I libri come case da abitare, spazi di fantasia e conoscenza
Fare leggere: le iniziative di BookCity e di #ioleggoperché
I libri come un nido, un rifugio accogliente. Come conoscenza e sicurezza. E come destino per una migliore condizione di vita. Lo racconta bene Jean Paul Sartre, uno dei maggiori filosofi del Novecento: “Ho cominciato la mia vita come senza dubbio la terminerò: tra i libri. Nell’ufficio di mio nonno ce n’era dappertutto; era fatto divieto di spolverarli, tranne una volta all’anno, prima della riapertura delle scuole. Non sapevo ancora leggere, ma già le riverivo queste pietre fitte: ritte o inclinate, strette come mattoni sui ripiani della libreria o nobilmente spaziate in viali di menhir, io sentivo che la prosperità della nostra famiglia dipendeva da esse. […] I libri sono stati i miei uccelli e i miei nidi, i miei animali domestici, la mia stalla e la mia campagna; la libreria era il mondo chiuso in uno specchio; di uno specchio aveva la profondità infinita, la varietà, l’imprevedibilità”.
Le parole di Sartre, su “una vita tra i libri” e quelle di un altro grande uomo di cultura francese, Michel de Montaigne (“I libri sono il miglior viatico che abbia trovato in questo viaggio umano”) e di centinaia di donne e uomini della grande letteratura mondiale tornano in mente pensando a due avvenimenti in agenda adesso a Milano, città colta e lettrice (il 10% dei libri venduti in tutta Italia hanno come protagoniste le librerie milanesi). Il primo è BookCity (più di 1.300 dibattiti, 2.700 protagonisti di incontri e presentazioni dal 10 al 16 novembre, sul tema “Il potere delle idee/ le idee del potere” e cioè libertà, creatività, conoscenza, responsabilità). E il secondo è la presentazione di un documentario su “#ioleggoperché”, l’iniziativa nata dieci anni fa per meritorio impegno dell’Aie, l’Associazione italiana degli editori: un grande progetto sociale che dal 2015 a oggi ha distribuito oltre 3,7 milioni di libri donati a 28mila scuole, coinvolgendo 4mila librerie e raggiungendo più di 4 milioni di studenti in tutta Italia. Un impegno che deve continuare: altri libri, altre donazioni, altre librerie scolastiche da fare vivere e crescere.
Partiamo da quest’ultima iniziativa. “Un impegno collettivo che ha reso la lettura un gesto condiviso e partecipato, capace di unire generazioni e territori diversi”, sostengono i responsabili dell’Aie.
I risultati di un’attività così essenziale sono raccontati da un documentario, “Leggere può cambiare tutto”, realizzato, appunto, dall’Aie con il sostegno di Pirelli e presentato ieri mattina, a Milano, nell’Headquartiers Pirelli in Bicocca, nell’ambito di BookCity, davanti a centinaia di studenti. Un filmato di 25 minuti, con una voce narrante originale (quella di una biblioteca scolastica che nasce e cresce nel tempo), disponibile da oggi al 16 novembre su Rai Play e ricco delle testimonianze non solo dei promotori (tra cui c’è anche la Fondazione Cariplo), ma anche di autorità (il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i ministri della Cultura Alessandro Giuli e dell’Istruzione Giuseppe Valditara) e di professori e studenti di tutte le età.
Qual è il senso del racconto? Sostiene Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Aie: “Per noi, il fatto che un bambino abbia potuto scoprire la lettura grazie a un libro arrivato nella sua scuola attraverso #ioleggoperché significa avergli aperto una porta sul futuro. In questi dieci anni il progetto ha davvero contribuito a cambiare il modo di leggere nelle scuole: la lettura, che per molti ragazzi era un’esperienza privata, oggi è diventata un momento collettivo, condiviso, capace di unire e far crescere insieme studenti, insegnanti e comunità”.
Insiste Cipolletta: “Siamo orgogliosi di aver realizzato questo documentario, basato sulle testimonianze delle scuole, che racconta come sta cambiando il paese grazie anche al progetto e alle biblioteche scolastiche, diventate vere e proprie infrastrutture della lettura.”
Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo di Pirelli e Presidente di Fondazione Pirelli, aggiunge: ‘Sostenere #ioleggoperché significa contribuire a rafforzare le biblioteche scolastiche, collegate anche con le biblioteche aziendali e quelle di quartiere. E dunque offrire ai giovani maggiori possibilità di accesso ai libri. La lettura è uno strumento fondamentale per sviluppare conoscenza, pensiero critico e partecipazione alla vita civile”.
