi, significa accelerare proprio nella diffusione di quella migliore cultura d’impresa che ha spinto però solo una parte delle aziende a rinnovarsi. Sfida di non poco conto, ma sfida da affrontare.

Le recenti dinamiche della produttività e le trasformazioni del sistema produttivo

Antonio Accetturo, Audinga Baltrunaite, Emanuele Ciani, Federico Cingano, Federica Daniele, Roberta De Luca, Irene Di Marzio, Rosalia Greco, Andrea Linarello, Francesco Manaresi e Sauro Mocetti

Banca d’Italia, Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers), numero 953 – Luglio 2025

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