Etica come elemento imprescindibile dell’economia
Un intervento del Presidente di ABI sintetizza lucidamente alcuni principi cardine da seguire
Etica ed economia come due parti di uno stesso ragionamento. E come elementi di cui tenere conto anche nelle imprese. Per una cultura del produrre che sia attenta, ad un tempo, sia al profitto che alla modalità con cui questo si ottiene. Su questi temi ha ragionato recentemente Antonio Patuelli, Presidente di Associazione Bancaria Italiana (ABI) in un suo intervento. “Etica ed Economia” è una lucida sintesi dei principi che dovrebbero sorreggere ogni buona impresa, così come, d’altra parte, guidare ogni attore di un sistema economico moderno.
Profitto non opposto alla morale, dunque. Patuelli spiega come “la dimensione morale dell’economia e della finanza consente di cogliere come finalità inscindibili l’efficienza economica e la promozione di sviluppo solidale e sostenibile”. Una “base” che sostiene l’economia e la finanza nell’essere “fonti di creazione di ricchezze non fini a sé stesse, ma mezzi, strumenti per l’incremento dello sviluppo, del progresso, dei più alti gradi di civilizzazione”. Non solo principi, tuttavia. Patuelli, infatti, prosegue sottolineando che “in economia e finanza tutto ciò che è moralmente corretto, è finalizzato allo sviluppo globale e solidale della persona e della società che si può realizzare solo in una economia di mercato con sensibilità sociali, dove l’iniziativa privata goda di uno spazio ampio costituzionalmente garantito, con regole di mercato libero, concorrenziale e vigilato da Autorità indipendenti”.
Poi l’impresa, l’organizzazione della produzione per eccellenza. Il Presidente di ABI riprende la “Centesimus annus” e sottolinea: “L’impresa non può essere considerata solo come una società di capitali; essa è al tempo stesso una comunità di persone”. E quindi come sia doveroso valutare il benessere “con criteri più ampi del Pil, tenendo conto anche di altri parametri quali la sicurezza, la salute, la crescita del ‘capitale umano’, la qualità della vita sociale e del lavoro”.
E accanto all’impresa, il “precetto” per eccellenza dell’oggi: la sostenibilità vista come “alternativa all’attualismo, a tutto ciò che non valuta le conseguenze prospettiche. Sostenibilità – sottolinea Patuelli – è visione lunga e alternativa alle scelte basate anche sulla sondaggistica che analizza principalmente le conseguenze dei fenomeni”. Tutto da leggere l’intervento del Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana.
Antonio Patuelli
Associazione Bancaria Italiana – Università LINK, 24 settembre 2025
Un intervento del Presidente di ABI sintetizza lucidamente alcuni principi cardine da seguire
Etica ed economia come due parti di uno stesso ragionamento. E come elementi di cui tenere conto anche nelle imprese. Per una cultura del produrre che sia attenta, ad un tempo, sia al profitto che alla modalità con cui questo si ottiene. Su questi temi ha ragionato recentemente Antonio Patuelli, Presidente di Associazione Bancaria Italiana (ABI) in un suo intervento. “Etica ed Economia” è una lucida sintesi dei principi che dovrebbero sorreggere ogni buona impresa, così come, d’altra parte, guidare ogni attore di un sistema economico moderno.
Profitto non opposto alla morale, dunque. Patuelli spiega come “la dimensione morale dell’economia e della finanza consente di cogliere come finalità inscindibili l’efficienza economica e la promozione di sviluppo solidale e sostenibile”. Una “base” che sostiene l’economia e la finanza nell’essere “fonti di creazione di ricchezze non fini a sé stesse, ma mezzi, strumenti per l’incremento dello sviluppo, del progresso, dei più alti gradi di civilizzazione”. Non solo principi, tuttavia. Patuelli, infatti, prosegue sottolineando che “in economia e finanza tutto ciò che è moralmente corretto, è finalizzato allo sviluppo globale e solidale della persona e della società che si può realizzare solo in una economia di mercato con sensibilità sociali, dove l’iniziativa privata goda di uno spazio ampio costituzionalmente garantito, con regole di mercato libero, concorrenziale e vigilato da Autorità indipendenti”.
Poi l’impresa, l’organizzazione della produzione per eccellenza. Il Presidente di ABI riprende la “Centesimus annus” e sottolinea: “L’impresa non può essere considerata solo come una società di capitali; essa è al tempo stesso una comunità di persone”. E quindi come sia doveroso valutare il benessere “con criteri più ampi del Pil, tenendo conto anche di altri parametri quali la sicurezza, la salute, la crescita del ‘capitale umano’, la qualità della vita sociale e del lavoro”.
E accanto all’impresa, il “precetto” per eccellenza dell’oggi: la sostenibilità vista come “alternativa all’attualismo, a tutto ciò che non valuta le conseguenze prospettiche. Sostenibilità – sottolinea Patuelli – è visione lunga e alternativa alle scelte basate anche sulla sondaggistica che analizza principalmente le conseguenze dei fenomeni”. Tutto da leggere l’intervento del Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana.
Antonio Patuelli
Associazione Bancaria Italiana – Università LINK, 24 settembre 2025