Da molti anni “Pirelli, anche attraverso la sua Fondazione, è impegnata nel dialogo con le scuole e nella promozione della cultura come elemento di crescita personale e collettiva. E questo progetto rappresenta un esempio concreto di collaborazione tra istituzioni, territorio e mondo dell’impresa a favore delle nuove generazioni”.
Ecco un punto essenziale. Le biblioteche. Centri culturali e sociali. Spazi di conoscenza, di aggregazione, di costruzione di spirito di comunità. E libri come case da abitare. Imbarcazioni per navigare nello spazio e nel tempo. Sonde per arrivare nel cielo della fantasia e nelle profondità della conoscenza. Strumenti per varcare la linea d’ombra delle stagioni alterne della nostra vita.
Il piacere del testo. La memoria. E il sapere. La libertà per la fantasia. E la responsabilità della democrazia.
Per capire meglio, si può fare ricorso a un’altra celebre pagina (ne avevamo parlato nel blog del 10 dicembre 2024): “Il libro è come il cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici: una volta che li avete inventati, non potete fare di meglio”. La frase è di Umberto Eco. E serve a ribadire l’essenzialità della lettura, del piacere del testo, del gioco di trovare, tra parole ben impaginate, il gusto della conoscenza, della scoperta, dell’avventura. “Non sperate di liberarvi dei libri”, sosteneva appunto Eco, in una brillante conversazione con Jean-Claude Carrière, pubblicata nel 2017 da La nave di Teseo. Riprendere in mano i libri, dunque. E costruire lettori, nel presente e per il futuro. Anche abituando le bambine e i bambini, fin da piccoli, a considerarli oggetti normali, piacevoli, divertenti, che animano la nostra quotidianità. Come il cucchiaio, appunto.
Stanno proprio qui anche le basi del progetto, deciso dal Gruppo Cultura di Confindustria, di favorire la diffusione delle biblioteche aziendali, rilanciando un’iniziativa già discussa una decina di anni fa. In collaborazione, naturalmente, con l’Associazione degli Editori. E coinvolgendo il tessuto delle associazioni confindustriali e delle imprese sui territori. Fondare e fare crescere biblioteche, come parte d’un impegno, politico e sociale, che ridia spazio e dignità alla formazione, allo studio, alla ricerca, ai valori della conoscenza e della scienza: valori essenziali anche per una cultura d’impresa che vuole avere un ruolo attivo di fronte alle sfide di una complessa e controversa modernità (le biblioteche Pirelli, sia in Bicocca che in fabbrica a Settimo Torinese, fanno da paradigma).
Biblioteche di quartiere. E biblioteche scolastiche, ricche di libri adatti agli interessi e alle passioni di bambini e adolescenti (la missione di #ioleggoperché, appunto). Biblioteche di condominio. Ma anche, appunto, biblioteche in fabbrica, negli uffici, in tutti i posti di lavoro in cui si ritrovano comunità di persone. Un investimento pubblico e privato sulla lettura.
Tutte queste biblioteche potrebbero essere messe in circolo, collegate ai sistemi bibliotecari di comuni e regioni. Anche per diventare punti d’incontro, conversazione, confronto. Luoghi in cui cresce e matura il capitale sociale di una comunità.
Torniamo, adesso, a #ioleggoperché. Accanto al documentario, prende vita un progetto editoriale più ampio, pensato per estendere e moltiplicare il racconto: una serie di videopillole sempre disponibili su Rai Play, in cui autori e personaggi condividono esperienze e pensieri personali sul potere dei libri e sulla gioia di trasmettere la passione per la lettura. Nel corso di queste brevi narrazioni, Rudy Zerbi, ambassador storico del progetto, apre con un ricordo “di famiglia” legato ai libri; Sofia Goggia, campionessa olimpica e ambassador di #ioleggoperché, svela il volume che l’ha ispirata da ragazza; e Vincenzo Schettini, professore e divulgatore, riflette sulla differenza tra l’universo dei libri e quello dei social. Il racconto si intreccia con le voci di Massimiliano Rosolino, Manuel Bortuzzo e Andrea Lo Cicero, del Team Illumina Sport e Salute, che offrono aneddoti e riflessioni personali, e con quella del regista Riccardo Milani, che ricorda i libri della sua infanzia e il momento in cui ha incontrato il progetto. Infine Miriam Candurro, attrice protagonista di Un posto al sole, racconta quando si è innamorata della lettura.
“Perché leggere è un gesto semplice, ma può cambiare tutto”: sono le parole degli studenti dell’ITIS Galilei di Roma racchiudono lo spirito del documentario e del progetto, che anche dopo dieci anni continua a far nascere lettori, una biblioteca alla volta.
