Guardare dentro”, fin dalle origini
L’attenzione al mondo della ricerca e dell’innovazione nasce in Pirelli con il suo fondatore, Giovanni Battista, giovane ingegnere neolaureato all’Istituto Tecnico Superiore di Milano, il futuro Politecnico, nel 1870. Grazie a lui, viene avviata nel 1873 la prima fabbrica italiana per la lavorazione della gomma elastica sotto la direzione tecnica di Aimé Goulard, con quaranta operai e cinque impiegati. Seguendo il consiglio del suo mentore, il professor Giuseppe Colombo – fondatore di Edison nonché uno dei protagonisti della modernizzazione industriale del Paese tra metà Ottocento e Prima Guerra Mondiale – Giovanni Battista Pirelli decide di iniziare una produzione di articoli destinati ai macchinari industriali, alla navigazione a vapore e all’esercizio delle ferrovie: cinghie di trasmissione, valvole, isolanti, una produzione diversificata. La gamma produttiva ben presto si espande a beni di consumo come giocattoli, palle da gioco, impermeabili e merceria. A soli dieci anni dalla fondazione dell’azienda i risultati sono evidenti: il personale sale da 40 a 300 unità, gli impianti si ingrandiscono e vengono introdotti nuovi settori. Tra questi, quello dei fili telegrafici ricoperti in caucciù, che prende vita dal 1879. I primi ingegneri chimici ed elettrotecnici vengono assunti dalla Pirelli nel 1884 e via via entrano a far parte dell’azienda figure chiave nel campo dell’elettrotecnica come Emanuele Jona, Leopoldo e Luigi Emanueli, a lungo a capo della Ricerca e Sviluppo del Gruppo.
Sempre dalla fine dell’Ottocento, per volontà del fondatore si iniziano a raccogliere testi di carattere scientifico, principalmente dedicati a gomma, pneumatici e cavi elettrici, per arricchire la formazione dei tecnici Pirelli. I testi sono confluiti nell’attuale Biblioteca tecnico-scientifica, costituita da oltre 16.000 volumi, che dal 2010 è conservata dalla Fondazione Pirelli. Non a caso, fin dalla sua nascita, la Fondazione ha adottato proprio una citazione di Luigi Emanueli “Adess ghe capissaremm on quaicoss: andemm a guardagh denter” come suo motto ad accogliere i visitatori. Quella del “guardar dentro per capire” è un’idea che da sola riassume il concetto stesso di scienza, intesa come applicazione, studio, ricerca.
È così che, nel 1922, vengono chiamati dei fotografi a “guardare dentro” la vita di fabbrica. In occasione del cinquantesimo anniversario dell’azienda viene realizzato un servizio fotografico nello stabilimento di Milano Bicocca, dai reparti produttivi ai laboratori: gli spazi e la strumentazione tecnica hanno lo scopo di documentare il ruolo di avanguardia di Pirelli nell’ambito dell’innovazione. Pirelli continua infatti in questi anni a dare estrema rilevanza al ruolo della ricerca, in Italia e nel mondo; nella relazione al bilancio del 1923 si legge che la Società Italiana Pirelli “ha anche […] validamente sostenuto, con l’aiuto delle sue direzioni tecniche e dei suoi laboratori, l’attività di questi nostri stabilimenti esteri, continuando quella politica di ricerche scientifiche e di perfezionamento nella sede e di collaborazione con le direzioni delle consorelle estere che è stata nostra cura costante fosse perseguita attraverso tutti questi anni di espansione del nostro organismo industriale”. E la ricerca non si ferma, concentrandosi nei decenni successivi su materiali e prodotti innovativi, a partire dagli studi sulla gomma sintetica.
L’attenzione al mondo della ricerca e dell’innovazione nasce in Pirelli con il suo fondatore, Giovanni Battista, giovane ingegnere neolaureato all’Istituto Tecnico Superiore di Milano, il futuro Politecnico, nel 1870. Grazie a lui, viene avviata nel 1873 la prima fabbrica italiana per la lavorazione della gomma elastica sotto la direzione tecnica di Aimé Goulard, con quaranta operai e cinque impiegati. Seguendo il consiglio del suo mentore, il professor Giuseppe Colombo – fondatore di Edison nonché uno dei protagonisti della modernizzazione industriale del Paese tra metà Ottocento e Prima Guerra Mondiale – Giovanni Battista Pirelli decide di iniziare una produzione di articoli destinati ai macchinari industriali, alla navigazione a vapore e all’esercizio delle ferrovie: cinghie di trasmissione, valvole, isolanti, una produzione diversificata. La gamma produttiva ben presto si espande a beni di consumo come giocattoli, palle da gioco, impermeabili e merceria. A soli dieci anni dalla fondazione dell’azienda i risultati sono evidenti: il personale sale da 40 a 300 unità, gli impianti si ingrandiscono e vengono introdotti nuovi settori. Tra questi, quello dei fili telegrafici ricoperti in caucciù, che prende vita dal 1879. I primi ingegneri chimici ed elettrotecnici vengono assunti dalla Pirelli nel 1884 e via via entrano a far parte dell’azienda figure chiave nel campo dell’elettrotecnica come Emanuele Jona, Leopoldo e Luigi Emanueli, a lungo a capo della Ricerca e Sviluppo del Gruppo.
Sempre dalla fine dell’Ottocento, per volontà del fondatore si iniziano a raccogliere testi di carattere scientifico, principalmente dedicati a gomma, pneumatici e cavi elettrici, per arricchire la formazione dei tecnici Pirelli. I testi sono confluiti nell’attuale Biblioteca tecnico-scientifica, costituita da oltre 16.000 volumi, che dal 2010 è conservata dalla Fondazione Pirelli. Non a caso, fin dalla sua nascita, la Fondazione ha adottato proprio una citazione di Luigi Emanueli “Adess ghe capissaremm on quaicoss: andemm a guardagh denter” come suo motto ad accogliere i visitatori. Quella del “guardar dentro per capire” è un’idea che da sola riassume il concetto stesso di scienza, intesa come applicazione, studio, ricerca.
È così che, nel 1922, vengono chiamati dei fotografi a “guardare dentro” la vita di fabbrica. In occasione del cinquantesimo anniversario dell’azienda viene realizzato un servizio fotografico nello stabilimento di Milano Bicocca, dai reparti produttivi ai laboratori: gli spazi e la strumentazione tecnica hanno lo scopo di documentare il ruolo di avanguardia di Pirelli nell’ambito dell’innovazione. Pirelli continua infatti in questi anni a dare estrema rilevanza al ruolo della ricerca, in Italia e nel mondo; nella relazione al bilancio del 1923 si legge che la Società Italiana Pirelli “ha anche […] validamente sostenuto, con l’aiuto delle sue direzioni tecniche e dei suoi laboratori, l’attività di questi nostri stabilimenti esteri, continuando quella politica di ricerche scientifiche e di perfezionamento nella sede e di collaborazione con le direzioni delle consorelle estere che è stata nostra cura costante fosse perseguita attraverso tutti questi anni di espansione del nostro organismo industriale”. E la ricerca non si ferma, concentrandosi nei decenni successivi su materiali e prodotti innovativi, a partire dagli studi sulla gomma sintetica.