Fare leggere: le iniziative di BookCity e di #ioleggoperché
I libri come un nido, un rifugio accogliente. Come conoscenza e sicurezza. E come destino per una migliore condizione di vita. Lo racconta bene Jean Paul Sartre, uno dei maggiori filosofi del Novecento: “Ho cominciato la mia vita come senza dubbio la terminerò: tra i libri. Nell’ufficio di mio nonno ce n’era dappertutto; era fatto divieto di spolverarli, tranne una volta all’anno, prima della riapertura delle scuole. Non sapevo ancora leggere, ma già le riverivo queste pietre fitte: ritte o inclinate, strette come mattoni sui ripiani della libreria o nobilmente spaziate in viali di menhir, io sentivo che la prosperità della nostra famiglia dipendeva da esse. […] I libri sono stati i miei uccelli e i miei nidi, i miei animali domestici, la mia stalla e la mia campagna; la libreria era il mondo chiuso in uno specchio; di uno specchio aveva la profondità infinita, la varietà, l’imprevedibilità”.
Le parole di Sartre, su “una vita tra i libri” e quelle di un altro grande uomo di cultura francese, Michel de Montaigne (“I libri sono il miglior viatico che abbia trovato in questo viaggio umano”) e di centinaia di donne e uomini della grande letteratura mondiale tornano in mente pensando a due avvenimenti in agenda adesso a Milano, città colta e lettrice (il 10% dei libri venduti in tutta Italia hanno come protagoniste le librerie milanesi). Il primo è BookCity (più di 1.300 dibattiti, 2.700 protagonisti di incontri e presentazioni dal 10 al 16 novembre, sul tema “Il potere delle idee/ le idee del potere” e cioè libertà, creatività, conoscenza, responsabilità). E il secondo è la presentazione di un documentario su “#ioleggoperché”, l’iniziativa nata dieci anni fa per meritorio impegno dell’Aie, l’Associazione italiana degli editori: un grande progetto sociale che dal 2015 a oggi ha distribuito oltre 3,7 milioni di libri donati a 28mila scuole, coinvolgendo 4mila librerie e raggiungendo più di 4 milioni di studenti in tutta Italia. Un impegno che deve continuare: altri libri, altre donazioni, altre librerie scolastiche da fare vivere e crescere.
Partiamo da quest’ultima iniziativa. “Un impegno collettivo che ha reso la lettura un gesto condiviso e partecipato, capace di unire generazioni e territori diversi”, sostengono i responsabili dell’Aie.
I risultati di un’attività così essenziale sono raccontati da un documentario, “Leggere può cambiare tutto”, realizzato, appunto, dall’Aie con il sostegno di Pirelli e presentato ieri mattina, a Milano, nell’Headquartiers Pirelli in Bicocca, nell’ambito di BookCity, davanti a centinaia di studenti. Un filmato di 25 minuti, con una voce narrante originale (quella di una biblioteca scolastica che nasce e cresce nel tempo), disponibile da oggi al 16 novembre su Rai Play e ricco delle testimonianze non solo dei promotori (tra cui c’è anche la Fondazione Cariplo), ma anche di autorità (il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i ministri della Cultura Alessandro Giuli e dell’Istruzione Giuseppe Valditara) e di professori e studenti di tutte le età.
Qual è il senso del racconto? Sostiene Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Aie: “Per noi, il fatto che un bambino abbia potuto scoprire la lettura grazie a un libro arrivato nella sua scuola attraverso #ioleggoperché significa avergli aperto una porta sul futuro. In questi dieci anni il progetto ha davvero contribuito a cambiare il modo di leggere nelle scuole: la lettura, che per molti ragazzi era un’esperienza privata, oggi è diventata un momento collettivo, condiviso, capace di unire e far crescere insieme studenti, insegnanti e comunità”.
Insiste Cipolletta: “Siamo orgogliosi di aver realizzato questo documentario, basato sulle testimonianze delle scuole, che racconta come sta cambiando il paese grazie anche al progetto e alle biblioteche scolastiche, diventate vere e proprie infrastrutture della lettura.”
Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo di Pirelli e Presidente di Fondazione Pirelli, aggiunge: ‘Sostenere #ioleggoperché significa contribuire a rafforzare le biblioteche scolastiche, collegate anche con le biblioteche aziendali e quelle di quartiere. E dunque offrire ai giovani maggiori possibilità di accesso ai libri. La lettura è uno strumento fondamentale per sviluppare conoscenza, pensiero critico e partecipazione alla vita civile”.
Da molti anni “Pirelli, anche attraverso la sua Fondazione, è impegnata nel dialogo con le scuole e nella promozione della cultura come elemento di crescita personale e collettiva. E questo progetto rappresenta un esempio concreto di collaborazione tra istituzioni, territorio e mondo dell’impresa a favore delle nuove generazioni”.
Ecco un punto essenziale. Le biblioteche. Centri culturali e sociali. Spazi di conoscenza, di aggregazione, di costruzione di spirito di comunità. E libri come case da abitare. Imbarcazioni per navigare nello spazio e nel tempo. Sonde per arrivare nel cielo della fantasia e nelle profondità della conoscenza. Strumenti per varcare la linea d’ombra delle stagioni alterne della nostra vita.
Il piacere del testo. La memoria. E il sapere. La libertà per la fantasia. E la responsabilità della democrazia.
Per capire meglio, si può fare ricorso a un’altra celebre pagina (ne avevamo parlato nel blog del 10 dicembre 2024): “Il libro è come il cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici: una volta che li avete inventati, non potete fare di meglio”. La frase è di Umberto Eco. E serve a ribadire l’essenzialità della lettura, del piacere del testo, del gioco di trovare, tra parole ben impaginate, il gusto della conoscenza, della scoperta, dell’avventura. “Non sperate di liberarvi dei libri”, sosteneva appunto Eco, in una brillante conversazione con Jean-Claude Carrière, pubblicata nel 2017 da La nave di Teseo. Riprendere in mano i libri, dunque. E costruire lettori, nel presente e per il futuro. Anche abituando le bambine e i bambini, fin da piccoli, a considerarli oggetti normali, piacevoli, divertenti, che animano la nostra quotidianità. Come il cucchiaio, appunto.
Stanno proprio qui anche le basi del progetto, deciso dal Gruppo Cultura di Confindustria, di favorire la diffusione delle biblioteche aziendali, rilanciando un’iniziativa già discussa una decina di anni fa. In collaborazione, naturalmente, con l’Associazione degli Editori. E coinvolgendo il tessuto delle associazioni confindustriali e delle imprese sui territori. Fondare e fare crescere biblioteche, come parte d’un impegno, politico e sociale, che ridia spazio e dignità alla formazione, allo studio, alla ricerca, ai valori della conoscenza e della scienza: valori essenziali anche per una cultura d’impresa che vuole avere un ruolo attivo di fronte alle sfide di una complessa e controversa modernità (le biblioteche Pirelli, sia in Bicocca che in fabbrica a Settimo Torinese, fanno da paradigma).
Biblioteche di quartiere. E biblioteche scolastiche, ricche di libri adatti agli interessi e alle passioni di bambini e adolescenti (la missione di #ioleggoperché, appunto). Biblioteche di condominio. Ma anche, appunto, biblioteche in fabbrica, negli uffici, in tutti i posti di lavoro in cui si ritrovano comunità di persone. Un investimento pubblico e privato sulla lettura.
Tutte queste biblioteche potrebbero essere messe in circolo, collegate ai sistemi bibliotecari di comuni e regioni. Anche per diventare punti d’incontro, conversazione, confronto. Luoghi in cui cresce e matura il capitale sociale di una comunità.
Torniamo, adesso, a #ioleggoperché. Accanto al documentario, prende vita un progetto editoriale più ampio, pensato per estendere e moltiplicare il racconto: una serie di videopillole sempre disponibili su Rai Play, in cui autori e personaggi condividono esperienze e pensieri personali sul potere dei libri e sulla gioia di trasmettere la passione per la lettura. Nel corso di queste brevi narrazioni, Rudy Zerbi, ambassador storico del progetto, apre con un ricordo “di famiglia” legato ai libri; Sofia Goggia, campionessa olimpica e ambassador di #ioleggoperché, svela il volume che l’ha ispirata da ragazza; e Vincenzo Schettini, professore e divulgatore, riflette sulla differenza tra l’universo dei libri e quello dei social. Il racconto si intreccia con le voci di Massimiliano Rosolino, Manuel Bortuzzo e Andrea Lo Cicero, del Team Illumina Sport e Salute, che offrono aneddoti e riflessioni personali, e con quella del regista Riccardo Milani, che ricorda i libri della sua infanzia e il momento in cui ha incontrato il progetto. Infine Miriam Candurro, attrice protagonista di Un posto al sole, racconta quando si è innamorata della lettura.
“Perché leggere è un gesto semplice, ma può cambiare tutto”: sono le parole degli studenti dell’ITIS Galilei di Roma racchiudono lo spirito del documentario e del progetto, che anche dopo dieci anni continua a far nascere lettori, una biblioteca alla volta.